Il genepì è una pianta che cresce spontanea in montagna, al di sopra dei 2000 metri di altitudine. Appartiene al genere Artemisia che conta oltre 200 specie di piante. Presenta proprietà aromatiche, ma tutti conoscono quelle digestive grazie alla fama dell’omonimo liquore.

Il genepì è oggi classificato come specie protetta il che limita la raccolta delle piante spontanee. A  seguito delle difficoltà di reperire il genepì spontaneo e per far fronte ad una domanda sempre maggiore di erba da parte dei produttori di liquore, alcuni agricoltori di montagna hanno cominciato a coltivare il genepì, acquisendo col tempo una vera e propria specializzazione in una coltura difficile che richiede tempo ed impegno pluriennale.

Con questa piantina si ottiene il famoso liquore genepì, fatto sia in versione casalinga, con la raccolta limitata di piantine di alta montagna oppure a livello aziendale, con le piante coltivate.
Il Genepì della Valle d’Aosta ha ottenuto nel 2015 il riconoscimento dell’Indicazione Geografica (IG) dal Ministero italiano delle politiche agricole e forestali.

Le infiorescenze raccolte devono essere essiccate per circa quindici giorni e poi sono messe in infusione alcolica per circa un mese. In seguito viene aggiunta una miscela di acqua e zucchero e si lascia riposare, per poi filtrare il tutto ed ottenere così un liquore dalle diverse sfumature, dal verdolino al giallo ambrato e una gradazione alcolica dai 30° ai 40°.

Il genepì, oltre ad essere consumato come liquore, è utilizzato per aromatizzare alcuni prodotti dolciari, caramelle o cioccolatini.