Patrimonio culturale: Brusson

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Casa Yonzo

Architettura  -  Brusson

Casa Yonzo, attuale sede della biblioteca comunale, si trova nel centro storico.

Era una costruzione contadina all’interno della quale si trovavano sia i locali per la vita familiare sia quelli adibiti alla conduzione dell’attività agropastorale ed inoltre una bottega e una sala della “Congregazione di carità”. Dal punto di vista architettonico si distingue dalle altre costruzioni del villaggio per lo schema della pianta, il volume, la ricchezza in elementi decorativi e le modalità di circolazione fra i vari livelli.

I dipinti di Notre – Dame des Ermites e di Sant’Antonio da Padova sul pilastro a ovest portano l’uno la data 1748 e l’altro il nome del committente Jean Lateltin . I Lateltin, provenienti da Gressoney, compaiono a Brusson nel XVII secolo.
L’ambiente più bello è la corte coperta, sovrastata da una bella balconata in legno. La balconata e la corte, ben visibili anche dall’esterno, il pilastro con i dipinti, la bella croce in legno, il grande arco ribassato che sovrasta l’antico ponte d’ingresso e la prevalenza dei vuoti sui pieni rendono la facciata ovest architettonicamente molto interessante.

    0125/301004
    biblioteca.brusson@tiscali.it

Rascard nella frazione di Vollon

Architettura  -  Brusson

Questo rascard si trova a Nord-Est del villaggio e presenta sulla fiancata destra corpi annessi più recenti. La parte in legno ripara un secondo livello raggiungibile attraverso una scala situata nell’area di battitura. Le quattro “tchambrettes” a sbalzo rispetto alla base di pietra sono delimitati da assi verticali.
Sotto il colmo è scolpito un monogramma IHS, professione di fede resa obbligatoria nel 1536, all’epoca dell’avvento del protestantesimo in Valle d’Aosta. Il trave maestro mostra iscrizioni sulla parte laterale.
A Brusson è una consuetudine che si riscontra solo nei villaggi di Vollon e Extrapiéraz.
Le iniziali J.J.P. di Jean-Joseph Payn e la data posta 1798 sono scolpite sul lato del colmo.

Castello di Graines

Castelli e torri  -  Brusson

Le rovine del castello di Graines sono raggiungibili percorrendo la strada regionale che da Verrès sale in Val d’Ayas, svoltando a destra dopo l’abitato di Arcesaz (Brusson): da qui si imbocca un breve sentiero che si snoda lungo un bosco di ciliegi, splendido in particolare durante la primavera e l’autunno.

Il castello è stato costruito su un'altura in posizione strategica per controllare sia la Valle d’Ayas sia l’accesso all’alta Valle di Gressoney, raggiungibile attraverso il vallone di Freudière. 

Si tratta di una tipica struttura difensiva di tipo primitivo, il cui aspetto si è definito nel corso dell’XI secolo.
I suoi principali elementi costitutivi sono l’alta torre merlata a pianta quadrangolare, la cappella e una cinta muraria costruita lungo l’ondulazione naturale del terreno che racchiude un ampio spazio anticamente sede di edifici abitativi.
Dell’antico castello, situato in un contesto assai scenografico, sono ad oggi visibili i resti della chiesa minore romanica, orientata verso levante e dedicata a San Martino, ed i muri perimetrali che ne delimitano l’unica navata. Ammirevoli anche le decorazioni dell’abside ed il notevole paramento, realizzato a spina di pesce in alcuni punti.

Alla fine del XIX secolo il noto architetto Alfredo D’Andrade intraprese degli interventi di restauro volti a ricostruire la parte occidentale del donjon ed alcuni tratti di cortina muraria.
Negli anni Novanta del Novecento, ulteriori lavori di messa in sicurezza hanno interessato il sito, senza tuttavia modificare l’immagine ormai storicizzata delle rovine della fortificazione.
Una campagna di indagini archeologiche cominciata nel 2010 per acquisire ulteriori dati relativi al castello, permetterà di completare la fedele ricostruzione di alcune parti del sito, quali la scarpa esterna della cinta muraria meridionale ed i cosiddetti edifici sud-occidentali.

Cappella di Extrepieraz

Chiese e santuari  -  Brusson

Dedicata a Nostra Signora delle Nevi, è datata 1880 ma conserva elementi più antichi: un altare settecentesco, una pianeta in raso del ’700 e una statua lignea della Madonna col Bambino, che tiene sotto i piedi la luna, alta m. 1,10 e risalente probabilmente al ’600.

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Cappella di Fenilia

Chiese e santuari  -  Brusson

Datata 1870 e restaurata circa trent’anni fa, venne costruita nel 1677 in onore di San Grato. Nel 1714 la cappella fu dedicata a San Matteo. Vi si conservano ancora una statua lignea di San Grato e una di San Giovanni Battista (non in buono stato di conservazione), ed una di San Matteo, di epoca settecentesca.

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Cappella di La Croix

Chiese e santuari  -  Brusson

Dedicata a San Grato, è datata 1713 sulla trave principale e contiene un altare in legno, una statua della Madonna, alta 78 cm. , risalente forse agli inizi del Seicento, e una pianeta damascata in raso bianco, anch’essa del Seicento.

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Chiesa parrocchiale di San Maurizio

Chiese e santuari  -  Brusson

La chiesa di San Maurizio, del XV secolo, è stata ricostruita tra il 1870 ed il 1873.
La cuspide a piramide ottagonale del campanile di Brusson è stata ricostruita nel 1882, poichè quella antica era stata distrutta da un fulmine.
La chiesa fu progettata dall’archittetto Giuseppe Lancia e decorata dai fratelli Artari di Verrès.

La parrocchiale conserva altari settecenteschi in legno intagliato, dipinto e dorato, oltre a una serie di oggetti di arte sacra.
Tra questi un reliquiario quattrocentesco e una statua della Pietà in legno intagliato e dipinto, databile al XVI secolo.Il pulpito scolpito a riquadri è della prima metà dell’ottocento.
La cantoria è un pregevole lavoro eseguito alla fine di quel secolo da Reirosa d’Ivrea,mentre l’organo è un Vegezzi-Bossi del 1896.I quattro altari laterali risalgono al sec. XVIII.

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Il tesoro e le castellane di Graines

Leggende  -  Brusson

La storia del castello di Graines è ben documentata ma il suo aspetto fiabesco e la sua posizione arroccata hanno anche dato origine a fantasiose leggende.

Il castello di Graines, per la natura montuosa ed impervia del luogo in cui sorge, non divenne mai residenza effettiva dei signori di Challant, che preferivano dimore più confortevoli.

Vennero quindi nominati dei castellani, residenti nel mandamento che da loro dipendeva, cui venivano affidati incarichi amministrativi e giudiziari. Difatti negli atti e nelle sentenze relativi al mandamento di Graines, a partire dal secolo XVI, compare la figura del castellano-giudice. Si deve ai castellani la redazione dei verbali delle udienze, e i cosiddetti “Registres des cries”, rendiconti delle rendite feudali provenienti da ciascun cantone del mandamento.

I Castellani amministravano per conto del Signore di Challant ed erano tenuti a presentare ogni anno, in un periodo convenuto, il cosiddetto “Rolle des biens”, con la specificazione delle singole voci in entrata e in uscita. Nella discussione delle cause i castellani si rifacevano sovente al diritto consuetudinario vigente da tempo immemorabile nella Valle d’Aosta, di cui erano garanti i “Sapientes huius Patrie Vallis Augustae”, ossia gli esperti del diritto non scritto.

Si riporta che il castellano di Graines, Antoine Vaudan, a nome del il conte René di Challant, alla presenza di numerosi testimoni e del mistral di Ayas, Jacquemetus Bertholini, tenne udienza in difesa dei diritti e interessi fiscali del conte contro alcuni uomini di Antagnod e Lignod, difesi da due notai della città di Aosta. Gli inquisiti furono accusati di essere entrati armati nel bosco e di aver rubato una certa quantità di legname, contravvenendo agli editti e alle consuetudini della Valle d’Aosta. Costoro furono detenuti nel castello di Graines.

Leggende

Il tesoro - Sotto il castello di Graines si narra sia sepolto un tesoro; nessuno mai è riuscito a portarlo alla luce, anche se molti ci hanno provato, tra gli altri un giovane mandriano. In sogno, una voce gli aveva indicato il punto dove avrebbe dovuto scavare, ammonendolo però di lasciare il nascondiglio prima che il gallo cantasse tre volte.
La notte successiva, l’uomo fece come gli era stato detto e, scoperta una botola, penetrò nella stanza del tesoro. Abbagliato dallo sfavillio dell’oro e delle gemme che a mucchi riempivano la grotta, indugiò a contemplare quelle favolose ricchezze, affondandovi cupidamente le mani. Il gallo cantò: una, due, tre volte. La botola si chiuse senza far rumore: e l’uomo restò prigioniero nella caverna incantata, né alcuno seppe più nulla di lui.

Le castellane - Il castello di Graines domina la valle dell’Évançon, là dove essa si allarga in distese di prati e di boschi, dall’alto di uno sperone di roccia. Vuole la tradizione che il maniero abbia avuto signori dispotici e castellane dal delicato pallore.
Affinché il riverbero del sole sulla neve e sui ghiacciai della Becca Torché non abbronzasse la bianca carnagione delle dame di Graines, si racconta che la gente del contado era obbligata dal feudatario a coprire di terra i pendii innevati della montagna.

Passaggio di Napoleone

Leggende  -  Brusson

La leggenda racconta che Napoleone nel maggio del 1800 si incontrò casualmente al Col di Joux, presso una sorgente a pochi minuti dal colle, con il comandante austriaco De-Breux, per patteggiare il transito delle truppe francesi dal Forte di Bard.

La leggenda narra che Napoleone intrattenne con astuzia l’ufficiale austriaco sino all’arrivo dei suoi militari allorchè disse: “Signore, finora io ero vostro prigioniero, ora voi siete il mio”.

È indubbio che il passaggio di Napoleone in Valle d’Aosta abbia negli anni stimolato la fantasia popolare. La ricerca storica infatti non ha trovato alcuna evidenza di questa vicenda, mentre ci sono prove del transito del condottiero ad Etroubles, ad Aosta e a Châtillon.

Ponte di Massoere – Grotta del diavolo – Bosco del Dot

Leggende  -  Brusson

Ponte di Massoere
La leggenda vuole che quando un corteo nuziale passava su questo ponte, lo sposo dovesse portare la sposa sulle spalle, altrimenti sarebbe stata vittima dei malefici delle fate che abitavano nei paraggi.

Borna du diable (caverna del diavolo)
Questo luogo si trova presso la località Servaz di Brusson e, secondo la leggenda, era popolato di draghi e di vitelli, preposti alla custodia di tesori incantati. Le persone che si avvicinavano a visitarla vedevano al suo ingresso un gatto nero che poi scompariva.

Bosco del Dot
Si tratta di una foresta nei pressi di Vollon; la leggenda narra che fu dimora di un grosso serpente che terrorizzava gli abitanti della zona. Due fratelli riuscirono ad ucciderlo e chiesero come ricompensa un loculo gratuito nel cimitero parrocchiale, a quei tempi ubicato sotto il pavimento della chiesa.

Tratto da: “La terra degli Challand - Gente e Paesi della Comunità Montana dell’Évançon” ed. Musumeci

Centro di documentazione Joseph Herbet

Musei  -  Brusson

Il sito è momentaneamente chiuso.

Negli ultimi anni del 1800, Joseph Herbet è capitano di miniera presso le miniere d’oro di Fenilliaz e Chamousira alle dipendenze della società inglese “The Evançon Gold Mining Company”.

In quegli anni si appassiona di fotografia e con un banco ottico “folding 13×18”, di probabile costruzione torinese, ritrae persone, famiglie e luoghi e soprattutto lascia alcuni scatti che illustrano l’attività mineraria nell’area di Brusson e Challand, che sono in parte presentati in questa esposizione permanente.

La fotografia è uno straordinario strumento, capace di offrire la trama di un tempo ormai lontano. Le immagini di Herbet sono testimonianze vive della trasformazione profonda del paesaggio e della società nel corso del XX secolo.

Il centro di documentazione si trova nel capoluogo di Brusson, in località Laghetto.

Per visitare la miniera di Chamousira occorre andare in auto lungo la strada per Estoul. Dopo 4 Km un segnale indica l’accesso pedonale che, in 15 minuti, conduce all’ingresso della miniera (visita guidata).

    (+39) 01251906525
    info@mine-experience.com

I rascard

Architettura  -  Champoluc/Ayas/Antagnod

I “rascard” sono costruzioni tipiche della Val d’Ayas ma si possono trovare anche nella Valtournenche e nella valle di Gressoney.
Sono costruiti con tronchi di pino, abete e larice, squadrati o solo scortecciati, incastrati ad intaglio alle estremità. Tali costruzioni erano adibite un tempo esclusivamente alla conservazione dei cereali e furono pensate in modo da evitare la formazione di umidità e l’attacco dei roditori.

Le strategie adottate per risolvere questi problemi variano a seconda dei tipi. Nel modello più noto e diffuso, il rascard è sostenuto da una serie di “funghi”, pilastrini di legno alti circa 70 cm, spesso sormontati da un disco di “losa” (pietra piatta, normalmente usata per coprire i tetti).
In altri casi, come nei villaggi di Extrepiéraz o a Mascognaz, la difesa del raccolto si attua interponendo lungo il perimetro del “rascard” una serie di lose sporgenti rispetto alle murature della base, al di sotto delle quali si realizza una fascia di intonaco fine alta circa 40 centimetri.

I rascard a funzioni concentrate sono invece costruzioni con almeno tre piani, due dei quali costituiscono la base in muratura. Al piano inferiore si trovano la stalla e la cantina e in quello intermedio l’abitazione vera e propria, composta da due locali ben distinti, la “majòn” e il “péillo”, occupati sopratutto d’estate, perché durante la brutta stagione la dispersione di calore verso l’alto era elevata, essendo il terzo livello del rascard sospeso sui “funghi”.
Per difendersi dal freddo, la famiglia si trasferiva nel “ gabenet”, uno spazio all’interno della stalla dove in pochi metri quadrati erano riunite le principali funzioni abitative.
La zona riservata alle persone era situata nella parte più illuminata, a fianco della porta e vicino alle finestre, ed era separata dalla zona destinata agli animali mediante una bassa parete in tavole di legno, utilizzate anche per rivestire i muri e il pavimento. Una stufa in ghisa per cuocere le vivande, i secchi dell’acqua in un angolo, un tavolo a ribalta per risparmiare superficie, una panca e una cassapanca appoggiate ai letti contro le pareti, le lucerne a petrolio e qualche mensola costituivano l’arredo del “gabenet”, dove la gente viveva per qualche mese all’anno, preferendo l’inconveniente della coabitazione con il bestiame alle basse temperature.

Esistono bellissimi esempi di rascard nei seguenti villaggi: Frantse, Cunéaz, St. Jacques, Blanchard, Pilaz, Antagnod , Lignod, Mascognaz, Péio, Pra-Sec, Magnechoulaz, Mandrou nel comune di Ayas; Extrepiéraz, Pasquier e Graines nel comune di Brusson; Isollaz nel comune di Challand-Saint-Victor.

Corale "Les Voix du Glaciers"

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Champoluc/Ayas/Antagnod

Questa corale è nata nel 2002. Il nome evoca le comunità sorte lungo la val d’Ayas che trae vita proprio dal ghiacciaio del Monte Rosa. Nella corale sono rappresentati quattro comuni: Ayas,Brusson, Challand Saint-Anselme e Challand Saint-Victor.
Direttore: Valter Choucher

    voixduglaciers@arcova.org

Coro A Musica en fiour

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Champoluc/Ayas/Antagnod

Direttore: Valter Chouquer.
Il coro nasce nel 1999 da in’idea del maestro e di alcune mamme.Il coro è composto da bimbi con una età compresa tra i sei e i quattordici anni. Nel 2000 il coro coinvolge anche i bimbi di Ayas, Challand Saint-Victor e di Challand Saint-Anselme raddoppiando così il numero dei cantori. A giugno di ogni anno il coro organizza il baby festival canoro di primavera invitando altri gruppi.Il coro ha partecipato a diverse manifestazioni quali Telethon, l’adunata nazionale degli alpini,la presentazione dei cortrometraggi, Fete internazionale du Patois et des Emigrés. Attualmente il coro è composto da 30 bambini, dirige Valter Choucher e i loro canti sono accompagnati da una fisarmonica o una tastiera suonata da Leonardo Rous.

    musicaenfiour@arcova.org