La chiesa domina da posizione elevata il capoluogo, lungo il percorso della Via Francigena.
La chiesa di Gignod è attestata da una bolla di Papa Alessandro III° del 1176.
La chiesa attuale tuttavia pare risalire a non oltre il XV secolo. A questo periodo rimandano non solo la struttura architettonica dell’edificio, ma anche alcuni pregevoli affreschi scoperti durante i lavori di restauro nel 1895.
Il campanile è stato costruito tra il 1481 e il 1485 da un capomastro di Gressoney, Yolli de Vuetto, che aveva appena terminato la realizzazione di quello della vicina parrocchia di Etroubles.
Degni di nota gli affreschi Quattrocenteschi: su due archi della navata destra sono raffigurati la Madonna incoronata e alcuni profeti che reggono dei cartigli con iscrizioni in caratteri gotici. Sul muro di fondo si segnala l’affresco della Pietà, con i santi Sebastiano, Giorgio, Francesco, Maria Maddalena, e un’altra figura oggi perduta. In questa parte della chiesa si trovava la cappella dei nobili D’Avise, all’epoca signori del luogo.
Interessante anche il pregevole altare barocco in legno di noce posto su un altare in pietra del 1456, con al centro la statua di Sant’Ilario e ai lati quelle di San Grato e San Vittore.
Una bella vetrata risalente al XVI secolo e originariamente collocata sulla facciata della chiesa, è composta da uno stemma dei signori d’Avise in un cerchio attorno al quale stanno altri quattro tondi che raffigurano Sant’Ilario, patrono della parrocchia, San Nicola e Santa Caterina. E’ inoltre presente un’iscrizione che ricorda i committenti dell’opera, Stefano d’Avise e sua moglie Pernette, vissuti nel cinquecento.
Un piccolo museo di arte sacra, allestito a destra dell'altare maggiore, espone oggetti e documenti della chiesa stessa e delle cappelle dei villaggi vicini.
Tra le opere si segnalano una statua di un santo monaco e un busto del Padre Eterno (secolo XV), una quattrocentesca Madonna con Bambino, una statua policroma della Vergine proveniente dalla cappella di Variney (secolo XIV), croci astili in lamina d’argento con cristalli e smalti (secolo XV) e un reliquiario in argento (secolo XVIII).