Patrimonio culturale: Avise, La Salle, Saint-Nicolas, Saint-Pierre

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Pierre Taillée

Architettura romana  -  Avise

Lungo la strada statale n° 26, all’altezza dell’abitato di Avise, dove oggi sorge una galleria, l’antica strada romana delle Gallie doveva affrontare un temibile tratto angusto, di cui l’ingegneria romana ebbe ragione con il taglio della roccia: si tratta della strettoia di “Pierre Taillée”.

Il luogo si prestava anche al controllo militare, per cui, al di sopra della galleria, si possono ancora notare i resti di fortificazioni che giocarono un ruolo notevole in occasione delle invasioni francesi del 1691 e del 1704-1706.

Castello d’Avise

Castelli e torri  -  Avise

Arrivando ad Avise, il primo edificio che si incontra sulla sinistra — un fabbricato di tre piani, affiancato da una torre quadrata — è il castello di Avise. Il castello fu costruito verso la fine del XV secolo da Bonifacio d’Avise o da Rodolfo d’Avise.
La torre ha un bel motivo decorativo a caditoie, e sul lato sud si apre una serie di finestre geminate a chiglia rovesciata.
L’interno, affrescato e con arredi riflettenti il gusto “ufficiale” dell’epoca, comprende una grande sala con il camino, la “camera della cassaforte” e la “sala delle mensole”, dove 14 mensole di legno scolpito rappresentano figure di animali, mostri e personaggi in vesti quattrocentesche.

Il monumento ospita attualmente una struttura ricettiva con ristorante.

Castello di Blonay

Castelli e torri  -  Avise

Vicino alla chiesa parrocchiale è ben visibile il complesso del castello, costituito da una torre quadrata (sec. XII) e da un corpo di fabbrica più recente (sec. XV), dalle pregevoli finestre a crociera.
Il castello fu in passato dimora della potente famiglia D’Avise, e solo nel 1645 passò ai fratelli de Blonay, cambiando il nome.
La torre antica era detta “des Prisons”: nel 1787 il nobile Filippo de Blonay rivendicava il diritto indiviso con gli altri signori d’Avise di rinchiudervi i malfattori. La torre venne ceduta a famiglie del posto dai Bianco di San Secondo, mentre l’annesso edificio fu alienato dai Blonay.

    0165.91113

Castello di Cré

Castelli e torri  -  Avise

All’uscita del capoluogo, al limite di un promontorio, si trova questa casa-forte in parte distrutta.
Probabilmente costruita nel X secolo, si afferma che appartenesse a Pierre d’Avise, vice balivo di Aosta nel 1425. Nella seconda metà del secolo XV fu venduta a Bonifacio Ducrest, funzionario ducale originario della Savoia.
La famiglia Ducrest scomparve all’inizio del XVIII secolo.

    0165.91113

Cappella di San Teodulo

Chiese e santuari  -  Avise

La cappella si trova nella frazione Cerellaz, poco distante dal comune di Saint Nicolas.
All’interno dell’edificio settecentesco, si conserva fra l’altro una grande tela che raffigura la deposizione di Gesù dalla Croce. Oltre a due vescovi, sono anche rappresentati i santi Rocco, Barbara e Grato.

    (+39)016591102

Chiesa parrocchiale di San Brizio

Chiese e santuari  -  Avise

Situato nel capoluogo, l’edificio fu costruito sulle fondamenta di uno più antico, basso, irregolare e troppo piccolo, che fu interamente demolito. Una tradizione vuole che la chiesa parrocchiale fosse anticamente eretta sulla strada romana, tra Runaz e Pierre Taillée.
Allorché questa chiesa, dedicata a San Martino, venne distrutta con tutto il villaggio di Runaz dagli eserciti di passaggio intorno al IX - X secolo, sarebbe stata ricostruita sull’altro lato della Dora, meno esposta alle incursioni militari, e dedicata a San Brizio, discepolo e successore di San Martino.
Nel 1400, grazie a due benefattori (zio e nipote) che si chiamavano entrambi Antoine d’Avise, fu costruito il campanile della chiesa parrocchiale, ad opera di mastro Pierre Sella.

Oggi la chiesa, consacrata nel 1869, presenta una facciata neoclassica mentre gli interni sono stati affrescati nell’Ottocento.
Il fastoso altare maggiore presenta due dipinti rappresentanti a Resurrezione e la Natività e grandi statue di San Brizio, San Grato, San Biagio, San Germano e San Claudio.

L’organo della cantoria è del 1868, opera di Costantino Mazzia.

    (+39)016591102

Maison de Mosse

Musei  -  Avise

La famiglia dei D’Avise costruì questa casaforte , nota con il nome di Casa Nobile di Runaz o Maison de Mosse, accanto alla strada romana delle Gallie che attraversava il territorio di Runaz da est a ovest.
Verso la fine del XV secolo la signoria dei D’Avise venne divisa tra quattro fratelli: a Jean l’Ancien toccò Valgrisenche, a Boniface toccò Avise, Rolet dominò su Leverogne e Planaval, e infine Jean le Jeune fu signore di Runaz. Probabilmente fu proprio costui a trasformare la casaforte in un’abitazione: ne sono prova le belle finestre risalenti al XVI secolo. Lo stile è tardo gotico e le loro cornici carenate, scolpite in pietra di Villeneuve, sono divise in quattro parti da una croce in pietra. Alla base delle croci e delle cornici sono state scolpite alcune piccole guglie. Notevoli sono pure il portone d’ingresso e il camino con guglie.

La struttura, sede di mostre di carattere etnografico e storico, ospita la sede della Association Valdôtaine des Archives Sonores ed è gestita direttamente dall’AVAS. Una fototeca e una videoteca, che costituiscono gli archivi etnografici della Regione, sono a disposizione di chi ne fa richiesta: ricercatori o semplici cittadini.

    (+39) 335.5933650
    (+39) 329.0610804
    info@avasvalleedaoste.it

Museo parrocchiale di arte sacra

Musei  -  Avise

Il museo realizzato nella chiesa parrocchiale di San Brizio custodisce statue di Santi e oggetti d’uso liturgico provenienti oltre che dalla chiesa stessa, anche dalle cappelle dei villaggi del territorio di Avise.

Ricavato nella prima cappella della parete laterale destra dell’edificio sacro, lo spazio espositivo raccoglie diverse opere, tra cui alcune di altissimo livello, che coprono un arco cronologico che va dal XV al XIX secolo: ospita inoltre una cospicua serie di oreficerie ed un lavorato tessile probabilmente riferibile ad una manifattura italiana attiva intorno alla metà del XVIII secolo.

AI centro della parete di fondo campeggia l’antico Cristo crocifisso della metà del XVIII secolo proveniente dalla cappella di San Giovanni Battista a Vedun.

La raccolta comprende altre importanti statue lignee. Il gruppo scultoreo con la Pietà e due statue raffiguranti un santo vescovo e san Lorenzo provengono dalla cappella di San Lorenzo e Santa Barbara a Charbonnière. La Pietà e il san Lorenzo risalgono presumibilmente al terzo decennio del XVII secolo, epoca di fondazione e costruzione della cappella.

Ad artisti della Valsesia sono attribuibili le due statue raffiguranti angeli ceriferi, di legno policromo, dorato e argentato, databili all’inizio del XVIII secolo.

Due opere in alabastro gessoso rivestono particolare interesse: un santo vescovo proveniente dalla cappella di San Teodulo a Cerellaz ed un bellissimo san Giacomo Maggiore (1430 circa) proveniente dalla cappella di San Giacomo a Runaz che stupisce per la qualità scultorea e la cura minuziosa dei dettagli ed è attribuito alla fase matura della produzione plastica di Stefano Mossettaz , importante scultore valdostano attivo nel XV secolo.

    (+39) 0165.99079
    39) 0165.91102

Architettura tradizionale a La Salle - Maison Gerbollier

Architettura  -  La Salle

Il municipio (maison communale) è il punto di partenza di un breve percorso che conduce alla scoperta di alcuni punti forti dell’architettura locale.

Restaurata in maniera esemplare dall’Ingegner Jaccod, la maison Gerbollier oggi ospita il centro amministrativo di La Salle.
Si tratta di un antico casale nobiliare, casaforte della famiglia Viard, composta da diversi corpi edificati che circondano una corte interna, alla quale è possibile accedere da sud, attraverso un magnifico portale in pietra tagliata.
Alcuni profili di porte e finestre, nell’antico corpo dell’abitazione, hanno forme che richiamano gli splendori dell’edificio del XVI secolo, mentre, per converso, le travi degli edifici del casale mostrano come il complesso rurale abbia conosciuto forti trasformazioni attorno al 1713 ed al 1819.

Seguendo la strada verso est, si sale al villaggio di Ecours. Sulla piazza, la cappella è abbellita da affreschi rappresentanti la Visitazione della Vergine e un grande Saint-Christophe (S. Cristoforo); affiancata da un fontana, è compresa tra una serie di antiche abitazioni rurali, fortemente raggruppate le une contro le altre, ed il corpo possente della torre quadrata medioevale, costruita dai nobili De Curiis che hanno dato il proprio nome al villaggio. La torre è il cuore di una grande fattoria tuttora attiva.

Nel vallone a monte di Ecours, un mulino sfruttava un tempo le acque del “ru” (canale irriguo) di Moyes, accessibile attraverso un passaggio ombreggiato a partire da Prarion, in direzione di Moyes.

Villaggio Fenêtre a La Salle

Architettura  -  La Salle

Il recupero dell’intero villaggio di Fenêtre a La Salle (2000) rappresenta una singolare proposta architettonica, basata sulla reinterpretazione e rifacimento dell’architettura rurale con la creazione di imprevedibili spazi comuni.

Risultano essere di particolare interesse le grandi aperture panoramiche che svuotano le murature in pietra; le balconate di differente disegno; la ricostruzione ispirata al medioevo degli stipiti e dei voltini; il manto di copertura in lose a disegno fortemente irregolare.

Casaforte Aragon

Castelli e torri  -  La Salle

Sita nella frazione Echarlod, appartenne agli Aragon, famiglia nobilitata nel secolo XVI.
Come testimonia la data incisa a lato della porta, fu costruita nel 1608, verosimilmente da Filiberto Aragon, che ebbe poi la disgrazia di perdere ben cinque figli durante la peste del 1630. La casata si estinse di lì a poco.
La casa forte presenta una bella serie di finestre in pietra lavorata.
L’ingresso è sul lato occidentale, sormontato da caditoia.

    0165.861912

Casaforte Bovet

Castelli e torri  -  La Salle

È sita a monte della frazione Le Pont, all’inizio della vecchia carrozzabile che dalla statale n. 26 conduceva al capoluogo di La Salle. Pur rimaneggiata, questa casa forte è ancora interessante da osservare.

Si tratta di un fabbricato assai vasto, di pianta quadrilatera, con due leggere sporgenze laterali, destinate in origine a compiti difensivi. Mostra ancora finestre quattrocentesche, in parte tamponate. Sul lato nord era posta la porta d’ingresso, con l’architrave decorato da un motivo ad arco carenato, sormontata da corpo di fabbrica aggettante (è ancora visibile una feritoia accanto alla finestra in pietra lavorata). La dimora fu lesionata dai Francesi nel corso dell’invasione del giugno 1691.

Di proprietà dei nobili Bovet, vissuti dal secolo XIII all’inizio del secolo XVI, la casaforte, con gli altri beni della famiglia, passò per alleanza matrimoniale nelle mani della famiglia Passorio.

    0165.861912

Castello di Châtelard

Castelli e torri  -  La Salle

Sull’estesa conoide di La Salle, nel villaggio di Château, si erge il castello di Châtelard edificato, secondo lo storico Jean-Baptiste De Tillier, da Rodolfo Grossi, vescovo di Aosta nel 1243 e arcivescovo di Tarantasia nel 1246. Citato per la prima volta in un atto del 1248, ripropone la tipologia di torre circolare che richiama le costruzioni fortificate del conte Pietro II di Savoia, di cui Grossi era intimo consigliere.
Tutt’intorno piccole e grandi dimore medievali punteggiano il territorio come sentinelle dal fascino antico: la casaforte Pascal, la casaforte Aragon, la maison Gerbollier, poco più in alto la dimora degli Ecours e ancora, nel villaggio di Derby, il castello notarile.

    0165.861912

Castello di Ecours

Castelli e torri  -  La Salle

Situata a nord del capoluogo, sulla strada che sale ai villaggi della collina, la massiccia torre quadrata è quanto resta della costruzione del XIII secolo, assieme ad un breve tratto dell’antico muro di cinta.

L’edificio, che nel Medioevo appartenne alla famiglia Lescours (de Curiis), una delle più in vista della Valdigne, fu infeudato per metà ai nobili di Chatelard già nel 1430.
Nel 1551 il castello passò nelle mani dei Bozel e successivamente, sempre nel XVI secolo, pervenne in cosignoria ai Gal e ai Malliet.
Il feudo fu riunito nel secolo seguente dai Passerin, che risultavano esserne i proprietari ancora nel 1730.

    0165.861912

Castello giudiziario di Derby

Castelli e torri  -  La Salle

Sorge isolato, a monte della strada che attraversa il villaggio di Derby per tutta la sua lunghezza.
Attualmente trasformato in fattoria, i suoi sotterranei servivano anticamente da prigione.
Presenta ancora belle finestre in pietra lavorata, oltre ai resti del muro di cinta e ad una *torretta angolare *con feritoie sul lato est.
È noto che fosse sede giurisdizionale, ma non si sa se di Sant’Orso o della Cattedrale.

    0165.861912

Castello notarile di Derby

Castelli e torri  -  La Salle

Complesso di diversi edifici, non anteriori al XVI secolo, in parte trasformati per usi agricoli.

Il massiccio corpo d’abitazione principale mostra finestre e porte con architravi dal caratteristico motivo ad arco carenato. Vi è ancora un antico forno da pane esterno (restaurato nel 1970).

Mancano notizie storiche, ma il nome sembra ricordare l’abitazione di un notaio: è probabilmente la casa dei Lachenal, nobili vissuti tra i secoli XIII e XVI.

    0165.861912
    protocollo@comune.lasalle.ao.it

Torre di Derby

Castelli e torri  -  La Salle

Casaforte a pianta quadrilatera, con belle finestre in pietra lavorata, se ne fa risalire la costruzione al 1560.

Il De Tillier, storico valdostano del XVIII secolo, sostiene che il capitolo della cattedrale e quello di Sant’Orso, che si dividevano la signoria di Derby, vi avevano ognuno la propria casaforte. Risulta che i canonici di S. Orso, non potendo esercitare essi stessi la giustizia, ne incaricarono nel 1352 Giacomino d’Avise.

    0165.861912

Torre di Favray

Castelli e torri  -  La Salle

Sorge a levante del borgo di La Salle ed affianca una cascina di bella architettura della prima metà del secolo scorso.

La torre non presenta elementi formali che ne permettano una datazione. Mancano notizie storiche. La sua struttura imponente, benché tozza e per nulla raffinata, e la presenza di feritoie, l’hanno fatta identificare come torre e datare tra XIV e XV secolo.

Il Monte Bianco si apprezza sullo sfondo.

    0165.861912

Cappella di Charvaz

Chiese e santuari  -  La Salle

Datata 1621, presenta la facciata completamente affrescata con una rappresentazione del Giudizio Universale; è dedicata a San Leonardo – festeggiato il 6 novembre – e a San Grato. Il campanile ha due campane: una veniva usata per chiamare i fedeli, l’altra per ricordare ai bambini l’ora di inizio della scuola.

    (+39) 0165861288

Cappella di Cheverel

Chiese e santuari  -  La Salle

Datata 1636, è dedicata a San Bernardo (festa il 15 giugno). La facciata è interamente affrescata con le figure dei Santi Bernardo, Antonio Abate, Cassiano, Cristoforo e Grato. In facciata compare anche lo stemma dei Savoia. La cappella è stata oggetto di un recente restauro.

    (+39) 0165861288

Cappella di Ecours

Chiese e santuari  -  La Salle

Dedicata alla Natività della Vergine Maria, se ne parla per la prima volta in un documento del 1330.

La facciata è completamente affrescata con immagini di San Cristoforo che porta il Bambino Gesù, di San Giovanni Battista e dell’adorazione dei Re Magi.
All’interno della cappella è visibile la griglia di separazione in legno ed una pala d’altare raffigurante la Madonna d’Oropa.

    (+39) 0165861288

Cappella di Morge

Chiese e santuari  -  La Salle

Non si conosce la data di fondazione della cappella dedicata a Santa Maria Maddalena (celebrata il 22 luglio), ma risulta già esistente nel 1436, come testimoniato dal verbale della visita arcidiaconale di quell’anno. L’attuale edificio è stato ristrutturato nel 1671 come indicato dalla data incisa sul trave del tetto e nuovamente nel 1985.

La struttura presenta un piccolo campanile con due campane.
La facciata, piuttosto rovinata, è è decorata da quattro scene, di cui tre disposte sullo stesso piano, al di sopra della porta d’ingresso. Esse sono attribuite a Giacomino da Ivrea tra il 1440 e il 1450. Essi raffigurano san Giorgio e la principessa (riquadro a sinistra), la Vergine col Bambino e san Cristoforo (riquadro a destra). Più in alto è invece un dipinto raffigurante la Maddalena che risale invece al 1619.
Particolare è la forma ad ogiva della porta di ingresso.
All’interno è ancora visibile la grata di separazione in legno.

    (+39) 0165861288

Chiesa di Sant'Orso a Derby

Chiese e santuari  -  La Salle

La primitiva chiesa del villaggio di Derby sorse probabilmente nei secoli XI – XII.
L’edificio attuale data del XVI secolo. Fu consacrato da monsignor Ferragatta, vescovo di Aosta, il 22 luglio 1567; a ricordo del fatto, rimane sul contrafforte a destra del portale una croce di consacrazione.

Il campanile, esile ed elegante torre quadrata in pietra, in occasione della visita pastorale del 1416 risultava da poco restaurato. La base, che nell’interno ha tracce di muratura a lisca di pesce, risale probabilmente ad epoca anteriore. Più recente la parte superiore, che presenta due serie di bifore (secoli XVI e XVII).
La porta di accesso verso la chiesa, intagliata con il monogramma di Cristo, reca la data 1671.

La chiesa presenta pianta rettangolare ad una sola navata, interno con archi della volta a sesto acuto, volte a crociera con nervature in tufo, abside semicircolare all’esterno e poligonale all’interno con volta a ombrello con costoloni.
Della chiesa precedente rimangono i muri perimetrali e una piccola finestra a croce, in alto sulla facciata, che serviva a illuminare la copertura a capriata dell’edificio romanico.
Tutto l’edificio ha subito un notevole intervento di restauro nel 1967 che ha restituito alla chiesa il suo aspetto cinquecentesco, rimuovendo le decorazioni ottocentesche.

Vicino all’ingresso, battistero in pietra lavorata (1688), con lo stemma dei Savoia, signori della Valdigne.

L’altare maggiore, in marmo policromo, è del XVII secolo; la pala sovrastante è stata rimossa in occasione dei restauri e due colonne tortili marmoree affiancano ora il tabernacolo murale.
Un grande crocifisso ligneo da arco trionfale, del XVI secolo, sovrasta il coro.
Sopra l’altare maggiore, statue di S. Ilario e S. Biagio (XVI sec.). L’altare laterale destro, in legno intagliato, dipinto e in parte dorato, è dedicato al Rosario e risale al XVIII secolo; al centro, nicchia con statua della Madonna (XIV-XV sec.), circondata dalla raffigurazione su tela dei misteri del Rosario.

L’altare laterale sinistro, contemporaneo al precedente e della medesima fattura, è dedicato a san Sebastiano; conserva una grande tela raffigurante in alto Cristo tra san Grato e san Bernardo, in basso san Sebastiano tra san Rocco e sant’Antonio abate.

Nel 1861 fu sistemato l’organo attuale (G. Franzetti, a trazione meccanica e a registri spezzati).

Una nicchia nella parete accoglie un piccolo museo di arte sacra: pregevole un bel cofanetto reliquiario in lamina di argento del XV secolo.

    (+39)0165.860041

Chiesa parrocchiale di San Cassiano

Chiese e santuari  -  La Salle

I primi documenti relativi a questa chiesa sono gli atti delle visite pastorali del 1413 e 1416, ma essa potrebbe essere ovviamente più antica. Dell’edificio quattrocentesco, tuttavia, non rimane più nulla, poiché nel 1846 la chiesa venne interamente ricostruita, per essere riconsacrata nel 1847. Il campanile nella parte inferiore dovrebbe risalire ai secoli XV-XVI, mentre la parte superiore è del 1710.

La chiesa, a tre navate suddivisa in quattro campate, custodisce uno degli organi più belli presenti in Valle d’Aosta e accoglie un piccolo museo permanente di arte sacra nel quale sono conservati numerosi oggetti di notevole valore storico-artistico:
- una Madonna del tardo duecento (analoga a quella di Valsavarenche, Introd e Arvier)
- una Madonna dei primi del XIV secolo (sul modello della celebre Madonna Nera del Santuario di Oropa)
- un crocefisso del primo quattrocento (ispirato a quello trionfale della cattedrale di Aosta)
- una croce argentea dei primi del XV secolo
- due piccole statue raffiguranti la Maddalena e San Giovanni Evangelista, uno degli esemplari più belli ed aggraziati di opere fiamminghe eseguite a Malines tra XV e XVI secolo ed esportate in tutta Europa.

    (+39)0165.861288

Gruppo folkloristico "Les Sallereins"

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  La Salle

Il gruppo folkloristico “Les Sallereins” nasce nel 1968, nell’intento di mantenere e diffondere le antiche tradizioni del paese di La Salle. La più importante di queste è la Badoche, tradizionale festa con balli dalla quale il gruppo prende spunto.

Esso è costituito da ragazzi e ragazze che indossano il costume fedelmente ricalcato da antiche stampe locali del 1800. Ha ripreso ed eseguito vecchie danze popolari che rievocano la vita quotidiana. Il loro repertorio è costituito da balli e danze accompagnati dall’allegro suono delle fisarmoniche. Va segnalato, in particolare, il balletto dei vignaioli, ritmato e spettacolare, che ben riflette lo spirito di un’area rinomata per i suoi vigneti.
Il gruppo, di cui fanno parte anche bambini tra i cinque e i dieci anni (Les Petits Sallereins) si esibisce anche nel resto d’Italia e all’estero.

Il gruppo è presente su Facebook e Instagram

    (+39) 3491457116
    (+39) 3338390632
    lessallereins@gmail.com

Casa museo "Maison Plassier''

Musei  -  La Salle

Il 23 gennaio 2012, una settimana prima di morire, Carlo Plassier legava con lascito testamentario al Comune di La Salle la sua casa con gli arredi e le opere d’arte in essa contenuti, il tutto vincolato a una futura pubblica fruizione.
La collezione donata alla comunità di La Salle è il frutto di sessant’anni d’inesauribile e febbrile tableaumanie.

Autodidatta, Carletto acquista alle aste, ai mercati delle pulci o nelle botteghe dei rigattieri, lasciandosi guidare da predilezioni istintive o dal gusto per l’affare, e poi si preoccupa di far restaurare accuratamente ogni quadro. Stringe amicizia con diversi artisti che negli anni Sessanta e Ottanta è solito invitare nel suo albergo, offrendo loro il soggiorno in cambio di lavori realizzati sul posto.

La raccolta ha un carattere discontinuo: mette insieme autori famosi e pittori “della domenica”, ma sorprende talvolta con scelte raffinate e niente affatto scontate.

L’apertura al pubblico ha svelato a residenti e turisti la ricchezza del lascito. Al primo piano è possibile visitare l’abitazione di Plassier, mentre l’appartamento al piano terreno, presenta un profilo biografico del proprietario e l’esposizione della notevole raccolta di opere di artisti valdostani, primo tra tutti Italo Mus.

    (+39) 0165861912

Museo etnografico ''L'Homme et la Pente''

Musei  -  La Salle

Il pendio come ostacolo geografico, ma anche come tratto distintivo del paesaggio di montagna. Su questa particolare caratteristica dell’ambiente alpino, il comune valdostano di La Salle e quello savoiardo di Planay-en-Tarentaise hanno costruito un progetto, nel tentativo di riqualificare i propri territori partendo dalla valorizzazione turistica del patrimonio storico e culturale. Queste due realtà di montagna hanno ritrovato nel pendio il comune denominatore che ha caratterizzato, negli anni, la vita delle popolazioni che le hanno abitate.

Il Museo etnografico “L’Homme et la Pente” è il fulcro del progetto di valorizzazione del patrimonio rurale di La Salle. La sua ricca collezione di oggetti ed attrezzi usati nell’agricoltura e nella vita familiare, con particolare riferimento al XVIII e XIX secolo,permette di entrare in contatto con i molteplici aspetti della vita della montagna, dal lavoro ai riti familiari, dalle abitudini quotidiane alle credenze religiose.

    (+39) 0165861912

La Badoche

Tradizioni  -  La Salle

Ogni anno il santo patrono si festeggia nei comuni e nei villaggi della Valdigne con una manifestazione particolare, la “Badoche”, le cui origini paiono risalire ai riti propiziatori celebrati presso i Celti.

La tradizione vuole che la Badoche sia nata a La Salle, per poi diffondersi anche nelle altre località.
Protagonisti della festa sono i giovani scapoli che organizzano un ballo collettivo sulla piazza del paese. Alcuni giorni prima, i giovani della Badoche si riuniscono e designano il “capo badocher”, il quale insieme con la sua compagna, la “badochère”, dirigerà la festa.
Alla vigilia la coppia, nei vestiti tradizionali, guida di casa in casa il piccolo corteo accompagnato dai suonatori di fisarmonica, per annunciare l’evento e raccogliere offerte che aiutino a sostenere le spese per la festa. L’insegna del “badocher” è la cosiddetta “alabarda”, un bastone a tre punte coronato di fiori e ornato di nastri di seta multicolori, mentre per la questua si presenta un piatto, anch’esso decorato da fiori e nastri, pieno di dolciumi e di sigarette da offrire in cambio dell’obolo.

Nella piazza dove avrà luogo il ballo vengono issati otto pini abbattuti qualche giorno prima dai “badochers”.

Il giorno della festa patronale l’allegra brigata della “Badoche” e i suonatori fanno il loro ingresso nella piazza all’uscita della messa: le danze sono aperte dal “capo badocher” e dalla sua compagna, che successivamente inviteranno gli altri “badochers”, le autorità, le coppie di giovani provenienti dai villaggi vicini, i coscritti e ogni categoria di persone e di lavoratori, secondo una consuetudine tramandata dalla tradizione orale.
Il gran ballo riprende nel pomeriggio, accompagnato da generose mescite di vino, e si conclude a sera tarda.
Il gruppo folkloristico “Les Sallereins” raccoglie nel suo repertorio le danze tradizionali della “Badoche” di La Salle.
La “Badoche” è una tradizione che si festeggia anche a Morgex nel giorno dell’Assunzione (15 agosto), a La Thuile alla Traslazione delle reliquie di San Nicola (9 maggio), a Pré-Saint-Didier a San Lorenzo (10 agosto) e in alcune frazioni di questi paesi della Valdigne.

Chiesa parrocchiale di San Nicola

Chiese e santuari  -  Saint-Nicolas

Dell’antico edificio del XII secolo rimane probabilmente solo la cripta che si apre sotto il presbiterio dell’attuale chiesa parrocchiale, nata dai rimaneggiamenti del XVII secolo. Oltre all’altare maggiore sono visibili altri quattro altari, dedicati al Rosario, a Sant’Agata, a San Giuseppe e alla santa Croce, vittime purtroppo di diversi furti che li hanno privati delle decorazioni originali.
Degno di nota il campanile del XV secolo, la cui cuspide risale invece al XVII secolo.

    (+39)0165908806

Centre d'Etudes Francoprovençales René Willien

Musei  -  Saint-Nicolas

Il centro studi ha sede in un antico edificio del XVIII secolo, che costituisce un esempio della tipologia classica della casa rurale di montagna, inserito fra altre costruzioni su un terreno in pendenza e strutturato su tre piani e mezzo.

Articolata in diversi spazi (la stalla bòou a piano terra, la cucina méisôn e la camera da letto tsambra al primo piano e la grangia pailler nella parte alta), nel 1986 la struttura fu ristrutturata modificando la distribuzione dei locali nella grangia.

Il Centro, inaugurato il 12 novembre 1988, permette di approfondire la conoscenza degli ambienti della civiltà contadina. Svolge un ruolo importante nella ricerca  con numerose collaborazioni internazionali e una pubblicazione annuale, organizza convegni, formazioni di alto livello, conferenze ed altri eventi. 

In loco e su prenotazione è possibile consultare la biblioteca specializzata in lingua francoprovenzale ed etnologia alpina e l'archivio del concours Cerlogne (più di 4000 volumi: si tratta degli elaborati in patois, dal 1962 ad oggi, dalle scuole partecipanti al concorso annuale).

    (+39) 3662857549
    bureau.cefp@gmail.com

Musée Cerlogne

Musei  -  Saint-Nicolas

Jean-Baptiste Cerlogne nacque il 26 marzo 1826 a Cerlogne, villaggio di Saint-Nicolas, da una famiglia di contadini. Dopo aver lavorato come spazzacamino in Francia, a Marsiglia, di ritorno dalla Prima guerra d’indipendenza dove era stato fatto prigioniero, Cerlogne divenne cuoco presso il Seminario Maggiore di Aosta: qui si fece notare per le sue doti di intelligenza e creatività, e gli fu proposto di studiare e prendere i voti.
Fu così che nacque “l’abbé Cerlogne”, cantore della vita contadina ed impareggiabile poeta dialettale autore di numerose pubblicazioni scritte in dialetto francoprovenzale (“patois”), nonché di opere di salvaguardia e divulgazione dello stesso dialetto, tra cui il “Dictionnaire du patois valdôtain”.
Morì nel 1910 a Saint-Nicolas, dove riposa in una tomba a ridosso della facciata della chiesa.

In questo museo in località La Cure, accanto alla chiesa parrocchiale, sono presentati opere ed oggetti personali del poeta valdostano, oltre che di altri scrittori dialettali del passato, raccolti dal compianto Renato Willien, scrittore, uomo di teatro, fotografo e fondatore di questo museo: nel medesimo luogo, lo stesso Willien istituì il 16 ottobre 1967 il Centro di Studi Francoprovenzali, successivamente dislocato nel villaggio di Fossaz-Dessus, dove ha attualmente sede.
Sotto al Museo, nell’antica stalla a volta, è stata ricavata una galleria per mostre temporanee.

    (+39) 3662857549
    bureau.cefp@gmail.com

Museo Gerbore

Musei  -  Saint-Nicolas

momentaneamente chiuso

Il museo Gerbore si trova all’interno della “Maison de la Tôr”, un edificio storico già citato in un documento del 1768, che ospita da tempo immemorabile il forno per il pane e la latteria a servizio delle famiglie del villaggio.
In una cornice architettonica tipica è allestita la mostra “L’epoca dei Pionieri”, a cura della Fondation Joseph Gerbore, in cui sono presentate una cinquantina di macchine agricole degli anni ’50, non restaurate ma semplicemente pulite per mostrarle così come erano al momento dell’uso.

Oltre all’aspetto tecnico si vuole evidenziare l’impatto socio-economico causato dall’avvento del motore in campagna (la rivoluzione introdotta dalla motofalciatrice ne è l’esempio più emblematico).

    (+39) 016595579
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    giovannigerbore@libero.it

Castello di Saint-Pierre

Castelli e torri  -  Saint-Pierre

Collocato su uno sperone roccioso in località Tache, inconfondibile per la sua foggia fiabesca, il castello di Saint Pierre rappresenta un unicum nel suo genere.

Le famose quattro torrette laterali (aggiunte nell´800) rendono quasi disneyano quello che risulta essere uno tra i più antichi manieri della regione. La struttura primitiva dovrebbe risalire al XII secolo in quanto, nella famosa Carta delle Franchigie del 1191, figurano i nomi dei fratelli de castro Sancti Petri, comproprietari di una parte del castello. Tra i proprietari che si susseguirono merita una citazione Pietro Filiberto Roncas, che ampliò il castello e diede al suo interno numerosi ricevimenti.

Da allora, era il Seicento, il castello subì alcune modifiche e soprattutto cambiò più volte i proprietari sino ai giorni nostri dove, divenuto di proprietà del Comune di Saint Pierre venne utilizzato come sede del Museo Regionale di Scienze Naturali dal 1985 fino alla sua chiusura, resasi necessaria per lavori di restauro.

Messe in sicurezza le strutture architettoniche e consolidati i solai lignei ed i pavimenti, sono stati installati nuovi impianti tecnologici ed un ascensore. Il restauro delle facciate esterne e delle sale interne ha permesso la riallestimento del museo e la sua riapertura a fine 2022.

Guarda il video: Castello di Saint Pierre

    museoscienze@regione.vda.it

Castello Sarriod de La Tour

Castelli e torri  -  Saint-Pierre

Il castello è chiuso dal 22 ottobre al 5 novembre 2024

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L’esistenza della nobile famiglia Sarriod, legata politicamente ma non da vincoli di parentela ai signori di Bard, è attestata fin dal XII secolo. Rimangono comunque oscure le origini del castello, situato a Saint-Pierre in una zona pianeggiante a poca distanza dalla strada statale.
L’impianto più antico comprendeva la cappella e la torre centrale a pianta quadrata (donjon) circondata da una cinta muraria, configurazione tipica dei castelli valdostani risalenti al X-XII secolo.

Nel 1420 Jean Sarriod fece costruire, dove già esisteva la torre denominata fin dal XIV secolo “turris Sariodorum”, un vero e proprio castello con funzioni di rappresentanza mediante l’aggiunta di una serie di corpi al donjon preesistente. A questo intervento risalgono la realizzazione della scala a chiocciola della torre (viret) e l’inserimento delle finestre crociate in pietra da taglio caratteristiche del Quattrocento valdostano. Nel 1478 il figlio di Jean, Antoine Sarriod de la Tour, trasformò la cappella intitolata alla Vergine e a San Giovanni Evangelista, occasione in cui furono realizzati gli affreschi esterni con la Crocifissione e San Cristoforo e fu elevato il piccolo campanile. Nell’ala nord, al piano terreno, si apre un vasto locale di servizio con copertura in legno; al primo piano è situata la cosiddetta “sala delle teste”, che prende il nome dalla decorazione del soffitto ligneo.
Nel tardo XV secolo la cinta muraria venne munita di torri difensive a pianta circolare e semicircolare e fu aperto sul lato orientale il nuovo ingresso al castello con portale a sesto acuto e archivolto scolpito recante lo stemma dei Sarriod.

La discontinuità fra le quote di livello nei vari ambienti attesta i diversi interventi succedutisi nei secoli successivi. Nel XVI secolo sorse l’ala che oggi costituisce il prospetto orientale, la torre all’angolo nord risale al XVII secolo e alcuni frammenti di pitture murarie e un camino in stucco sono della prima metà del ‘700.
Il castello rimase di proprietà dei Sarriod de la Tour fino al 1923 quindi passò alla famiglia Bensa di Genova. Dal 1970 appartiene alla Regione autonoma Valle d’Aosta.

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Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo

Chiese e santuari  -  Saint-Pierre

L’attuale chiesa di Saint-Pierre fu costruita interamente nel 1871-72 sui resti delle precedenti chiese di origine medievale. L’edificio è a pianta rettangolare ad una sola navata: i fratelli Alessandro ed Auguste Artari hanno decorato, nei primi anni del Novecento, la facciata e la volta e hanno raffigurato l’ultima Cena, gli evangelisti e alcuni santi valdostani sull’altare maggiore in marmo bianco, sormontato da una bella tela dipinta dallo Stornone nel 1889 in cui si distinguono Nostro Signore e San Pietro. La grande cornice è un’opera dello scultore Comoletti.
La chiesa ospita un pulpito in noce del diciottesimo secolo i cui pannelli intagliati rievocano la vita di San Pietro. Il campanile risale al dodicesimo secolo: si tratta di una torre squadrata in pietra intonacata che presenta feritoie dalla base alla cima e aperture a uno, due e fino a tre vani nell’alloggiamento delle campane.

    (+39)0165903015

Museo all'aperto Mont Fallère

Musei  -  Saint-Pierre

Lungo il percorso che da Vetan porta al rifugio Mont Fallère, tra i rami e dietro i sassi si affacciano piccole creature del bosco: il gufo, le civette, il falco e i leprotti, la marmotta, il picchio, il gallo cedrone, la volpe e l’aquila, per citarne alcun, mentre tra gli alberi gli gnomi curiosi spiano l’escursionista.

Avvicinandosi al rifugio le sculture diventano più grandi: ed ecco il nonno che indica ai nipoti la direzione per il rifugio, la coppia di camosci e quella di stambecchi ma anche un montanaro che, colto da necessità improvvise, si nasconde dietro un sasso.

Le sculture del museo a cielo aperto fatta eccezione per la madonna inserita in una grotta, sono realizzate in maniera più rustica e utilizzando essenze lignee meno pregiate ma sicuramente più adatte a resistere all’esterno.
Passo dopo passo sarà la curiosità a guidare i visitatori in una caccia al tesoro tra statue di legno e profumi di montagna.

La maggior parte delle opere (circa 100/120) sono state realizzate dallo scultore valdostano, nonché proprietario del rifugio, Siro Viérin.

    (+39) 3661745090
    3391791023
    info@rifugiomontfallere.it

Museo regionale di Scienze Naturali

Musei  -  Saint-Pierre

Il Museo regionale di Scienze naturali è intitolato al suo fondatore, Efisio Noussan.

Il progetto museografico si fonda sul binomio castello-museo ed intende valorizzare sia il bene storico-architettonico sia quello scientifico-naturalistico, adottando un approccio in linea con i più moderni orientamenti museografici e museologici.

Il doppio registro di visita consente al visitatore, in ogni sala, di conoscere la storia del castello, scoprendo anche le parti storiche ancora presenti, come camini, arredi, decorazioni e stemmi, e la fauna, la flora e l’ambiente naturale della Valle d’Aosta.

La visita al museo diventa così un viaggio negli ecosistemi della Valle d’Aosta, cui si accede anche grazie alle postazioni interattive dove trovare notizie, mappe, curiosità, immagini su ghiacciai, il clima, la geologia. Alle sale allestite in modo tradizionale, si affiancano le sale che ospitano attrezzature multimediali destinate a creare esperienze innovative ed emozionali.

Il museo affianca le attività istituzionali di conservazione, di esposizione dei reperti e di divulgazione, all’attività di ricerca scientifica, svolta nella sua sede operativa di La Salle, con l’ausilio delle moderne biotecnologie a sostegno della conservazione della biodiversità.

Il museo ospita anche la marmotta del Lyskamm, considerata il più antico reperto mummificato d’Italia.

Il percorso di visita si articola nelle 16 sale del castello poste al piano terra e ai due piani superiori.

  • 1-Sala degli stemmi
    La prima sala è interamente dedicata alla storia del Castello. Una moderna postazione multimediale permette di ripercorrere le fasi di ricostruzione del castello e la successione delle casate per illustrare gli stemmi dipinti della sala e raccontare gli scavi archeologici eseguiti durante i lavori di recupero del castello.
  • 2-Sala delle differenze: dai vigneti al Polo Nord
    La Valle d’Aosta, malgrado la modesta estensione, si caratterizza per la sua elevata biodiversità, testimoniata dalle molteplici specie animali e vegetali ospitate nel raggio di pochi chilometri. Tra i vigneti e gli ulivi della bassa valle e gli ambienti glaciali del Monte Bianco, la cima più alta delle Alpi, si compie un viaggio simile a quello che dal mare Mediterraneo porta a Capo Nord e ai ghiacci dell’Artico. La successione di piani altitudinali illustra le differenze che caratterizzano l’ambiente montano dal piede alla vetta della montagna attraverso filmati e supporti multimediali. Il percorso si addentra poi tra le aree protette regionali, parchi e riserve naturali, siti Natura 2000 e giardini botanici alpini.
  • 3-Sala del tempo: il vecchio museo di scienze naturali
    Le pareti e la volta ritrovate nei decori, il pavimento in legno a riquadri bicolori e i lampadari in ferro battuto, sono la cornice dell’allestimento storico del Museo di Scienze Naturali. La storia del museo è raccontata, dalla sua istituzione ai giorni nostri, attraverso le vetrine storiche e minimaliste.
  • 4-Sala delle rocce: le pietre raccontano
    La Valle d’Aosta consente un viaggio geologico attraverso i segreti delle rocce delle Alpi, dal granito del Monte Bianco allo gneiss del Gran Paradiso, dalle linee svettanti del Cervino alle forme dolomitiche delle Cime Bianche. La geologia è la tematica portante raccontata attraverso campioni di rocce, immagini di vette, cartografie geologiche e dei suoli e interviste virtuali con un geologo cui si affiancano approfondimenti sui suoli della Valle d’Aosta.
  • 5-Sala dei versanti: il diritto e il rovescio
    Ogni valle orientata da est a ovest, o viceversa, presenta un versante al sole (l’adret) e l’altro in ombra (l’envers).
    L’ esposizione determina rilevanti differenze di temperatura e condizioni climatiche influendo sulle coltivazioni, sugli ecosistemi e sulle specie vegetali e animali. Le differenze climatiche e ambientali tra il versante sud e versante nord sono un altro aspetto caratterizzante i territori di montagna e, in particolare, il territorio valdostano. Numerosi gli spunti di approfondimento sui temi delle precipitazioni e delle temperature con un focus rivolto ai cambiamenti climatici.
  • 6-Sala degli Abbés savants: gli occhi della fede e della scienza
    Il percorso di visita prosegue nelle due sale intermedie poste tra il piano terra e il primo piano. Gli abbés savants, i preti scienziati che hanno animato la vita intellettuale e scientifica della Valle d’Aosta tra l’ottocento e il novecento si sono dedicati allo studio, alla ricerca e alla divulgazione.
  • 7-Sala Noussan
    La sala è dedicata ad Efisio Noussan noto imprenditore valdostano, appassionato conoscitore della cultura e dell’ambiente naturale della Valle d’Aosta. Grazie alla sua tenacia, la Société de la Flore Valdôtaine riprese le sue attività e nel 1985 fu istituito il Museo regionale di Scienze naturali che oggi porta il suo nome.
  • 9 e 10-Sale dell’acqua: la forza creatrice
    Dall’acqua dei ghiacciai alla sorgente d’alta quota, dal lago alpino alla cascata, dalla torbiera alla palude, dal torrente allo stagno, la Valle d’Aosta è interamente disegnata e percorsa dalla forza vitale dell’acqua, che modella il paesaggio della montagna portando la vita e, talvolta, anche la distruzione. Attraverso diorami e ricostruzioni naturalistiche si possono osservare da vicino gli ambienti strettamente legati alla presenza dell’acqua e caratterizzati da delicati equilibri. La saletta adiacente propone un’esperienza sonora e visiva, tra i suoni delle cascate, della pioggia, dei torrenti, del gocciolio dell’acqua di fusione glaciale.
  • 11-Sala della foresta: la vita segreta
    Una breve passeggiata notturna in una foresta di montagna, accompagnata da versi di uccelli e mammiferi, fruscii del vento, ombre misteriose e suoni primordiali, suscita sensazioni e permette di scoprire i diversi tipi di alberi, i loro abitanti, i boschi e la loro distribuzione sul territorio. Un ambiente riprodotto a grandezza naturale.
  • 12-Sala della vertigine: gli abitatori del vuoto
    La riproduzione astratta degli ambienti rocciosi della Valle d’Aosta illustra l’adattamento delle varie specie animali e vegetali alla vita in verticale, uomo compreso, che “conquista” il vuoto con opere viarie, terrazzamenti e villaggi sospesi. Nelle teche sono esposte riproduzioni di animali e piante riprodotte con la stampa 3D.
  • 13 e 14-Sale della prateria: le quattro stagioni
    Come in un viaggio virtuale verso altitudini più elevate, si giunge alle praterie dove si osservano i cambiamenti imposti dal trascorrere del tempo, che fa germogliare e appassire i fiori, trattiene e cancella le tracce degli animali, richiama e allontana le mandrie, le greggi e i pastori. Verde d’estate e bianca in inverno, la prateria scandisce la ritualità delle stagioni alpine.
  • 15-Sala del gelo: ghiaccio vivo
    Da almeno due secoli i ghiacciai sono una attrattiva turistica della Valle d’Aosta ma anche laboratorio di scoperte scientifiche e palestra d’alpinismo, agenti modellatori del paesaggio, importanti indicatori ambientali e insostituibile riserva d’acqua. Il ghiacciaio è materia “viva” che scivola a valle come un torrente gelato. Oltre ad una video intervista sulla nascita dell’alpinismo, le postazioni forniscono informazioni sui ghiacciai e sugli effetti dei cambiamenti climatici.
  • 16-Sala delle emozioni
    L’esperienza di visita al museo si conclude con un viaggio nella Valle d’Aosta, tra panorami spettacolari e immagini coinvolgenti nell’intento di suscitare interesse e curiosità per scoprire, con maggiore consapevolezza, la natura valdostana direttamente sul territorio.
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