Patrimonio culturale: Donnas, Fontainemore, Perloz

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La strada romana delle Gallie ed il suo arco

Architettura romana  -  Donnas

La strada romana delle Gallie, costruita per collegare Roma alla Valle del Rodano, ha nel tratto di Donnas uno dei suoi punti più caratteristici e spettacolari, intagliata com‘è nella viva roccia per una lunghezza di 221 metri.

In un luogo dove, in antico, il promontorio roccioso arrivava a tuffarsi nelle acque della Dora, i Romani hanno lanciato una vera e propria sfida alla natura intagliando una roccia viva su cui hanno saputo tirare pareti perfettamente verticali e nel cui grembo hanno ricavato il sedime stradale.

Emozionante ed insolita, qui la Via delle Gallie dà il meglio di sé offrendo lo spettacolo di un passaggio ad arco di 4 metri di spessore, 4 metri di altezza e quasi 3 metri di larghezza che illustra eloquentemente la mole di roccia asportata, mostrando tutta la raffinatezza di una tecnica stradale mai più raggiunta fino ai viadotti e alle gallerie moderne.

Nel Medioevo servì come porta del borgo, che veniva chiusa durante la notte; le altre difese erano naturali: da una parte la montagna e dall’altra il fiume.

Una strada fondamentale, molto utilizzata nel corso dei secoli come, effettivamente, testimoniano i profondi segni lasciati dal passaggio dei carri e l’usura del piano di calpestio che, in più punti, presenta rattoppi e risarciture operate nel tempo.

Poco oltre, sulla destra, si riconosce il profilo aggettante di un miliario, anch’esso risparmiato nel banco roccioso, che ci informa in merito alla distanza da Augusta Praetoria (l’attuale città di Aosta): XXXVI miglia (circa 54 km).

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Cappella di Sant’Orso

Chiese e santuari  -  Donnas

Tra le più antiche cappelle del territorio di Donnas, si trova a ovest del borgo medievale e sarebbe stata fondata per salvaguardare le case dalle frequenti e pericolose inondazioni della Dora Baltea. La cappella pare sia già stata citata nel 1176 in una bolla di Papa Alessandro III.

L’architrave del portale di ingresso reca la data 1692, anno in cui la cappella fu ricostruita. Il bel portale in pietra risulta una copia in scala ridotta di quello della chiesa parrocchiale di Issime (1685 circa).
All’interno, si può ammirare un pulpito del tardo Settecento in legno dorato e policromo su cui spiccano figure di santi e ghirlande di fiori.

Cappella di Verale

Chiese e santuari  -  Donnas

Nell’alpeggio di Verale, a 1215 metri di altitudine, sorge la cappella dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore, fondata nel 1753. Nel villaggio si può vedere anche il forno comunitario usato per la cottura del pane.

In passato i fedeli andavano in processione al vicino santuario di Machaby il 5 agosto per la ricorrenza della Madonna delle Nevi e, al ritorno, il giorno seguente, si fermavano a Verale per celebrare la Trasfigurazione. Oggi la festa si svolge il secondo sabato di agosto.

Ecomuseo della Latteria turnaria di Treby

Musei  -  Donnas

L’edificio nella frazione Tréby di Donnas, che dal 1897 fino al 1980 ha ospitato l’attività della locale latteria sociale, riveste un duplice interesse storico-culturale, poiché testimonia da un lato il passato rurale del paese, quando l’allevamento era attività diffusa e contribuiva alla sussistenza della popolazione, dall’altro la secolare presenza a Donnas della Confraternita dello Spirito Santo, la cui attività di beneficenza è sopravvissuta fin quasi ai giorni nostri.

Mentre i locali usati fino a trent’anni fa come latteria sociale conservano gli arredi e l’attrezzatura utile al conferimento del latte e alla successiva lavorazione casearia, oltre che la documentazione e i registri relativi al funzionamento della società stessa, nella sala attigua, interamente affrescata, emergono le testimonianze dell’attività della «Confrérie du Saint-Esprit», esistente fin dal 1012 come riportato sull’affresco raffigurante l’ultima cena.
Vari dipinti testimoniano il lavoro svolto dalla confraternita a favore della comunità. Dovere dei confratelli era infatti tradurre la fede in opere di carità, distribuire cibo ai poveri e ospitare i senzatetto in caso di incendio. L’attività benefica della confraternita proseguì per più di un secolo e mezzo dopo la sua soppressione ufficiale avvenuta nel 1776.

L’atto di costituzione della latteria di Tréby porta la data del 25 luglio 1897. Cinque anni dopo, il 21 maggio 1902, la latteria sociale di Treby acquistò lo stabile della Confraternita dello Spirito Santo, dove svolse la sua attività fino al 1980, quando la società si sciolse.

L’intero fabbricato è stato restaurato e destinato nel 2003 a museo etnografico, arredato con le stesse attrezzature e materiali usati un tempo per la lavorazione del latte.

    (+39) 0125.807051
    info@comune.donnas.ao.it

Il ponte di Guillemore

Architettura  -  Fontainemore

Era anticamente il luogo in cui si congiungevano le due strade che risalivano la Valle del Lys, sulla destra e sulla sinistra orografica del torrente omonimo. Guillemore con la sua gola determinava il confine tra il “Mandement de Vallaise” e il “Mandement di Issime e Gressoney”. La denominazione di Guillemore è riportata con diverse varianti: Guymour - Guimor - Guymor - Gueymor.

Trattandosi appunto di un luogo strategico e fortemente caratterizzato dal punto di vista morfologico, si ritiene che una parte del toponimo sia quanto mai antico.

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Il ponte storico di Fontainemore

Architettura  -  Fontainemore

Il ponte di Fontainemore, costruito in epoca medievale intorno al 1200, si trova accanto alla Chiesa parrocchiale e attraversa il torrente Lys con un’unica arcata della lunghezza di 22 metri.

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Il villaggio di Farettaz a Fontainemore

Architettura  -  Fontainemore

Fontainemore può compiacersi d’essere uno dei più importanti focolai di emigrazione attiva (stagionale) legata all’edilizia. Da San Giuseppe a Santa Barbara, talvolta anche a Natale, gli uomini di questa comunità partivano per svolgere il proprio mestiere di mastri costruttori in Savoia, nel territorio del Ducato di Aosta e in grandi città, come Torino, Marsiglia, Lione, Grenoble e persino Parigi.

L’architettura delle abitazioni del loro comune d’origine incute rispetto. Tracce d’amore per il taglio preciso della pietra e quelle alte murature portanti di 4 o 5 piani sono sparse per più di cento casali sui versanti ripidi, coperti da castagni.

Farettaz è uno dei villaggi meglio conservati che si compone di diversi gruppi di case uniti da sentieri ben sistemati. Il più interessante è, senza alcun dubbio, quello da cui si erge il campanile della cappella dedicata a San Lorenzo. L’ingresso del sito è decorato da una bella fontana ricoperta da una volta in pietra; la vasca è alimentata da un lungo canale scavato nella roccia.

Strette le une alle altre, le case disegnano formazioni complesse, separate da passaggi coperti, terrazze, giardini e vicoli, che permettono di scoprire un’antica architettura di qualità, nel cui grembo si compenetrano spazi interni ed esterni in dimensione umana, pregna del “saper vivere” la montagna.
Il forno comunitario del villaggio è stato restaurato e viene ancora utilizzato in occasione di alcuni eventi durante i quali si impasta e si cuoce il pane nero di farina di segale.

Una nota interessante: nel territorio di Fontainemore, nel villaggio Pra dou Sas, è stato allestito un museo etnografico della media montagna.
Grazie alla collaborazione degli abitanti, questo piccolo museo comunale presenta al pubblico gli oggetti della vita quotidiana inseriti negli scenari di un’abitazione tradizionale.

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Cappelle

Chiese e santuari  -  Fontainemore

Nel territorio di Fontainemore si possono contare ben undici cappelle, costruite dai “macons” (muratori) di ogni villaggio come simbolo dell’autonomia delle singole frazioni.
Le cappelle affrescate sono la cappella della Madonna della Neve in frazione Niana, la cappella di San Francesco di Sales in frazione Pillaz, la cappella di San Defendente in frazione Chuchal, la cappella dedicata a San Lorenzo a Farettaz e l’oratorio della Balma sul colle omonimo.
Le due cappelle più ricche e ben conservate sono quelle di Planaz e Kiry.

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Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio Abate

Chiese e santuari  -  Fontainemore

Fu edificata nel 1494 al posto di una vecchia cappella e ricostruita nel 1679, dopo che l’edificio era stato distrutto da una frana.
Un’iscrizione latina, scolpita a caratteri gotici sulla pietra di una finestra, un tempo facente parte della Chiesa e ora inserita in un muro davanti alla curia, attribuisce la costruzione dell’edificio al capomastro Antonio Goyet di Issime.
Nel 1756, in seguito a un’alluvione, si dovette ricostruire un’altra volta la chiesa: è di quest’epoca l’altar maggiore ligneo.

Elementi interessanti:
- il secentesco portale di legno intagliato, costituito da quattro pannelli rappresentanti le figure di San Grato, San Giocondo, Sant’Antonio e Sant’Orso e da sei pannelli con foglie e fiori;
- il presbiterio con abside rotonda risalente al XV secolo;
- la volta a vela con nervature di pietra ricoperta da calce ed un rosone al centro, recante lo stemma dei Vallaise.
- il ponte medievale con un’arcata di 22 metri che conduce alla chiesa.

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Ecomuseo della media montagna

Musei  -  Fontainemore

L’ecomuseo della media montagna si trova a Pra dou Sas, alle porte della Riserva naturale del Mont Mars.
Si tratta di un bellissimo villaggio di media montagna, i cui edifici sono stati in parte adibiti a museo di sé stessi.

Una casa in muratura su due piani presenta, al livello inferiore la stalla e a quello superiore il locale col camino per la lavorazione del latte e quello per l’abitazione della famiglia.

Il vicino rascard in legno racchiude l’area in passato destinata alla battitura della segale e quella per la conservazione delle derrate. Nella cantina sottostante si trova il locale per la stagionatura dei formaggi.
Una parte del rascard ospita una collezione di attrezzi da falegname e di altre professioni tradizionali.

Particolare importanza assumono gli attrezzi del muratore, mestiere caratteristico di questo paese, per il quale gli abitanti erano famosi anche all’estero, dove venivano chiamati a prestare la loro opera nella bella stagione.

Come arrivare
Dall’abitato di Fontainemore si sale per alcuni chilometri lungo la strada regionale per Gressoney sino ad imboccare sulla destra il ponte che conduce alla Riserva del Mont Mars. Superato il Lys, continuare lungo la strada che conduce a Pillaz-Pian Coumarial: proseguire lungo la strada principale, lasciare a sinistra il bivio per la frazione Pillaz e raggiungere la località Pra dou Sas, dove troverete le indicazioni per raggiungere l’ecomuseo.

    (+39) 0125.832700
    (+39) 3472507512
    info@montmars.it

Antico torchio di Perloz

Architettura  -  Perloz

Il torchio di Perloz è una interessante testimonianza della storia della viticoltura e delle tradizioni rurali della zona.
La torchiatura consentiva l’estrazione, tramite pressatura, della parte liquida dalle vinacce, ciò che restava al termine della fermentazione alcolica dopo che il vino era stato spillato dai tini.
L’albero è costituito da un’enorme trave di castagno della lunghezza di 7,3 metri che si muoveva grazie alla vite posta all’estremità del braccio più lungo.
L’antico torchio, oggi restaurato, si trova in un locale lungo e stretto, ad accesso libero.

LA STORIA DEL TORCHIO
La parte più antica dell’edificio è riconducibile al XVI secolo.
Nel XVII secolo il terreno su cui è stato costruito il torchio apparteneva al feudo dei Vallaise. Ricerche di archivio ne attestano la proprietà alla famiglia Gavy che, avendo contratto vari debiti, nel 1781 per ordine del giudice dovette cedere tutti i suoi beni ai creditori.
L’edificio passò così ai fratelli Glésaz, famiglia che manterrà la proprietà del torchio sino al XIX secolo.
Tra il 1790 e il 1812 l’edificio ha subito una ricostruzione globale, ben riconoscibile nel muro est.
Il torchio funzionò regolarmente sino agli anni ‘20 del XX secolo, terminando la sua attività per la drastica riduzione della viticoltura.
Anche se inattivo, il torchio rimase in buone condizioni fino al termine della seconda guerra mondiale quando un devastante incendio appiccato dai nazifascisti il 30 giugno 1944, nel corso di una rappresaglia contro i partigiani, ne compromise definitivamente la struttura.

Chemp, Varfey e altri villaggi a Perloz

Architettura  -  Perloz

All’arrivo a Crétaz di Miochaz, dove si parcheggia l’automobile, si diramano due percorsi; entrambi conducono agli ultimi villagi di Perloz che venivano definiti inaccessibili perché bisognava salirvi o discenderne a piedi.
Sono, in apparenza, dei “nidi d’aquila”, ma agevoli sentieri li raggiungono, salendo, in meno di un’ora di escursione.
I villaggi di Chemp e Varfey sono oggi raggiungibili anche in auto (Varfey da Lillianes e Chemp da Perloz).
Tra le case del villaggio di Chemp si può visitare un museo a cielo aperto con pregevoli opere di vari artisti che rendono questa meta ancora più interessante.

VARFEY
Sul tratto a monte di Crétaz, sopra una vasta terrazza che domina la valle centrale e la piana del Canavese si trova Varfey, dove alcuni granai richiamano la funzione cerealicola delle terrazze abbandonate d’attorno. Questo piccolo villaggio ha la peculiarità di trovarsi a cavallo della linea di confine tra i comuni di Perloz e Lillianes e le lettere P / L sono impresse sul sentiero e sui muri.

CHEMP
A un livello inferiore, Chemp è insediato, invece, su un’altura di rocce smussate dai ghiacciai al limitare dei frutteti di castagni. Fiere sagome di grandi abitazioni in pietra della fine del XIX secolo si stagliano sul paesaggio, al fianco di quelle di una minuscola cappella immacolata e di costruzioni rurali più semplici o più antiche.
A Chemp un bel granaio del XVII secolo fiancheggia una dimora abbellita, nella facciata, da una loggia ad arcate, nota come “la casa del notaio”.
Lontano dal frenetico contesto odierno delle città, questi villaggi sono oasi di pace, tuttora abitate in alcuni periodi dell’anno. Vi si lavora ancora nella stalla o nel laboratorio di scultura.
Visitare Chemp significa scoprire non solo edifici dalla pregevole architettura rurale, di cui solo una piccola parte restaurate, ma anche ammirare le opere d’arte, collocate tra le case, che animano questo antico villaggio.

Curiosità:
Il territorio di Perloz riserva anche altre sorprese: in primavera, cresce un fiore straordinario al Col Fenêtre di Perloz (1670 m): la peonia. La zona, per le sue peculiarità botaniche, fa parte della rete ecologica “Natura 2000”.
Il sentiero che in 20 minuti conduce al colle costeggia due villaggi che affascineranno gli appassionati d’architettura tradizionale: Pesse, insediato su una terrazza in dolce pendenza sovrastante il vallone di Nantey, è abitato soprattutto nella bella stagione, mentre il villaggio di Fenêtre, abbarbicato al versante dedicato un tempo all’agropastoralismo, è in abbandono.

Il mulino di Glacières

Architettura  -  Perloz

Azionato dalle acque del “ru” (canale irriguo) di Marine il mulino di Glacières (o Giassère) è molto antico, come dimostrano le date incise in alcuni punti della costruzione. La prima citazione documentale risale al 1501 e si trova nell’atto di infeudazione dei gestori del mulino da parte dei signori di Vallaise.

Il mulino passò poi dalla gestione privata a quella comunitaria del villaggio di Marine che agli inizi del ‘600 installò una nuova macina.
La comunità affittava il mulino ai conduttori che dovevano garantire la manutenzione del mulino e anche del ruscello. I pagamenti per i servizi di molatura avvenivano in cereali e farina.
Il mulino fu rimesso in funzione durante la seconda guerra mondiale dai partigiani della Brigata Lys e l’uso è continuato fino al primo dopoguerra.

Oggi l’impianto non è più attivo ma è comunque funzionante. All’interno sono conservate le due macine con le tramogge in legno per l’inserimento dei cereali e le madie per la raccolta della farina.

    (+39) 3204248315

Santuario della Madonna della Guardia

Chiese e santuari  -  Perloz

Il santuario di Notre-Dame de la Garde è posto in posizione panoramica nel territorio del comune di Perloz, all’imbocco della valle del Lys.

La prima costruzione del santuario sembra risalire al secolo XII, dovuta al ritrovamento casuale, come racconta la tradizione, di una statuetta della Madonna, probabilmente nascosta durante l’epoca delle invasioni barbariche. Tra il 1715 ed il 1718 venne realizzato un ampliamento.

La facciata è molto elegante, con un portico sostenuto da quattro colonne.
L’interno, affrescato nell’Ottocento dai fratelli Avondo, è sovrastato da volte a vela e tappezzato di quadretti votivi, manifestazioni della fede popolare e della gratitudine per la “grazia ricevuta”.

Degni di nota, i tre altari in legno del ’700 e la statua della Vergine miracolosa, assisa con il bambino, del XIV secolo.
Sul davanzale interno della facciata, a sinistra, una pietra ovale che serve da “élémosinaire”, con incisi la sigla IHS e lo scudo dei Vallaise.

Nella piazzetta davanti alla chiesa si trovano una bella fontana con colonna, con un mascherone datato 1642, ed una vasca scavata in un unico blocco di pietra.
Sul retro della chiesa si trovano il campanile e la casa dei pellegrini, con un elegante porticato da cui la vista spazia verso la pianura.

    (+39) 0125.804177
    (+39) 347.7189744
    s.soudaz@libero.it

Museo della Resistenza Brigata Lys

Musei  -  Perloz

Il Museo, inaugurato nella nuova sede il 25 aprile 2008, è ospitato in Località Capoluogo all’interno dello storico edificio che fu dimora, subito dopo la guerra, della prima banda partigiana attiva nella bassa Valle d’Aosta, la Brigata Lys protagonista nel 1943 della prima azione di resistenza nella Bassa Valle, nel quadro più generale della guerra e della lotta per la Liberazione in Valle d’Aosta.
Cimeli, divise, elmetti, capi d’abbigliamento, bandiere, carte topografiche, armi, oggetti di vario genere sono opportunamente accostati a prezioso materiale documentario, fotografico e iconografico, valorizzato grazie alle tecnologie multimediali e a modalità comunicative nuove e coinvolgenti. Il Centro di Documentazione allestito nel Museo stesso è provvisto di pubblicazioni, video, CD, musicassette, manoscritti e documenti d’archivio. Il museo si è arricchito di video sulla Resistenza in Valle d'Aosta e a Perloz e di audioguide multilingue, che sotto forma di racconto, conducono il visitatore lungo tutto il percorso della mostra permanente

Visite su prenotazione contattando il Municipio ai numeri riportati nella sezione “Contatti”.

Les Chemins de la Liberté
Assieme al museo è possibile scoprire i luoghi della lotta partigiana lungo l’itinerario che si snoda dalla località Plan de Brun fino alla frazione di Marine, percorribile in circa un’ora di cammino.

 

    (+39) 0125807974
    3477189744
    solangesoudaz54@gmail.com