Allestito nella chiesa parrocchiale, il museo d’arte sacra di Valgrisenche custodisce ed espone una raccolta significativa del ricco patrimonio di arredi e suppellettili appartenenti alla chiesa stessa ed alle cappelle di pertinenza.
Numerose statue lignee provengono dalle cappelle dismesse negli anni Cinquanta del Novecento in seguito alla costruzione nella parte alta della vallata di una grande diga, recentemente ridimensionata per ragioni di sicurezza.
Nella vetrina principale spicca il gruppo scultoreo della Vergine in trono con il Bambino databile alla fine del XIV secolo, appartenente all’arredo dell’antica chiesa parrocchiale, edificata successivamente al 1392, anno di costituzione della parrocchia, e consacrata nel 1417.I due angeli ceriferi della cappella di Prariond sono assegnabili al primo quarto del Quattrocento.
Di epoca barocca sono le quattro statue lignee dei santi valdostani Anselmo, Giocondo, Orso e Bernardo facemti parte originariamente dell’altare maggiore realizzato nel 1679. A queste si affiancano nella vetrina altre sculture di santi, databili ai secoli XVII-XVIII, provenienti dalle cappelle della vallata e in particolare da quelle non più esistenti come Surrier, Usellières e Fornet. Stilisticamente omogeneo è il gruppo di statue realizzate dall’artista valsesiano Giovanni Comoletti per la cappella di Mondanges alla fine dell’Ottocento.
Espressioni di devozione mariana sono le sculture collocate nella vetrina a destra dell’ingresso, tra cui una delicatissima Pietà cinquecentesca e la suggestiva immagine della Vergine assunta della cappella di Fornet.
La vetrina centrale mostra le suppellettili processionali.
Antichissima è la croce astile a braccia potenziate databile alla fine del XIII secolo (precedente quindi alla costituzione della parrocchia).
Risale invece al 1440- 1450 la croce posta al centro recante alle estremità dei bracci le figure della Vergine e di san Giovanni ai lati del Cristo e sul retro i simboli degli evangelisti disposti intorno al castone centrale. Quest’ultimo era impreziosito da una piccola pergamena miniata databile al 1470-1480 circa, raffigurante la Madonna con il Bambino, verosimilmente aggiunta in epoca successiva.
La forma tubolare contraddistingue la terza croce, opera d’importazione proveniente con ogni probabilità dalle Fiandre, databile tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo.
In una vetrina dedicata sono presentate le oreficerie devozionali e liturgiche, tra cui quattro preziose cassettine in lamina metallica, destinate alla conservazione e all’esposizione ai fedeli delle reliquie. Frammenti del corpo di san Grato, patrono della parrocchia, erano custoditi sia nel reliquiario a cassetta databile alla seconda metà del XV secolo, sia in quello assegnabile al primo quarto del secolo successivo, ornato da placchette dorate con le figure della Vergine e dei santi Grato e Giocondo.
Al corredo della chiesa e delle cappelle appartiene infine una serie di vasi sacri, comprendente un ostensorio, una pisside e vari calici, datati all’ultimo quarto del XVII secolo e assegnabili a botteghe di argentieri operanti nei territori francesi limitrofi.