Lungo il percorso che da Vetan porta al rifugio Mont Fallère, tra i rami e dietro i sassi si affacciano piccole creature del bosco: il gufo, le civette, il falco e i leprotti, la marmotta, il picchio, il gallo cedrone, la volpe e l’aquila, per citarne alcun, mentre tra gli alberi gli gnomi curiosi spiano l’escursionista.
Avvicinandosi al rifugio le sculture diventano più grandi: ed ecco il nonno che indica ai nipoti la direzione per il rifugio, la coppia di camosci e quella di stambecchi ma anche un montanaro che, colto da necessità improvvise, si nasconde dietro un sasso.
Le sculture del museo a cielo aperto fatta eccezione per la madonna inserita in una grotta, sono realizzate in maniera più rustica e utilizzando essenze lignee meno pregiate ma sicuramente più adatte a resistere all’esterno.
Passo dopo passo sarà la curiosità a guidare i visitatori in una caccia al tesoro tra statue di legno e profumi di montagna.
La maggior parte delle opere (circa 100/120) sono state realizzate dallo scultore valdostano, nonché proprietario del rifugio, Siro Viérin.