Il castello è chiuso dal 9 al 25 novembre 2024

A Gressoney-Saint-Jean, nella Valle del Lys,  la fatata residenza estiva della Regina Margherita di Savoia con splendida vista sul Monte Rosa. 

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La storia

Realizzato per volere della Regina Margherita di Savoia, che soggiornava a Gressoney ospite dei baroni Beck Peccoz già dal 1889, il castello sorge ai piedi del Colle della Ranzola nella località denominata “Belvedere”, in ragione della splendida vista che da lì domina tutta la vallata fino al ghiacciaio del Lyskamm. La posa della prima pietra dell’edificio avvenne il 24 agosto 1899 alla presenza di re Umberto I il quale, assassinato a Monza un anno dopo, non avrebbe visto la conclusione dei lavori, protrattisi fino al 1904. La dimora ospitò la Regina durante i suoi soggiorni estivi fino al 1925, un anno prima della sua morte, che avvenne a Bordighera il 4 gennaio 1926. Dopo l’acquisto nel 1936 da parte dell’industriale milanese Moretti, il castello divenne proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta nel 1981.

Costituito da un nucleo centrale di forma grosso modo rettangolare, cui si affiancano cinque torrette cuspidate, una diversa dall’altra, il castello fu progettato dall’architetto Emilio Stramucci (ideatore delle decorazioni neobarocche per il Palazzo Reale di Torino e il Quirinale di Roma) in stile medioevale, descritto come “stile lombardo del secolo XV”, assai in uso nella Francia e nella Savoia, regione d’origine dei sovrani regnanti.
L’esterno è rivestito in pietra da taglio grigia proveniente dalle cave di Chiappey a Gressoney, di Gaby e di Vert (Donnas).
Le pitture ornamentali furono realizzate dal giovane pittore e restauratore Carlo Cussetti, in seguito attivo nell’ala nuova del Palazzo Reale di Torino. I soffitti a cassettoni, le boiseries e gli arredi di ispirazione medievale sono invece opera dell’intagliatore torinese Michele Dellera, fornitore della Real Casa.
Il castello si articola su tre piani: il pianterreno con i locali da giorno, il piano nobile con gli appartamenti reali ed il secondo piano (non visitabile), riservato ai gentiluomini di corte; i sotterranei ospitano le cantine. Tutti autentici gli arredi esposti nel castello, così come le tappezzerie che ornano le pareti, in tessuto di lino e seta, decorate ad effetto chiné.

La visita

Pianterreno: gli ospiti accedono ad un vasto atrio a colonne. Si visita quindi la sala da pranzo, dalla ricca decorazione dipinta sulle pareti, sul camino e sul soffitto e rivestita da una boiserie con intagli a pergamena in stile neogotico. Il percorso si sviluppa poi attraverso la veranda semicircolare che si affaccia sulla valle e prosegue verso la sala da gioco, con il biliardo originale ed i salottini di soggiorno.
Piano nobile: un elegante e maestoso scalone in legno di rovere intagliato con grifoni ed aquile conduce agli appartamenti reali, preceduti da un atrio sul cui soffitto si legge l’iscrizione augurale “Hic manebimus optime”. Il percorso di visita raggiunge invece il primo piano attraverso la scala a chiocciola ricavata all’interno della torre di guardia. Nella stanza riservata al padre spirituale che seguiva i reali nelle villeggiature a Gressoney, sono esposte diverse fotografie che ritraggono la Regina ed il suo entourage durante i momenti di svago in montagna. Si procede in seguito con gli appartamenti destinati a Re Umberto I, in cui si ammirano altre curiose foto d’epoca. L’appartamento della Regina occupa la posizione più felice ed è riccamente arredato con mobili nello stile eclettico a lei caro, provenienti in parte dalla Villa Margherita, la dimora che accolse la Sovrana in paese negli anni precedenti la costruzione del Castello; accanto alla camera è possibile osservare la stanza da bagno, mentre sul lato opposto, nella torre settentrionale, si apre un grazioso boudoir, con finti drappi dipinti alle pareti che richiamano la decorazione della sala baronale del castello di Issogne, e finestre che permettono di contemplare il magnifico panorama sul Monte Rosa e sull’intera vallata. La stanza attigua a quella della Regina, infine, è dedicata al principe ereditario Umberto II.

Curiosità

  • La meridiana: realizzata in facciata nel 1922, reca le parole augurali già riportate su un orologio solare di Cogne del 1915: “ Sit patriae aurea quaevis” - “Ogni ora sia d’oro per la patria”. L’augurio, purtroppo, non sarebbe stato realizzato dagli avvenimenti drammatici avvenuti in Italia proprio in quell’anno
  • Le cucine: collocate in un fabbricato poco distante dal castello, sono collegate alla sala da pranzo da una Decauville sotterranea.
  • Il giardino botanico: inaugurato nel 1990 nel parco ai piedi del maniero, è costituito da aiuole rocciose con specie botaniche tipiche dell’ambiente alpino.
  • Altre dipendenze del castello sono la Villa Belvedere, in origine adibita a foresteria e gendarmeria reale, e la casetta nota come Romitaggio Carducci, dedicata al poeta che della Regina fu devoto ammiratore e cantore.