Patrimonio culturale: Verrès

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La Murasse

Architettura  -  Verrès

E’ una grangia costituita da un grande edificio un tempo adibito a stalla e da una torre colombaia, circondati da una cinta muraria merlata. Una iscrizione posta su un muro della torre ne ricorda la costruzione, avvenuta nel 1512 a opera del prevosto Carlo di Challant. Fu la scuderia degli Challant.

E’ attualmente di proprietà dell’Amministrazione Regionale e ospita sedi espositive, la biblioteca comprensoriale e gli uffici della Comunità Montana.

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Castello di Verrès

Castelli e torri  -  Verrès

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La storia
Costruito su un picco roccioso che domina il sottostante borgo, il castello è citato per la prima volta nel 1287 come proprietà dei signori De Verretio. Un’iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant nel 1390 a porre mano ai lavori che fecero assumere all’edificio l’aspetto attuale. Nel 1536 Renato di Challant rinnovò l’apparato difensivo del maniero, adattandolo all’uso delle moderne armi da fuoco. In questa occasione venne costruita una cinta muraria munita di cannoniere, di speroni a contrafforte e di torrette poligonali da offesa, idonei all’impiego delle spingarde e dei cannoni fusi nel feudo che il conte di Challant possedeva a Valangin, in Svizzera; l’ingresso fu reso più sicuro mediante la realizzazione dell’antiporta con il ponte levatoio e l’apertura di feritoie. Si provvide inoltre ad aprire nuove finestre a crociera, in aggiunta a quelle a tipo gotico a monofora e a bifora già esistenti, e nuove porte ad arco moresco, di evidente influsso spagnolo; gli interni furono arricchiti con nuovi arredi. Alla morte di Renato di Challant (1565) senza eredi di sesso maschile, il castello venne incamerato dai Savoia. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II ordinò di smantellare gli armamenti e di trasferirli al forte di Bard, punto strategico dove si concentrava la difesa della Valle d’Aosta.
Gli Challant riottennero il possesso della rocca nel 1696 e lo mantennero fino all’estinzione della casata, ai primi del XIX secolo. A quell’epoca il castello era abbandonato da quasi due secoli: il tetto, già in parte crollato, era stato demolito del tutto per evitare il pagamento del canone erariale, così che i piani superiori erano esposti alle intemperie e invasi dalle erbacce. Il salvataggio di questo castello, come per quelli di Issogne e di Fénis, si deve all’interesse di un gruppo di intellettuali piemontesi accomunati dalla passione per il Medioevo.

La visita
Superata l’antiporta che si apre nella cinta fortificata, accessibile anche a cavallo dal ponte levatoio, si incontra l’edificio destinato a corpo di guardia situato di fronte all’entrata del castello. Il portale di ingresso immette in un androne difeso da una caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello. Attorno a questo ambiente quadrato il corpo dell’edificio è disposto ad anello su tre piani, collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti. La regolarità geometrica della struttura e l’essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell’edificio e denotano altresì l’eccellenza delle maestranze che operarono a Verrès.
Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina. Il salone orientale probabilmente in origine adibito a magazzino per l’artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d’armi sita a occidente, voltata a sesto acuto: essa presenta due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi nel corso di un restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive.
I locali del primo piano, riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri piani. La grande sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale. Questo ultimo ambiente, dotato di tre grandi camini, presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, l’unica copertura originale ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino situato sul lato nord, di dimensioni eccezionali e riccamente decorato da modanature e pilastrini.
Al secondo piano (non visitabile) sono situati gi appartamenti di servizio, collegati da una scala in legno al piano delle caditoie.

Il castello ogni anno è il prestigioso palcoscenico del Carnevale Storico verreziese in cui si rievoca, tra storia e leggenda, l’epopea della contessa Caterina di Challant.

Guarda il video Alfredo d'Andrade e i castelli di Fénis e di Verrès

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Cappelle

Chiese e santuari  -  Verrès

CAPPELLA DEI SANTI BARBARA E GIACOMO - collocato nella Fraz. Torille, l’attuale edificio è databile alla seconda metà del XIX secolo. Esso non occupa la stessa posizione di quella fondata da Giacomo Peaquin nel 1647 e poi distrutta da un’alluvione. Vi si festeggia la ricorrenza di Santa Barbara il 4 Dicembre. Al suo interno si possono osservare arredi sacri di qualche interesse.

CAPPELLA DELL’ADDOLORATA - collocata in prossimità dell’imbocco della strada regionale per la Val d’Ayas, risale alla fine del ’600. Nel 1980 è stata sconsacrata ed è stata acquisita dal Comune, che l’ha adibita a sede dell’IAT e a centro espositivo.

CAPPELLA DI SAN GRATO - collocata nel villaggio di Rovarey, appena sopra Verrès, è stata ricostruita nel 1760 e presenta sulla facciata un affresco raffigurante San Giovanni Battista e la Deposizione.

CAPPELLA DI SAN ROCCO - fondata nel 1681, è situata all’estremità del “borgo” di Verrès, in direzione di Ivrea; il 6 agosto è la festa patronale, celebrata anche con una serata gastronomica per le vie del centro.

CAPPELLA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE - è situata in via Martorey e risulta essere la più antica di Verrès, essendo stata fondata nel 1613. Il 28 agosto, Sant’Agostino, celebrazione della festa della cappella, con offerta di prodotti gastronomici denominati “Le buone cose di Martorey”.

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Prevostura di Saint-Gilles e chiesa parrocchiale

Chiese e santuari  -  Verrès

La tradizione fa risalire la fondazione del monastero al X secolo, ma i canonici di Sant’Egidio sono menzionati per la prima volta nel 1050. E’ sede della parrocchia, che comprende strutture realizzate tra l’XI e il XVIII secolo. L’edificio principale, in pietra a vista, e l’adiacente campanile maggiore furono edificati nel 1512 dal Prevosto Carlo di Challant.

L’attuale parrocchia di Sant’Egidio fu costruita invece nel 1775 sul luogo ove sorgeva la precedente chiesa romanica, di cui si conserva un semplice campaniletto. In quell’occasione il conte Francesco Ottavio di Challant consentì di unire alle strutture della chiesa preesistente la cappella dei Santi Giorgio e Maurizio, voluta nel 1407 dal cavaliere Ibleto di Challant come cappella sepolcrale di famiglia. Le strutture di tale cappella sono ancora oggi ben identificabili, dall’esterno per la magnifica trifora in pietra lavorata che campeggia sulla parete orientata verso il borgo, dall’interno per la volte gotiche a vela che sono state risparmiate dagli interventi settecenteschi.

Il 25 maggio 1800 il convento di Verrès ospitò, per la notte, Napoleone che con le sue truppe, scendendo dal Gran San Bernardo, attraversava la Valle dando inizio alla sua seconda campagna d’Italia.

Dal dicembre 2015 i pellegrini che percorrono la Via Francigena possono trovare accoglienza presso la Collegiata nella struttura denominata “La Casa del Pellegrino”.

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Coro Verrès

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Verrès

Il coro di Verrès è un gruppo corale maschile di canto a cappella che ha festeggiato i suoi sessant’anni d’attività nel dicembre 2011.
Diretto per ben 47 anni dal maestro Giuseppe Cerruti, dal 1998 il coro è sotto la direzione di Albert Lanièce.
Numerose sono le partecipazioni a concorsi ed a concerti sul territorio nazionale; importanti rassegne di carattere internazionale portano inoltre il coro a prestigiose trasferte in Francia, Austria, Svizzera, Germania, Slovenia e Cecoslovacchia.
Indimenticabile è stata la trasferta in Brasile, nel novembre del 1994.

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Gruppo Storico ''La Famille des Challant''

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Verrès

Questo gruppo storico è un gruppo di ricerca, studio e valorizzazione dei costumi rinascimentali Valdostani. E’ nato anche per far conoscere la storia dell’illustre famiglia degli Challant. Questo gruppo propone il periodo in pieno rinascimento dal 1478 al 1570, poichè questo periodo storico è particolarmente ricco di splendore artistico.
I personaggi di questo gruppo sono:
- Il ConteRenato e la Contessa Donna Mencia di Braganza e Portogallo
- una coppia di nobili
- Dame
- Uomini d’arme
- Gran cerimoniere
- Alfiere
- Tamburini
- Chiarine
- Vessillifero

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    info@lafamilledeschallant.it

L'idolo infranto

Leggende  -  Verrès

Al tempo in cui Grato era vescovo di Aosta, il paganesimo era ancora diffuso in parecchie zone della Valle ed a Verres la popolazione tributava onori e preghiere al Dio Marte, cui era stato eretto e dedicato un tempio.
Il santo, venutolo a sapere, mosse alla volta dal paese idolatra, dove trovò gran folla raccolta attorno al simulacro del nume. Grato invocò l’intervento del cielo. Subito la terra tremò con un tremendo boato, mentre la statua di Marte si frantumava, cadendo ai piedi del santo.
Gli astanti, sconvolti dal prodigio, si unirono al vescovo per invocare la protezione del Signore.
Più tardi, gli abitanti di Verrès, in ricordo del fatto portentoso che aveva convertito alla fede cristiana i loro padri, vollero dedicare una statua al santo patrono della Valle d’Aosta e la collocarono nella torre campanaria. Ma continuarono a chiamare “via Martorey” la strada sulla quale anticamente sorgeva il tempio dedicato al dio pagano della guerra.

Carnevale storico

Tradizioni  -  Verrès

Si svolge in febbraio, tra sabato e martedì grasso. Consiste nella rievocazione di un fatto accaduto nel lontano 1449, che ha come protagonisti Caterina di Challant, signora del Contado, ed il popolo di Verrès. Scenario delle varie manifestazioni è lo splendido castello di Verrès.Si svolge in febbraio, tra sabato e martedì grasso. Consiste nella rievocazione di un fatto accaduto nel lontano 1450, che ha come protagonisti Caterina di Challant, signora del Contado, ed il popolo di Verrès. Scenario delle varie manifestazioni è lo splendido castello di Verrès.

Alla morte di Francesco di Challant, tutti i suoi averi andarono in eredità alle figlie Caterina e Margherita. Mentre quest’ultima, debole e irrisoluta, aveva ceduto i suoi domini alla sorella, quella teneva testa a tutti coloro che desideravano la sua ricchezza, aiutata dal marito Pierre Sarriod, Signore d’Introd.

Nel 1450 accadde un fatto tanto insolito quanto sensazionale data l’epoca: il 31 maggio, di buona mattina, Caterina di Challant ed il consorte, scortati da alcuni uomini armati, scendono a Verrès. Dopo aver pranzato presso il Reverendo Pietro de Chissé, prevosto della collegiata di Saint Gilles, scendono nella pubblica piazza sottostante la chiesa. Al suono del piffero e del tamburo tutti si mettono a ballare e Caterina, lasciato il consorte, danza con la balda gioventù del paese. L’entusiasmo è al massimo, un solo grido echeggia: “Vive Introd et Madame de Challant”.
Il ricordo di quel gesto altamente democratico viene tramandato negli anni e nei secoli. Nonostante la casata degli Challant sia scomparsa, quel fatto rimane nella memoria del popolo, al punto che alcuni Verrezziesi decidono di rievocarlo nel periodo di Carnevale. Come simbolo di continuità tra passato e presente, ancora oggi, dopo più di 50 anni, il sabato di Carnevale, Caterina di Challant accompagnata dal consorte Pierre d’Introd, scende in piazza Chanoux per incontrare il popolo. La vicenda si svolge in mezzo allo sfolgorio delle fiaccole, alle note delle trombe ed ai rulli dei tamburi. Dopo la presentazione del seguito di nobili, finalmente giunge Caterina che, al grido di “Vive Introd et Madame de Challant”, balla con un popolano.

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