Patrimonio culturale: Châtillon, Issogne, Montjovet

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Mulino di Arlaz

Architettura  -  Montjovet

L’immobile fu edificato da privati probabilmente nei primi anni del 1800 per essere utilizzato dagli abitanti dei villaggi limitrofi.
Il luogo, che si credeva stregato, ha anche ispirato un’antica leggenda.

Dopo anni di abbandono, il mulino è stato restaurato. Nell’angolo del fabbricato, appoggiata al muro, una macina della quale a suo tempo uno scalpellino aveva iniziato la lavorazione.

Gran parte delle strutture lignee mobili che permettevano al mulino di funzionare nel corso degli anni sono state trafugate. All’interno del fabbricato, in posizione simile a quella originaria, solamente una grande macina in pietra con il suo albero ligneo che risultava fortunatamente ancora recuperabile.

Il fabbricato testimonia il suo passato di vita e cultura contadina attraverso alcune iniziative di interesse turistico che ne consentono la visita.

Castello di Chenal

Castelli e torri  -  Montjovet

Il castello, costruito non prima del XIII sec. a pianta rettangolare, apparteneva ai signori di Montjovet. Solo più tardi, in seguito al matrimonio di Ebalo il Grande con Alexie di Chenal, divenne possedimento degli Challant: in questo modo i due casati potevano così controllare i passaggi sulla strada tra Chenal ed il castello di Montjovet.
Oggi il castello, che si trova lungo il percorso della Via Francigena e del Cammino Balteo, è ridotto a rudere.

0166/79131
protocollo@comune.montjovet.ao.it

Castello di Saint Germain

Castelli e torri  -  Montjovet

Il castello svolse un ruolo importante nella storia della Valle d’Aosta. Era tra i più strategici della regione per la sua posizione elevata che gli permetteva facilmente di controllare e difendere il borgo sottostante e la valle centrale.

Del suo aspetto originario rimangono poche tracce e non si conosce con certezza la data di costruzione.

Intorno alla fine del XIII secolo i Savoia ne divennero proprietari, sostituendosi alla famiglia Montjovet. Come già era avvenuto per Bard, anche in questo caso il pretesto era fornito dai soprusi che Feidino di Montjovet operava nei confronti dei valligiani e dei viandanti. Ceduto successivamente alla famiglia Challant, ritornò nei domini sabaudi nel 1438, quando Amedeo VII vi installò una guarnigione che rimase attiva fino al 1661, quando fu trasferita al forte di Bard, lasciando il castello di Montjovet preda del degrado.

Ancora oggi la sua torre connota il paesaggio e svetta dall’altura che in epoca romana era nota come Mons Jovis. Un cancello impedisce l'accesso all'area per pericolo di crolli.

0166/79131
protocollo@comune.montjovet.ao.it

Castello di Issogne

Castelli e torri  -  Issogne

La raffinata dimora di Giorgio di Challant,  nonostante il suo aspetto esterno austero e modesto, custodisce al suo interno secoli di storia e splendidi capolavori: ammira i suoi splendidi affreschi e la suggestiva fontana del melograno. 

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La storia

Inizialmente dominio dei vescovi di Aosta, la proprietà passò successivamente nelle mani della famiglia Challant. Nel corso del tempo gli edifici esistenti furono ampliati ed uniti, fino alla trasformazione radicale avvenuta tra il 1490 circa e il 1510 ad opera di Giorgio di Challant, priore di Sant’Orso, che ne fece una sontuosa dimora per la cugina Margherita de La Chambre ed il figlio Filiberto. Fu allora che il castello assunse l’aspetto attuale, diventando un unico palazzo a ferro di cavallo, affacciato su un ampio cortile e un giardino all’italiana, sul cui alto muro di cinta furono dipinti personaggi importanti ed eroi; il porticato al piano terreno fu ornato da una serie di lunette affrescate con scene di vita quotidiana e rappresentazioni di botteghe, mentre al centro del cortile sorse la celebre fontana in ferro battuto detta del Melograno, simbolo di prosperità. Sempre in quel periodo molti ambienti interni furono decorati con affreschi, sia nelle zone di rappresentanza, quali la Sala di Giustizia o la Cappella, sia nelle stanze più private, tra cui gli oratori di Margherita de La Chambre o di Giorgio di Challant. Dopo i fasti del Cinquecento, la residenza si avviò verso un progressivo declino e nel 1872 fu venduta all’asta pubblica: acquistata dal pittore torinese Vittorio Avondo, divenne oggetto di un’attenta campagna di restauro che le restituì l’antico splendore. Donato allo Stato nel 1907, oggi il castello appartiene alla Regione Autonoma Valle d’Aosta e si presenta con alcuni elementi dell’originale mobilia ed altri arredi rifatti alla fine dell’Ottocento, che insieme a numerosi oggetti d’uso domestico ripropongono l’ambientazione tardo quattrocentesca voluta da Avondo.

La visita

Entrando nel palazzo ci si trova nel cortile, attorniato da edifici sulle cui pareti sono ritratti gli stemmi del casato Challant e delle famiglie con esso imparentate. Oltrepassata la fontana del melograno si prosegue verso l’androne: gli affreschi nelle lunette del porticato rappresentano con notevole realismo la vita quotidiana del borgo, raffiguranti il corpo di guardia, la bottega del beccaio e del fornaio, il mercato di frutta e verdura, il sarto, lo speziale e il pizzicagnolo.
In seguito, si procede alla visita dell’interno del castello:

  • al pianterreno, la sala da pranzo, la cucina, e la sala baronale, in cui si possono ammirare un bel camino in pietra recante sulla cappa lo stemma dei Challant affiancato da un leone e da un grifone, pitture sulle travi lignee del soffitto e le pareti affrescate con paesaggi, scene di caccia ed il Giudizio di Paride;
  • al primo piano, la cappella, dalle volte a ogiva finemente decorate, con affreschi alle pareti e con l’altare gotico in legno intagliato e dorato adorno di un trittico fiammingo e la camera della Contessa, con l’oratorio ornato di pitture;
  • al secondo piano, la stanza detta “del re di Francia”, con il soffitto a cassettoni decorato da gigli e un camino che reca sulla cappa lo scudo della dinastia francese dei Valois, e quella detta dei “Cavalieri di San Maurizio” con il bel soffitto a cassettoni su cui è dipinta la croce di quest’ordine.
    A poca distanza dal castello sorgono ancora i ruderi della colombaia.

L’appartamento di Avondo

Dal 2018 un allestimento emozionale dedicato a Vittorio Avondo, illustre proprietario del maniero di Issogne, valorizza ed arricchisce l’offerta del castello mettendone in risalto le vicende tardo-ottocentesche con una serie di pannelli, soluzioni multimediali ed elementi di suggestione poetica.
Nato a Torino nel 1836 e dedicatosi fin da giovane alla pittura, Avondo è considerato uno dei migliori rappresentanti del paesaggismo piemontese del XIX secolo. Dopo un periodo vissuto a Roma, che trascorse a dipingere soprattutto paesaggi della campagna laziale di ispirazione naturalista, si dedicò allo studio dell’arte antica e nel 1865 curò il riordinamento del museo del Bargello di Firenze. Successivamente tornò a Torino, dove dal 1891 assunse l’incarico di direttore del Museo Civico.
L’acquisto ed il restauro, insieme ad Alfredo D’Andrade, del castello d’Issogne, gli permisero di ampliare le sue competenze e collezioni di arte medievale, che lo portarono a collaborare con lo stesso D’Andrade alla costruzione del Borgo medievale a Torino (1884).

Come arrivare

Da Aosta con trasporti pubblici:

1.Bus 110 – Aosta – Pont-Saint-Martin, operativo tutti i giorni, fermata “Verrès – Brambilla”. Orari disponibili su aosta.arriva.it .Proseguire a piedi per 10 minuti in direzione del cimitero di Verrès.
2.Bus Circolare Carema – Montjovet, operativa dal lunedì al sabato (no festivi), dalla fermata “Verrès – Cimitero” alla fermata “Issogne – Castello”. Orari disponibili su vitagroup.it.
oppure
1.Bus sostitutivo di Trenitalia, operativo tutti i giorni, da Aosta a Verrès. Orari disponibili su trenitalia.it. Proseguire a piedi per 5 minuti in direzione del cimitero di Verrès.
2.Bus Circolare Carema – Montjovet, operativo dal lunedì al sabato (no festivi), dalla fermata “Verrès – Cimitero” alla fermata “Issogne – Castello”. Orari disponibili su vitagroup.it

I biglietti degli autobus possono essere acquistati nelle biglietterie autorizzate oppure direttamente sugli autobus, senza sovrapprezzo. Il pagamento a bordo può essere effettuato sia in contanti che con bancomat o carta di credito.

(+39) 0125929373

Cappella del Saint-Suaire

Chiese e santuari  -  Issogne

Questa cappella si trova in prossimità del ponte che collega Issogne con Verrès, lungo l’itinerario escursionistico Cammino Balteo.
Fu fatta costruire intorno al 1560 dal conte Renato di Challant che, nella qualità di luogotenente dei Savoia a Chambéry, era il custode della Santa Sindone (in francese Saint Suaire) prima del trasferimento di quest’ultima a Torino.
Nel XVI secolo era meta, nel periodo pasquale, di una processione che partiva dalla cappella interna del castello.

0125/929333

Cappella di Saint-Solutor

Chiese e santuari  -  Issogne

La Cappella di Saint-Solutor presenta su una parete esterna una serie di archetti pensili che ne permettono la datazione al XII secolo.
La facciata conserva degli affreschi attribuiti allo stesso pittore della chiesa di San Martino di Arnad e datati 1427. Sono rappresentati San Cristoforo, San Francesco d’Assisi e la Vergine sul trono con il Bambino.
All’interno, rimaneggiato nel XVIII° secolo, si può ammirare un bell’altare in legno scolpito, pitturato e dorato, depredato purtroppo di qualche elemento decorativo.
Alla cappella è annesso un antichissimo cimitero.

0125/929333

Ponte romano

Architettura romana  -  Châtillon

Il ponte romano gettato sul torrente Marmore poggiava sulle sponde rocciose del torrente ed aveva un unico arco a tutto sesto di circa 15 metri di luce.

Costruito in blocchi squadrati di pietra locale, sulla superficie dei quali sono ancora chiaramente visibili i piccoli incavi per fissare le tenaglie con le quali gli elementi lapidei venivano sollevati.

La sua distruzione, secondo lo storico valdostano De Tillier, avvenne in occasione del ritiro delle truppe francesi nel 1691, ma lo troviamo rappresentato integro in una stampa, forse idealizzata, del 1797.

Castello di Ussel

Castelli e torri  -  Châtillon

Il castello di Ussel, posto su un evidente e scosceso promontorio, incombe da sud sull’abitato di Châtillon.
Costruito da Ebalo di Challant verso la metà del XIV secolo (dato confermato dall’analisi dendrocronologica), il Castello di Ussel rappresenta una svolta nell’architettura militare valdostana. Siamo infatti in presenza del primo esempio in Valle d’Aosta di castello monoblocco, ultima fase evolutiva del castello medievale, che segna il passaggio tra il contemporaneo castello di Fénis e le rigide forme di quello di Verrès.

Dopo essere passato più volte dagli Challant ai Savoia e viceversa, il castello venne utilizzato come prigione, fino al completo abbandono. Nel 1983 il barone Marcel Bich, dopo aver acquistato il castello dalla famiglia Passerin d’Entrèves, erede degli Challant, lo donò alla Regione, che ha provveduto al restauro e lo ha adibito a sede espositiva.

A pianta rettangolare di notevoli dimensioni, il castello presenta all’esterno una buona muratura con una fascia sommitale di archetti ciechi, assenti sul lato nord, e bellissime bifore, tutte diverse tra loro, con decorazioni floreali e geometriche. Agli angoli del lato sud (verso la montagna) si trovano due torrette cilindriche aggettanti, in origine collegate tra loro da un camminamento di ronda protetto da una merlatura. Sempre a sud, si trovava anche l’ingresso, sormontato da una caditoia. Il lato nord, che guarda verso Châtillon, presenta due torri quadrangolari leggermente sporgenti, tra le quali, al centro, si eleva il mastio, elemento simbolico della potenza del feudatario. All’interno rimangono i monumentali camini con grandi mensole, posizionati su una medesima linea ascendente in modo da sfruttare un’unica canna fumaria, nonché tracce delle scale e delle divisioni in piani.

Prima del restauro il maniero era pressoché ridotto allo stato di rudere, ma una puntuale indagine archeologica ha permesso di individuare e riproporre la reintegrazione delle lacune. Affiancato alle merlature, è stato attrezzato un percorso pedonale molto suggestivo, dal quale il visitatore può ammirare la piana di Châtillon ed i suoi edifici storici.

(+39) 3669531109
castellodiussel@gmail.com

Castello Gamba

Castelli e torri  -  Châtillon

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Il castello
Fu edificato nei primi anni del ’900 su progetto dell’Ingegner Carlo Saroldi, per volere di Charles Maurice Gamba, marito di Angélique d’Entrèves, figlia del conte Christin d’Entrèves. Dal 1982 è proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.

La collezione di arte moderna e contemporanea
Dopo un importante intervento di restauro, oggi il castello ospita un percorso espositivo che si snoda attraverso 13 sale, in cui sono esposte oltre 150 opere tra dipinti, sculture, installazioni, raccolte grafiche e fotografiche, appartenenti ad una collezione regionale che va dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni.
A fianco delle opere dei maestri del ‘900 tra le quali sculture di Martini, Mastroianni, Manzù, Arnaldo e Giò Pomodoro e dipinti di Casorati, De Pisis, Carrà, Guttuso, la collezione documenta la produzione figurativa italiana della seconda metà del secolo sino ad esponenti della ricerca contemporanea come Schifano, Baruchello, Rama, Mainolfi.
Un’ampia scelta di opere testimonia inoltre con varietà i movimenti che hanno animato la scena artistica italiana negli ultimi 25 anni: sono rappresentati ad esempio l’Informale, l’Astrattismo geometrico, la Transavanguardia e la Pop Art. Particolare rilievo è dato al territorio valdostano attraverso l’attività degli artisti locali, o attivi nella Valle su committenza regionale.

Da visitare sia per l’apprendimento sia per lo svago, l’esposizione offre una serie di servizi pensati per avvicinare diverse fasce di visitatori (famiglie, adulti, scuole, bambini, giovani) all’arte moderna e contemporanea attraverso attività di laboratorio, visite guidate ed eventi.

Guarda il video con una selezione delle opere esposte.

Il parco
Il castello è circondato da un parco all’inglese che si estende su una superficie totale di 50.400 metri quadrati, dove vivono circa centocinquanta alberi di specie diverse. Al suo interno si trovano tre alberi monumentali: la Sequoia gigante della California, il Cipresso calvo e lo Spino di Giuda.

Come arrivare

Da Aosta con trasporti pubblici:

Bus 110 – Aosta – Pont-Saint-Martin, operativo tutti i giorni, fermata “Châtillon – Chameran Bivio”. Orari disponibili su aosta.arriva.it. Proseguire a piedi direzione castello per 10 minuti circa.

I biglietti degli autobus possono essere acquistati nelle biglietterie autorizzate oppure direttamente sugli autobus, senza sovrapprezzo. Il pagamento a bordo può essere effettuato sia in contanti che con bancomat o carta di credito.

0166.563252
info.castellogamba@regione.vda.it