Patrimonio culturale: Arvier, Avise, Introd, Saint-Nicolas

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Borgo medievale e Ospizio di Leverogne

Architettura  -  Arvier

La frazione di Leverogne presenta un interessante sviluppo urbanistico del borgo medievale, con diversi edifici degni di nota. Il ponte del villaggio costituiva un passaggio obbligato per superare la forra sul torrente di Valgrisenche ed accedere alla Valgrisenche ed al Col du Mont, collegamento privilegiato fra la Valle d’Aosta e la Maurienne.
Leverogne era, dunque, un luogo di transito di pellegrini, di commercianti e di avventurieri.

Nel 1368, proprio con lo scopo di accogliere i pellegrini, Pierre Socquier fondò un ospizio che offriva una cucina, una camera da letto ed una cantina.
Ancor oggi, sulla facciata dell’antica casa, possiamo ammirare il ciclo pittorico quattrocentesco delle “Opere della misericordia” che venivano messe in pratica offrendo un piatto di minestra ed un giaciglio ai viandanti.

Risalendo il corso della Dora di Valgrisenche, si incontrano ancora i resti di un ponte romano.

Castello di La Mothe

Castelli e torri  -  Arvier

Il castello La Mothe domina il paese dall’alto di una collina.

Purtroppo solo la torre quadrilatera è rimasta intatta, mentre sono ancora visibili i resti di una torre rotonda e della cinta muraria.L´aspetto attuale colloca la costruzione del castello tra la fine del XII e l’inizio del XIII con importanti rimaneggiamenti nel XV secolo; esso comunque è citato per la prima volta nel 1287, in occasione dell’omaggio feudale che Aimone de Arverio prestò al conte di Savoia. Secondo la tradizione riferita dallo storico settecentesco Jean-Baptiste De Tillier, il nobile gentiluomo savoiardo Aimar de la Mothe sarebbe venuto in Valle d’Aosta verso la fine del XIII secolo ed avrebbe sposato l’ereditiera dei nobili De Arverio, entrando così in possesso del castello, per farlo poi restaurare e dargli il proprio nome.

Chiesa parrocchiale di San Sulpizio

Chiese e santuari  -  Arvier

Secondo una tradizione orale, non suffragata da documenti, anticamente la chiesa di Arvier si sarebbe trovata nella frazione Leverogne. In seguito venne edificata la chiesa sotto al castello con il monumentale campanile che da un punto di vista stilistico sembra risalire al XIII secolo.

L’edificio attuale è frutto della ricostruzione barocca della chiesa avvenuta nel corso della seconda metà del XVII secolo e fu consacrato nel 1701.

L’altare è caratterizzato delle statue del Salvatore del mondo e, più in basso, dell’Assunzione della Vergine Maria, al centro, e dei Santi Sulpizio ed Antonio abate ai lati.
Fra il 1837 ed il 1838, venne realizzata la cantoria sopra la porta d’ingresso, mentre nel 1842 furono realizzate le due sacrestie e, nel 1848, il pulpito.
Tutta la chiesa, fatti salvi i personaggi della cupola, fu ridipinta nel 1864 ad opera dei fratelli Avondo e tre anni dopo fu inaugurato il nuovo organo Vegezzi Bossi.

Il museo parrocchiale d’arte sacra allestito all’interno della chiesa custodisce statue di santi e suppellettili di culto. Da segnalare una madonna con bambino proveniente dalla cappella di San Pantaleone del villaggio di Chamin, scultura in albastro gessoso datata tra il 1420 e il 1422 ed attribuita a Stefano Mossettaz.

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Santuario di Rochefort

Chiese e santuari  -  Arvier

Salendo da Arvier verso la Valgrisenche si può osservare il santuario di Notre-Dame de Rochefort, a cui fa da sfondo il magnifico ghiacciaio dello Château Blanc.

La cappella fu costruita alla fine dell‘Ottocento su un’altura rocciosa a 841 metri di altitudine, nel luogo in cui si ergeva il castello di Tommaso I di Savoia, già in rovina alla fine del XVIII secolo. Dell’antico castello di Rochefort, esistente già nel 1191, permangono resti dei muri di cinta, visibili dietro alla chiesa. Anche nel piccolo borgo sottostante alcuni passaggi ad arco e i frammenti di cinte murarie alludono alla passata esistenza di una serie di strutture feudali connesse al maniero.

Per raggiungere il santuario occorre percorrere a piedi un breve ma ripido sentiero lungo il quale si incontrano cinque piccoli oratori del 1990 contenenti sculture che rappresentano i misteri dolorosi del rosario.

La struttura è a pianta esagonale con presbiterio rialzato e piccola sagrestia a lato.
All’interno si trova la statua di san Leonardo in legno intagliato e dipinto, raffigurato in abiti prelatizi (secolo XVII-XVIII). Le pareti sono ornate da ex voto, costituiti da tavolette dipinte ed oggetti di oreficeria, offerti a Maria Ausiliatrice, cui è dedicato il santuario e che è festeggiata il 24 maggio.

    016599079

Castello d’Avise

Castelli e torri  -  Avise

Arrivando ad Avise, il primo edificio che si incontra sulla sinistra — un fabbricato di tre piani, affiancato da una torre quadrata — è il castello di Avise. Il castello fu costruito verso la fine del XV secolo da Bonifacio d’Avise o da Rodolfo d’Avise.
La torre ha un bel motivo decorativo a caditoie, e sul lato sud si apre una serie di finestre geminate a chiglia rovesciata.
L’interno, affrescato e con arredi riflettenti il gusto “ufficiale” dell’epoca, comprende una grande sala con il camino, la “camera della cassaforte” e la “sala delle mensole”, dove 14 mensole di legno scolpito rappresentano figure di animali, mostri e personaggi in vesti quattrocentesche.

Il monumento ospita attualmente una struttura ricettiva con ristorante.

Castello di Blonay

Castelli e torri  -  Avise

Vicino alla chiesa parrocchiale è ben visibile il complesso del castello, costituito da una torre quadrata (sec. XII) e da un corpo di fabbrica più recente (sec. XV), dalle pregevoli finestre a crociera.
Il castello fu in passato dimora della potente famiglia D’Avise, e solo nel 1645 passò ai fratelli de Blonay, cambiando il nome.
La torre antica era detta “des Prisons”: nel 1787 il nobile Filippo de Blonay rivendicava il diritto indiviso con gli altri signori d’Avise di rinchiudervi i malfattori. La torre venne ceduta a famiglie del posto dai Bianco di San Secondo, mentre l’annesso edificio fu alienato dai Blonay.

    0165.91113

Chiesa parrocchiale di San Brizio

Chiese e santuari  -  Avise

Situato nel capoluogo, l’edificio fu costruito sulle fondamenta di uno più antico, basso, irregolare e troppo piccolo, che fu interamente demolito. Una tradizione vuole che la chiesa parrocchiale fosse anticamente eretta sulla strada romana, tra Runaz e Pierre Taillée.
Allorché questa chiesa, dedicata a San Martino, venne distrutta con tutto il villaggio di Runaz dagli eserciti di passaggio intorno al IX - X secolo, sarebbe stata ricostruita sull’altro lato della Dora, meno esposta alle incursioni militari, e dedicata a San Brizio, discepolo e successore di San Martino.
Nel 1400, grazie a due benefattori (zio e nipote) che si chiamavano entrambi Antoine d’Avise, fu costruito il campanile della chiesa parrocchiale, ad opera di mastro Pierre Sella.

Oggi la chiesa, consacrata nel 1869, presenta una facciata neoclassica mentre gli interni sono stati affrescati nell’Ottocento.
Il fastoso altare maggiore presenta due dipinti rappresentanti a Resurrezione e la Natività e grandi statue di San Brizio, San Grato, San Biagio, San Germano e San Claudio.

L’organo della cantoria è del 1868, opera di Costantino Mazzia.

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Cascina "L'Ola"

Architettura  -  Introd

L’edificio accanto al castello di Introd, chiamato oggi “Cascina L’Ola” servì in passato come stalla e pagliaio dei Signori d’Introd. Più recente è la parte del vecchio stabile che è sostenuta da cinque grandi colonne e coperta da tetto aggettante. Di rilievo, sul lato Ovest, l’architrave di una porta, decorato da un motivo ad arco carenato.

Altra costruzione situata accanto al castello è poi il granaio, costruzione in pietra e legno sorta sulle fondamenta di un edificio precedente. Attraverso una piccola porta (molto interessante la serratura gotica che raffigura un castello medievale riccamente merlato), si accede alle due sale che si trovano nel sottosuolo. Queste sale sono fornite di feritoie oggi completamente interrate. Si racconta che nei secoli passati questo granaio fosse spesso teatro di furti di granaglie.

Les Combes d’Introd

Architettura  -  Introd

Il villaggio di Les Combes sovrasta il comune di Arvier, ma fa parte del comune di Introd.
Sorge in una radura in dolce pendenza, dedicata all’agropastoralismo, al grano e ai fieni ed è attraversato dall’itinerario escursionistico Cammino Balteo.

L’architettura tradizionale di Les Combes usa soprattutto la pietra, ed è composta da grandi abitazioni la cui evoluzione si dispiega dal Basso Medioevo al XIX secolo. Diverse costruzioni massicce del XV secolo, sempre in pietra, sono conservate al centro del villaggio, e sono affiancate, qua e là, da un granaio in legno.

Alcuni edifici rurali esibiscono gronde sostenute da colonne circolari di pietra. Tali colonne, simbolo del potere, testimoniano che in queste dimore dall’aspetto rurale visse un giudice, un castellano o un notaio. Furono innalzate da mastri costruttori esperti, provenienti soprattutto dalla valle del Lys, da Gaby e da Issime, culle native degli emigranti stagionali, specialisti nel lavorare la pietra, che operarono tra il XVI e il XIX secolo.

Le colonne circolari sono una caratteristica architettonica da mettere in relazione con il prestigio del podere signorile del Castello di Introd, L’Ola. L’aspetto possente de L'Ola ha influenzato i mastri costruttori che hanno edificato le abitazioni rurali nei paesi vicini, nella valle di Rhêmes e, sporadicamente, le case dei notabili dell’intera Valle d’Aosta e della vicinissima Tarantasia savoiarda.

Non lontano da Les Combes, nel villaggio di Villes-dessus di Introd, sorge la maison Bruil. È un edificio eccezionale, appartenuto dal XVII al XX secolo alle famiglie Buillet et Bruil. Adattamenti successivi, ne hanno fatto una grande abitazione multi-funzionale, con una corte interna coperta, che fiancheggia la facciata a tre colonne circolari del 1680, oggi inglobate all’interno della struttura del 1856. L’edificio ospita un museo etnografico sull’alimentazione in montagna.

Les Amis du Bois - Oggetti per la casa

Artigianato  -  Introd

Les Amis du Bois, fondata nel 1974, è una piccola impresa artigianale che produce oggetti tipici in legno lavorati secondo la tradizione locale. La produzione si indirizza principalmente nella realizzazione di grolle e coppe dell’amicizia, due oggetti simbolo dell’artigianato tipico valdostano, senza per questo dimenticare i piatti, i mortai, i vasi, le ciotole, i taglieri, i bassorilievi ed ogni sorta di oggetto scolpito, ma sempre rigorosamente in legno.

L’atelier è visitabile previa prenotazione telefonica.

Gli orari sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli prima della visita (cfr. sezione “Contatti”)

    016595557
    info@lesamisdubois.com

Castello di Introd

Castelli e torri  -  Introd

Prenota qui la tua visita al castello.

Il castello
Il castello di Introd sorge su un promontorio protetto dalle aspre gole del torrente Savara e della Dora di Rhêmes (il nome di Introd, infatti, deriva da “entre-eaux”, ovvero “tra le acque”) e risale probabilmente al XII secolo; come il castello di Graines, all’origine consisteva probabilmente in un mastio quadrato circondato da una cinta di mura.
Verso il 1260 Pierre Sarriod di Introd trasformò il castello primitivo, che in seguito alle modificazioni del XV secolo assumerà la forma poligonale quasi arrotondata che lo distingue tuttora dagli altri castelli valdostani. Queste trasformazioni segnano l’apogeo del casato Sarriod, nelle cui mani erano state riunite le signorie di Introd e di La Tour (Saint-Pierre).
Il castello subì due rovinosi incendi nella seconda metà dell’800 e venne poi restaurato all’inizio del ‘900 dal cavalier Gonella che si avvalse dell’opera dall’architetto Chevalley.
Di proprietà dei Conti Caracciolo di Brienza e concesso in comodato al Comune di Introd; la gestione del Castello è stata affidata alla Fondation Grand Paradis che ne garantisce la fruizione.
Aperti al pubblico il piano terra ed il parco.

La Cascina L’Ola
L’edificio accanto al castello, chiamato oggi “Cascina L’Ola” servì in passato come stalla e pagliaio dei Signori d’Introd. Più recente è la parte del vecchio stabile che è sostenuta da cinque grandi colonne e coperta da tetto aggettante. Di rilievo, sul lato ovest, l’architrave di una porta, decorato da un motivo ad arco carenato.

Il granaio
Sulla spianata di fronte al castello si è conservata una magnifica struttura, uno dei rari esempi pervenutici di costruzioni interamente in legno tipiche dell’architettura del basso Medioevo valdostano: è il granaio quattrocentesco, dove si immagazzinavano il grano e le sementi. Attraverso una piccola porta, dotata di un’interessante serratura gotica che raffigura un castello medievale riccamente merlato, si accede alle due sale che si trovano nel sottosuolo; queste, munite di feritoie, oggi sono completamente interrate.

 

    (+39) 0165.749264
    info@grand-paradis.it

L’anima dei luoghi – museo all'aperto

Musei  -  Introd

Un invito ad incontrare l’anima di un luogo e a saperne cogliere il fascino, la storia, la magia…
Il villaggio di Les Combes, nel territorio del comune di Introd, alle porte del Parco Nazionale del Gran Paradiso, è conosciuto per la sua gradevole architettura tradizionale con particolari edifici rurali in pietra, alcuni dei quali risalgono al Basso Medioevo, ma anche per aver ospitato per diverse estati le vacanze del pontefice Giovanni Paolo II e del suo successore, Benedetto XVI.

Proprio da Les Combes parte il percorso artistico “l’anima dei luoghi”, un itinerario per scoprire le opere dello scultore Franco Chevrère, che torna spesso tra i vicoli del villaggio, dove ha vissuto e a cui è fortemente legato.

Alcune opere sono collocate lungo la strada che da Introd sale a Les Combes, nella località di Le Truc-d’Arbé ed a Croux de Bouque, raggiungibile in circa un’ora a piedi da Les Combes lungo il sentiero con segnavia 4-5.

Maison Musée Jean-Paul II

Musei  -  Introd

Il museo di Les Combes, vero “santuario della memoria” con immagini, documenti ed oggetti relativi al pontificato di Giovanni Paolo II, vuole essere un doveroso omaggio alla figura del Papa polacco che per dieci volte, a partire dal 1989 al 2004, ha scelto per il suo periodo di riposo estivo proprio la Valle d’Aosta ed il villaggio di Les Combes.

La Maison Musée Jean-Paul II è dedicata all’esposizione di una serie di oggetti, documenti e fotografie del Santo Padre che danno una visione globale di questo pontificato.

Questa raccolta presenta da una parte l’aspetto apostolico del Santo Padre nel mondo e, dall’altra, la Sua presenza in Valle d´Aosta attraverso gli oggetti personali usati durante le vacanze valdostane.

A pochi metri dal museo, la Cappella di San Lorenzo è diventata un santuario dedicato a San Giovanni Paolo II che custodisce una reliquia del Santo Padre, una ciocca di capelli.
L’altare con l’immagine di Giovanni Paolo II scolpita in un tronco di mogano africano è dell’artista Franco Chevrere.

    (+39) 016599290
    (+39) 3409943515
    parrocchia.introd@oratoriograndparadis.com

Museo etnografico Maison Bruil - Maison de l'alimentation

Musei  -  Introd

Maison Bruil, in località Ville Dessus di Introd, è uno dei maggiori esempi dell’architettura rurale del Gran Paradiso.
Si caratterizza come un’antica casa rurale a funzioni concentrate: tutti gli spazi necessari alla sopravvivenza di persone e animali erano infatti raggruppati sotto un unico tetto.
La forma attuale è frutto di una evoluzione architettonica complessa databile tra il 1680 ed il 1856, periodo in cui diversi corpi di fabbrica si sono fusi a formare un unico nucleo.
La visita si snoda su tre piani fra i vari ambienti tipici della casa tradizionale e riportati con un restauro alla loro funzione originaria. La “crotta”, la ghiacciaia naturale, il “crotteun”, il “peillo”, le zone di essiccazione e il solaio sono alcuni degli spazi a disposizione del pubblico che voglia approfondire la propria conoscenza sull’architettura tradizionale.

La conservazione degli alimenti
Nella casa è stata allestita l’esposizione Conserver le souvenir…se souvenir pour conserver, per far conoscere i prodotti tradizionali e l’evoluzione delle tecniche conservative nel corso dei secoli. In Maison Bruil è possibile ritrovare esempi di metodi di conservazione dei cibi adottati dalla popolazione locale nei tempi addietro, quali la salatura, l’essicazione, l’isolamento dall’aria, il freddo e molti altri ancora presentati in maniera fedele nei vari spazi del museo. L’allestimento dei diversi ambienti delle abitazioni di un tempo fornisce lo spunto per approfondimenti sul tema dell’alimentazione tradizionale, con testimonianze in dialetto e riproduzioni interattive.

L’Atelier du Goût
All’interno del museo è presente uno spazio speciale: l’Atelier du Goût, una vetrina sui prodotti enogastronomici della tradizione valdostana.
Una rete di produttori enogastronomici del territorio del Grand Paradiso offre la possibilità di partecipare a presentazioni e a degustazioni che mettono in primo piano le tecniche e il contesto culturale che dà vita a un determinato prodotto alimentare o ad un vino.
La casa ospita inoltre un “Punto Parco - Marchio di Qualità Gran Paradiso”: una sezione espositiva e promozionale dedicata ai prodotti agroalimentari realizzati dagli operatori piemontesi e valdostani che hanno aderito al progetto “Marchio di Qualità Gran Paradiso”.

Il Mistero del bosco
Una formula di visita in stile Fantasy Game che coinvolge grandi e piccoli alla ricerca di indizi da decifrare ed enigmi da risolvere. All’interno delle sale della grande Maison Bruil, tra la stalla, le cantine, la cucina, la piccola latteria e il sottotetto, i visitatori dovranno affrontare un'affascinante sfida contro il tempo e risolvere l’intricato mistero

Latteria di Les Villes-Dessus
Questo edificio fu costruito su dei terreni acquistati dagli abitanti dei villaggi di Les Villes-Dessus e di Norat da adibire a latteria/caseificio con una stanza destinata alla scuola del villaggio. Ogni famiglia contribuì con una quota proporzionale al numero di mucche possedute. Realizzata tra il 1913 ed il 1914, la latteria disponeva di una cantina per la stagionatura dei formaggi ed era dotata di una turbina ad acqua collegata alla zangola e alimentata da un’antica sorgente.
La latteria funzionò ininterrottamente fino alla metà degli anni ’80. Ristrutturata opportunamente, la latteria è divenuta un centro ludico e interattivo dedicato alla scoperta della tradizionale filiera del latte, pensato in particolare per le scolaresche e per i giovani accompagnati dalle famiglie.

  • La latteria è visitabile in occasione di eventi speciali o su prenotazione per gruppi.
    (+39) 3898377437
    info@alpinsas.com

Centre d'Etudes Francoprovençales René Willien

Musei  -  Saint-Nicolas

Il centro studi ha sede in un antico edificio del XVIII secolo, che costituisce un esempio della tipologia classica della casa rurale di montagna, inserito fra altre costruzioni su un terreno in pendenza e strutturato su tre piani e mezzo.

Articolata in diversi spazi (la stalla bòou a piano terra, la cucina méisôn e la camera da letto tsambra al primo piano e la grangia pailler nella parte alta), nel 1986 la struttura fu ristrutturata modificando la distribuzione dei locali nella grangia.

Il Centro, inaugurato il 12 novembre 1988, permette di approfondire la conoscenza degli ambienti della civiltà contadina. Svolge un ruolo importante nella ricerca  con numerose collaborazioni internazionali e una pubblicazione annuale, organizza convegni, formazioni di alto livello, conferenze ed altri eventi. 

In loco e su prenotazione è possibile consultare la biblioteca specializzata in lingua francoprovenzale ed etnologia alpina e l'archivio del concours Cerlogne (più di 4000 volumi: si tratta degli elaborati in patois, dal 1962 ad oggi, dalle scuole partecipanti al concorso annuale).

    (+39) 3662857549
    bureau.cefp@gmail.com

Musée Cerlogne

Musei  -  Saint-Nicolas

Jean-Baptiste Cerlogne nacque il 26 marzo 1826 a Cerlogne, villaggio di Saint-Nicolas, da una famiglia di contadini. Dopo aver lavorato come spazzacamino in Francia, a Marsiglia, di ritorno dalla Prima guerra d’indipendenza dove era stato fatto prigioniero, Cerlogne divenne cuoco presso il Seminario Maggiore di Aosta: qui si fece notare per le sue doti di intelligenza e creatività, e gli fu proposto di studiare e prendere i voti.
Fu così che nacque “l’abbé Cerlogne”, cantore della vita contadina ed impareggiabile poeta dialettale autore di numerose pubblicazioni scritte in dialetto francoprovenzale (“patois”), nonché di opere di salvaguardia e divulgazione dello stesso dialetto, tra cui il “Dictionnaire du patois valdôtain”.
Morì nel 1910 a Saint-Nicolas, dove riposa in una tomba a ridosso della facciata della chiesa.

In questo museo in località La Cure, accanto alla chiesa parrocchiale, sono presentati opere ed oggetti personali del poeta valdostano, oltre che di altri scrittori dialettali del passato, raccolti dal compianto Renato Willien, scrittore, uomo di teatro, fotografo e fondatore di questo museo: nel medesimo luogo, lo stesso Willien istituì il 16 ottobre 1967 il Centro di Studi Francoprovenzali, successivamente dislocato nel villaggio di Fossaz-Dessus, dove ha attualmente sede.
Sotto al Museo, nell’antica stalla a volta, è stata ricavata una galleria per mostre temporanee.

    (+39) 3662857549
    bureau.cefp@gmail.com