Patrimonio culturale: Torgnon

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Meridiane

Architettura  -  Torgnon

Chiesa parrocchiale
Situata sulla lunetta della porta laterale, l’anno di realizzazione è sconosciuto. Riapparsa nel 1975 a seguito di lavori di rifacimento degli intonaci, è stata restaurata dal pittore piemontese Pirlato.

Hotel Panoramique
In Frazione Mongnod, m.1500.
Anno di costruzione 1985.
Autori R. Anselmi e A. Carlon.

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Ospizio di Chavacour

Architettura  -  Torgnon

Dopo aver percorso un tratto dell’antica strada che porta verso il Vallese, si raggiunge una conca verde dove, a 2084 metri di quota, si conservano i suggestivi resti dell’ospizio di Chavacour, che si suppone essere stato punto di ricovero e di ristoro per i commercianti che si recavano in Svizzera attraverso il Col Collon e il ghiacciaio di Arolla.

I ruderi formano una pianta quadrata con la facciata rivolta verso nord e coprono una superficie di 480 m2; le mura non sono realizzate a secco come quelle degli alpeggi circostanti, ma utilizzando pietre accuratamente cementate con una malta di calce e sabbia.

L’edificio doveva avere un aspetto piuttosto imponente, tanto che ci si domanda se si trattasse di un ospizio che accoglieva mercanti, viandanti e pellegrini o piuttosto di una casa forte volta a controllare e difendere il territorio. Dal punto di vista documentaristico ci sono poche notizie a questo proposito e l’espressione stessa “hospice de Chavacour” non è in uso che dopo il 1800.

La tradizione vuole che attraverso il Col Collon si trasportassero vino, grano ed altri prodotti. Per i pastori valdostani questo passo era importante per portare le loro bestie alla fiera di Evolène, in Svizzera e, in senso inverso, per condurre le mucche della Val d’Hérens alla fiera che si teneva annualmente a Valpelline.

È da rilevare che il Col Collon era strategico per le famiglie Challant e Cly, che avevano dei possedimenti e vari interessi nella Val d’Anniviers e a Sion, paesi confinanti con la Valtournenche; per i conti di Savoia invece, che nel 1367 s’impossessano del feudo di Cly, questo colle rivestiva una funzione secondaria, considerato che le loro proprietà transalpine erano più facilmente raggiungibili dai colli del Piccolo e Gran San Bernardo.

È certo che alla fine del 1700 l’ospizio di Chavacour era ormai in rovina: il canonico Frutaz ipotizza che parte delle pietre siano state riutilizzate nella costruzione del vicino alpeggio Château risalente al 1780.

Come arrivare
Dalle case di Etirol, seguire la bella mulattiera che entra nel vallone e proseguire lungo i pianori superiori fino ad attraversare il torrente; seguire la poderale n.1 abbandonandola poi sulla sinistra per il sentiero che permette di guadagnare i ruderi dell’Hospice de Chavacour.

Testo e disegni liberamente tratti daIl labirinto della memoria
A cura del comitato scientifico del Musée Petit-Monde

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Cappella di Berzin

Chiese e santuari  -  Torgnon

Tra le cappelle più antiche di Torgnon, quella dedicata a San Giacomo risale intorno al 1450. Fu edificata nel XV secolo per volontà del notaio Aymonod. La cantoria, datata 1868, potrebbe aver coinciso con il rifacimento della facciata, oggi priva della nicchia che un tempo ospitava la statua del santo. L’interno conserva un elegante altare in legno dorato del Settecento

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Cappella di Châtelard

Chiese e santuari  -  Torgnon

In posizione panoramica e dominante, la cappella di Châtelard dedicata a San Grato si affaccia sull’intera Parrocchia, come a proteggerla dall’alto. Secondo la tradizione popolare, San Grato è il custode dei villaggi e dei campi coltivati, invocato in particolare contro le calamità naturali e la grandine. L’attuale edificio esisteva già nella seconda metà del Settecento e fu ricostruito nel 1718 per volontà del parroco Borine, con il contributo del Comune.

Per un’escursione non impegnativa, il monte Châtelard offre un itinerario ideale. Dalla località Châtelard si può proseguire lungo un sentiero non segnalato ma ben visibile, fino a raggiungere la cima panoramica.
Qui gli Alpini hanno posizionato una statua della Madonna, punto d’arrivo del percorso e luogo particolarmente suggestivo, da cui si gode una splendida vista su Torgnon, la Valtournenche e il fondovalle. Ogni anno, nel mese di giugno, è tradizione celebrare qui una messa all’aperto, immersi nella quiete della montagna.

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Cappella di Gilliarey

Chiese e santuari  -  Torgnon

La cappella di Gilliarey regala una delle vedute più spettacolari della Valle d’Aosta. Costruita nel 1866 su un audace sperone roccioso affacciato sul fondovalle di Buisson, sembra sospesa tra cielo e montagna. Fu benedetta l’anno seguente dal canonico Luigi Gorret, la cui famiglia possedeva l’alpe già dal Cinquecento.

Tutt’intorno alla cappella delle lastre di pietra poste a distanza regolare hanno fatto avanzare alcune suggestive, anche se azzardate, ipotesi relative al reimpiego di menhir preistorici per creare una sorta di meridiana terrestre. Un luogo dove la spiritualità si intreccia al mistero, perfetto per una sosta silenziosa o un’escursione ispirata

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Cappella di Ponty

Chiese e santuari  -  Torgnon

Lungo la strada che dal capoluogo di Torgnon conduce al villaggio di Petit-Monde, sorge una graziosa cappella dedicata a Notre-Dame de Pitié. Costruita tra il 1720 e il 1730, la cappella è incastonata nella roccia, proprio lungo il tratto che collega le località di Mongnod e Triatel e rappresenta un importante luogo di devozione per gli abitanti della zona.

Questo tratto di strada, soggetto a valanghe e a frane, veniva completamente ostruito in inverno, isolando completamente i paesini di Étirol e Triatel.

Uno degli elementi più curiosi dell’edificio è la sacrestia, che sporge leggermente verso la strada. Su una delle sue pareti si apre una piccola canaletta in legno inclinata, attraverso la quale i fedeli potevano far scivolare le loro offerte, spesso sotto forma di grano, direttamente all'interno della cappella.

La nascita di questo luogo sacro è legata a un evento miracoloso tramandato dalla tradizione popolare. Si racconta che, in tempi molto antichi, alcuni pastori trovarono una statua della Vergine Maria incastonata nella roccia della montagna. La portarono con sé al villaggio, ma il giorno seguente la statua ricomparve nello stesso incavo dove era stata scoperta. Il fenomeno si ripeté anche dopo essere stata trasferita nella chiesa parrocchiale: ogni volta, la statua tornava nel suo luogo d’origine. Gli abitanti del villaggio, colpiti dal prodigio, decisero allora di edificare un piccolo oratorio proprio lì, dove oggi si trova la cappella, per custodire la statua miracolosa.

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Cappella di Saint-Évence

Chiese e santuari  -  Torgnon

In posizione dominante sulla Valtournenche e sull'intero fondovalle, la cappella di Saint-Évence si erge su un altopiano panoramico raggiungibile in circa mezz’ora di cammino dal Col Saint-Pantaléon. La sua origine è antica: esisteva già nel XIII secolo e dipendeva dalla collegiata di Sant’Orso di Aosta. Recentemente restaurata, la cappella è ancora oggi meta di pellegrinaggi, in particolare per invocare una primavera ricca di piogge benefiche per i raccolti.

Secondo gli annali ufficiali della Chiesa, Saint-Évence fu un prete orientale giunto a Roma insieme a San Teodulo. Entrambi furono martirizzati nel 132 d.C., sotto l’imperatore Adriano, insieme a papa Sant’Alessandro. Tuttavia, in Valle d’Aosta si tramanda un’altra leggenda, molto più radicata nel territorio e nella sua geografia spirituale.

La tradizione popolare riconosce in Saint-Évence un soldato della leggendaria legione Tebea, scampato all’ecatombe di Agauno insieme ai fratelli Teodulo e Giuliano. Dopo la fuga, i tre trovarono rifugio in Valle d’Aosta, dove scelsero una vita di solitudine e preghiera, ciascuno su una vetta oggi legata al proprio nome: Théodule nella zona di Valtournenche, Évence sopra Torgnon e Julien nei pressi di Fénis. Saint-Évence, da questo altopiano, avrebbe potuto scrutare le dimore dei suoi fratelli eremiti, fungendo da legame spirituale tra di loro.

Un elemento misterioso aggiunge fascino al luogo: sul margine orientale dell’altopiano, affacciato su un precipizio, si trova quello che viene ancora oggi chiamato il "buco di Saint-Évence". La leggenda narra che il santo, durante le sue lotte contro i demoni – o, secondo altre versioni, contro pastori ostili – abbia conficcato con forza il bastone nella roccia, creando miracolosamente quell’apertura per ancorarsi e resistere all’aggressione.

La venerazione di Saint-Évence in questo luogo è dunque molto antica e profondamente legata al paesaggio circostante. Fonti storiche attestano la presenza di insediamenti umani, campi coltivati e pascoli, oggi scomparsi. Un documento del 1274 menziona addirittura un certo “Bosoner de Saint-Évence”, ulteriore testimonianza dell’importanza storica e spirituale di questa località.

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Cappella di Saint-Pantaléon

Chiese e santuari  -  Torgnon

La cappella di Saint-Pantaléon si trova poco sotto l’omonimo colle, immersa tra i pini lungo l’antica mulattiera che sale dal versante di Torgnon. È un luogo raccolto e silenzioso, dove si respira ancora oggi l’intensità della devozione popolare. L’edificio attuale risale al periodo 1845-1847, ma sorge su un sito che ospitava già un oratorio, probabilmente eretto in segno di ringraziamento dopo la peste del 1630.

La facciata, seppur segnata dal tempo e da graffiti, conserva tracce delle pitture realizzate dal pittore Avondo. Dedicata a uno dei Santi Ausiliatori più venerati, la cappella ha sempre rappresentato un punto di riferimento per chi cercava protezione lungo il cammino o una semplice sosta di riflessione immersa nella natura. Una meta perfetta per una passeggiata tra fede, storia e paesaggio.

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Cappella di Triatel

Chiese e santuari  -  Torgnon

La cappella di Triatel, immersa nella quiete dell’omonimo villaggio, conserva un’aura di mistero che affascina chi vi si avvicina. Le sue origini si perdono nel tempo: se ne ha notizia già nel 1588, quando era dedicata a San Teodulo, anche se la data esatta della costruzione resta sconosciuta. Oggi la cappella è intitolata a San Rocco, protettore contro le epidemie, a testimonianza della profonda fede popolare che ha sempre animato la comunità.

Attorno a questo luogo si tramandano racconti antichi, come quello secondo cui, per un certo periodo, sotto il pavimento della cappella venivano sepolti i bambini non battezzati. Un dettaglio che parla del passato, della fragilità della vita e della ricerca di protezione anche per chi non aveva potuto ricevere i riti della fede. Un piccolo edificio, ma carico di memoria e suggestione.

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Chiesa parrocchiale di San Martino

Chiese e santuari  -  Torgnon

Le notizie storiche più antiche risalgono al 1413, ma l’attuale costruzione di stile neogotico risale al 1868.

La facciata presenta recenti decorazioni all’interno di tondi e di monofore. Sono raffigurati: la Vergine col Bambino, nelle nicchie ogivali due angeli, al centro Gesù Cristo. Sulla facciata laterale è raffigurato Papa Giovanni. Il portale in legno è sormontato da cuspidi. Sul lato destro è il campanile di stile romanico, ma costruito nel 1773, con accesso ad arco ribassato, cella campanaria a due piani con bifore. Sul lato sud si nota una meridiana. L’interno a tre navate scandite da colonne è arredato in stile neogotico, ad eccezione dell’altare in marmo un tempo dotato di pannelli lignei.

Le pareti sono decorate con pitture, realizzate da G. Stornone di Ivrea, entro tondi e con tele. Le vetrate, provenienti dalla fabbrica dell’abate Pron (Pont d’Ane in Francia) sulla parete meridionale sono dell’epoca della costruzione, mentre quella sull’organo è più recente.

Nella navata centrale della chiesa si può ammirare il grande Crocifisso trionfale cinquecentesco, sicuramente una delle opere più impressionanti visibili nella regione: di grande drammaticità, sembra di scuola tedesca, poiché traspone nella scultura gli esiti delle ricerche espressive dei maggiori pittori tedeschi del primo ’500, come Grünewald.

La cappella dell’Immacolata Concezione, a pianta ottagonale, in stile neogotico, comunica con la chiesa parrocchiale. Nella volta, a spicchi, presenta decorazioni pittoriche realizzate tra il 1863 ed il 1868 in cui sono raffigurate quattro storie della vita di Maria inframezzate da tondi con figure di Santi e da una finestrella reniforme. Alle pareti sono raffigurati la Madonna de la Salette, l’Adorazione dei Magi e Gesù nell’orto dei Getsemani.

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Gruppo folkloristico Les Sargaillons de Torgnon

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Torgnon

Risalendo la Valtournenche, dominata dal maestoso Monte Cervino, si sviluppa sulla sinistra, in un magnifico anfiteatro naturale, il comune di Torgnon, il cui territorio è caratterizzato da estese pinete, verdi pascoli e da numerosi villaggi disposti su una serie di terrazze. I suoi abitanti sono allegri, vivaci, attivi e aperti: insomma “Sargaillon”, come vengono chiamati dagli abitanti dei paesi limitrofi.
A questo appellativo si sono ispirati i fondatori, quando nel 1969 crearono il gruppo folkloristico “Les Sargaillons de Torgnon”.
Vecchi attrezzi da lavoro e vari strumenti in legno, ideati e realizzati da alcuni membri, costituiscono il materiale utilizzato dal gruppo per le sue attività e accompagnano ritmicamente le fisarmoniche nell’esecuzione delle musiche e dei balli che rievocano momenti di vita quotidiana e ricorrenze solenni a cui partecipavano tutti gli abitanti del paese.
I costumi indossati dai componenti sono semplici e vivaci, e testimoniano del vestire di un tempo, oltre a riprendere i colori della bandiera valdostana.
Gli obiettivi principali del gruppo sono quelli di collaborare con enti locali e regionali per far conoscere e rivivere antiche tradizioni del paese, in Valle d’Aosta, in Italia e all’estero, oltre che organizzare, promuovere e partecipare a manifestazioni di vario genere.

(+39) 3489173900

Museo etnografico del Petit Monde

Musei  -  Torgnon

Le frazioni di Triatel e Étirol costituiscono l’insieme del Petit-Monde, il cui nome è indicativo del fascino di questa zona di Torgnon, che rappresenta effettivamente un piccolo mondo a sé stante, non solo per la collocazione geografica appartata e per il fatto di anticipare l’incanto del vallone di Lodetor, ma altresì per la sua storia ben documentata.

La storia
I particolari rapporti feudali con i signori di Cly, molto più stretti rispetto al resto del territorio comunale, permisero ai sudditi di questi villaggi di ottenere da parte dei loro feudatari concessioni relative al possesso di terre, case ed acque già a partire dal XIII secolo: le Reconnaissances (atti notarili attraverso cui si riconoscevano, dietro pagamento di tasse di vario genere, tali conferimenti) del 1588 sono perfettamente conservate in un volume che è divenuto per Torgnon un riferimento cardine per lo studio della storia del paese. Nel 1750 in occasione dell’accordo tra il comune di Torgnon e Jacques François Bergera, barone di Cly, per estinguere i benefici feudali e porre così fine alle servitù medioevali, la “Consorterie” di Petit-Monde si fece carico di pagare interamente la propria quota, ammontante a 1.280 lire, mentre l’amministrazione comunale versò 8.450 lire per gli altri feudi del comune: questa “consorterie” è rimasta attiva fino ai giorni nostri, sviluppando un elevato spirito di collaborazione per poter far fronte a tutte le necessità e difficoltà dovute all’isolamento della comunità.
Gli abitanti del Petit-Monde impararono così a gestire in autonomia la rete di distribuzione dell’acqua per l’irrigazione, il mulino ed il forno; si preoccuparono anche di dare l’istruzione di base ai loro figli e, quando a Torgnon capoluogo nel 1773 sorse la prima scuola comunale, essi pensarono di aprirne una nel villaggio (nel 1783) per evitare ai ragazzi il lungo e pericoloso tragitto.

La visita
Il complesso museale è costituito da un raccard a schiera, unico esempio in Valle d’Aosta, una grandze ed un grenier, costruiti tra il 1462 ed il 1700, restaurati e valorizzati da un allestimento molto originale.
La visita inizia al piano terra del raccard con l’esposizione permanente “Il labirinto della memoria”, che racconta la vera storia dell’uomo, l’origine, l’evoluzione del villaggio, la vita e l’organizzazione sociale degli abitanti di questo piccolo mondo antico.
I testi, una sintesi della ricerca storica, comprensibili anche dai più piccoli, sono valorizzati dai disegni di Francesco Corni.
Visitando le collezioni nei numerosi tsé e tzambron (locali interni), ci si può immergere nella vita degli abitanti del luogo, vita dura, scandita dai ritmi lenti del lavoro dei campi.
Il percorso si completa con la visita al mulino, che si trova poco distante, sul torrente Petit Monde.

Come arrivare
Per apprezzare il luogo, il sito museale e la natura che lo circonda, si consiglia di raggiungere il museo a piedi, attraverso una bella passeggiata alla portata di tutti che permette di ammirare lo splendido panorama su Torgnon, sulla Valtournenche e sul Cervino.

Il museo è raggiungibile anche in auto, per la stessa strada stretta e asfaltata, frequentata da molti pedoni (circa 1,8 km).

(+39) 0166540213
(+39) 0166540433
biblioteca@comune.torgnon.ao.it

Museo parrocchiale di arte sacra

Musei  -  Torgnon

Il museo, situato all’interno della Cappella dell’Immacolata Concezione, comunicante con la chiesa parrocchiale di San Martino, presenta diversi elementi interessanti:

  • un rarissimo Cristo alla colonna, databile intorno alla metà del ’300;
  • un San Giacomo (purtroppo danneggiato) della metà del ’400, che sembra attribuibile alla stessa mano autrice del San Maurizio di Moron (St-Vincent) e del grande San Cristoforo di Saint-Étienne (Aosta);
  • un Santo vescovo del XIV secolo, accompagnato da due chierichetti reggi-calice: è probabile che si tratti del gruppo che decorava l’altare maggiore della Chiesa nel XIV° e nel XV° secolo;
  • una Madonna col Bambino e i Santi Giacomo e Martino, patroni della Chiesa. Si tratta delle opere più preziose del museo, databili all’inizio del XVI° secolo, molto probabilmente provenienti da un altare a sportelli del primo ‘500’ che doveva sostituire quello preesistente: le tre sculture sono di scuola tedesca, verosimilmente della bottega di Jorg Lederer, scultore dell’Allgau attivo per tutta la prima metà del ’500 tra la Svevia ed il Tirolo.
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