Patrimonio culturale: Donnas, Fontainemore, Perloz, ** Valle d'Aosta **

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Il ''patois''

Tradizioni  - 

Su tutto il territorio della Valle d’Aosta gli abitanti parlano abitualmente il “patois”, un dialetto francoprovenzale. Esso presenta terminologie e cadenze che variano da Comune a Comune in conseguenza delle influenze francesi, vallesane, walser e piemontesi subite nel corso dei secoli. Il vocalismo della parlata è di tipo provenzale ed il consonantismo è di tipo francese. Le affinità maggiori sono riscontrabili nei dialetti
parlati nelle regioni francesi della Savoia e della Provenza, e nella Svizzera Romanda. Verrès è l’unico dei Comuni in cui non si parla il patois, ma per i suoi contatti con il vicino Canavese, gli abitanti parlano tra di loro il dialetto piemontese. Da alcuni decenni si cerca di mantenere vivo e valorizzare il patois.

La strada romana delle Gallie ed il suo arco

Architettura romana  -  Donnas

La strada romana delle Gallie, costruita per collegare Roma alla Valle del Rodano, ha nel tratto di Donnas uno dei suoi punti più caratteristici e spettacolari, intagliata com‘è nella viva roccia per una lunghezza di 221 metri.

In un luogo dove, in antico, il promontorio roccioso arrivava a tuffarsi nelle acque della Dora, i Romani hanno lanciato una vera e propria sfida alla natura intagliando una roccia viva su cui hanno saputo tirare pareti perfettamente verticali e nel cui grembo hanno ricavato il sedime stradale.

Emozionante ed insolita, qui la Via delle Gallie dà il meglio di sé offrendo lo spettacolo di un passaggio ad arco di 4 metri di spessore, 4 metri di altezza e quasi 3 metri di larghezza che illustra eloquentemente la mole di roccia asportata, mostrando tutta la raffinatezza di una tecnica stradale mai più raggiunta fino ai viadotti e alle gallerie moderne.

Nel Medioevo servì come porta del borgo, che veniva chiusa durante la notte; le altre difese erano naturali: da una parte la montagna e dall’altra il fiume.

Una strada fondamentale, molto utilizzata nel corso dei secoli come, effettivamente, testimoniano i profondi segni lasciati dal passaggio dei carri e l’usura del piano di calpestio che, in più punti, presenta rattoppi e risarciture operate nel tempo.

Poco oltre, sulla destra, si riconosce il profilo aggettante di un miliario, anch’esso risparmiato nel banco roccioso, che ci informa in merito alla distanza da Augusta Praetoria (l’attuale città di Aosta): XXXVI miglia (circa 54 km).

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Lou Dzeut - manufatti in canapa

Artigianato  -  Donnas

Sulle tracce di un’antica tradizione, la Cooperativa “Lou Dzeut” di Champorcher – ora presente anche a Donnas – porta avanti l’arte della tessitura a mano della tela di canapa, creando e ricamando corredi e manufatti che racchiudono una storia e una memoria consolidata, sinonimo di unicità e qualità. Il nome “Lou Dzeut” non è casuale: nel patois locale significa sia "sciame", evocando il lavoro collettivo e la collaborazione, sia "germoglio", come promessa di nuovi frutti.

Il lavoro manuale sui telai in legno di antica fattura, dove mani e piedi delle tessitrici si muovono in maniera aritmica, richiama un’attività d’altri tempi, faticosa e impegnativa, ma anche affascinante, dove la qualità prevale sulla quantità. Le tessitrici, insieme alla maestra di cucito, alle ricamatrici e merlettaie, continuano a produrre tessuti in canapa e lino, realizzando oggetti unici e personalizzati per la casa e il corredo.

Nell’atelier si creano pezzi di alta qualità che rispettano la tradizione, ma che si rinnovano con uno sguardo attento alle esigenze contemporanee. È possibile anche ordinare camicie e gilet su misura realizzati con la tela prodotta in loco.

Aperto dal martedì alla domenica (chiuso il lunedì) dalle 9:00 alle 12 e dalle 14:00 alle 17:00

    (+39) 012537327

Torre di Pramotton

Castelli e torri  -  Donnas

È la prima torre che si incontra risalendo la Valle d’Aosta e risale al XIII secolo.
Situata a circa trenta minuti di sentiero dalla frazione Pramotton, sulla destra orografica della Dora Baltea, la torre ha pianta esagonale ed è ornata da sei merli, posti in corrispondenza degli spigoli.
L’ingresso è posto a quattro metri dal suolo ed è in parte ancora visibile la cinta muraria che originariamente la circondava.

Cappella di Albard

Chiese e santuari  -  Donnas

La cappella di Albard si trova nei pressi dell’omonimo villaggio del comune di Donnas, a 613 metri di altitudine, che sovrasta il forte ed il borgo di Bard, ed è dedicata alla Traslazione delle reliquie di San Grato.

La facciata è datata 1756 ed è affrescata con la scena della deposizione della Santa Croce sotto una gloria di angeli.

Cappella di Sant’Orso

Chiese e santuari  -  Donnas

Tra le più antiche cappelle del territorio di Donnas, si trova a ovest del borgo medievale e sarebbe stata fondata per salvaguardare le case dalle frequenti e pericolose inondazioni della Dora Baltea. La cappella pare sia già stata citata nel 1176 in una bolla di Papa Alessandro III.

L’architrave del portale di ingresso reca la data 1692, anno in cui la cappella fu ricostruita. Il bel portale in pietra risulta una copia in scala ridotta di quello della chiesa parrocchiale di Issime (1685 circa).
All’interno, si può ammirare un pulpito del tardo Settecento in legno dorato e policromo su cui spiccano figure di santi e ghirlande di fiori.

Cappella di Verale

Chiese e santuari  -  Donnas

Nell’alpeggio di Verale, a 1215 metri di altitudine, sorge la cappella dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore, fondata nel 1753. Nel villaggio si può vedere anche il forno comunitario usato per la cottura del pane.

In passato i fedeli andavano in processione al vicino santuario di Machaby il 5 agosto per la ricorrenza della Madonna delle Nevi e, al ritorno, il giorno seguente, si fermavano a Verale per celebrare la Trasfigurazione. Oggi la festa si svolge il secondo sabato di agosto.

Chiesa parrocchiale di San Pietro in Vincoli

Chiese e santuari  -  Donnas

La chiesa parrocchiale si trova nel centro del paese, proprio vicino alla stazione ferroviaria.

Ricostruita nel 1830 sulle fondamenta della precedente, è ricca di affreschi, con un imponente altare maggiore in marmo del XVIII secolo.

Di rilievo sono le opere artigianali in legno, quali la cantoria, sostenuta da teste di cariatidi, e il pulpito finemente istoriato, oltre ai confessionali, il battistero, i banchi del coro e le porte.

Il Campanile a torre quadrata è stato costruito in epoca più recente rispetto alla chiesa ma è decorato alla base da un antico bassorilievo del XIII secolo raffigurante San Pietro.

    (+39) 0125.807032

Ecomuseo della Latteria turnaria di Treby

Musei  -  Donnas

L’edificio nella frazione Tréby di Donnas, che dal 1897 fino al 1980 ha ospitato l’attività della locale latteria sociale, riveste un duplice interesse storico-culturale, poiché testimonia da un lato il passato rurale del paese, quando l’allevamento era attività diffusa e contribuiva alla sussistenza della popolazione, dall’altro la secolare presenza a Donnas della Confraternita dello Spirito Santo, la cui attività di beneficenza è sopravvissuta fin quasi ai giorni nostri.

Mentre i locali usati fino a trent’anni fa come latteria sociale conservano gli arredi e l’attrezzatura utile al conferimento del latte e alla successiva lavorazione casearia, oltre che la documentazione e i registri relativi al funzionamento della società stessa, nella sala attigua, interamente affrescata, emergono le testimonianze dell’attività della «Confrérie du Saint-Esprit», esistente fin dal 1012 come riportato sull’affresco raffigurante l’ultima cena.
Vari dipinti testimoniano il lavoro svolto dalla confraternita a favore della comunità. Dovere dei confratelli era infatti tradurre la fede in opere di carità, distribuire cibo ai poveri e ospitare i senzatetto in caso di incendio. L’attività benefica della confraternita proseguì per più di un secolo e mezzo dopo la sua soppressione ufficiale avvenuta nel 1776.

L’atto di costituzione della latteria di Tréby porta la data del 25 luglio 1897. Cinque anni dopo, il 21 maggio 1902, la latteria sociale di Treby acquistò lo stabile della Confraternita dello Spirito Santo, dove svolse la sua attività fino al 1980, quando la società si sciolse.

L’intero fabbricato è stato restaurato e destinato nel 2003 a museo etnografico, arredato con le stesse attrezzature e materiali usati un tempo per la lavorazione del latte.

    (+39) 0125.807051
    info@comune.donnas.ao.it

Museo della vite e del vino

Musei  -  Donnas

La situazione climatica di cui gode Donnas ha favorito da sempre la coltivazione di piante mediterranee come l’ulivo e, naturalmente, la vite.
Gli enormi lavori di terrazzamento e le difficoltà imposte da un territorio in forte pendenza, hanno fatto sì che questa viticoltura sia definita “eroica”.

Attività profondamente radicate nella cultura locale, la produzione e la commercializzazione del vino sono oggi anche il veicolo per la valorizzazione dell’intero territorio.

Gli oggetti e le attrezzature presenti nel museo sono ancora oggi per la maggior parte di uso comune a Donnas.
La loro origine si perde nel tempo, i nomi in patois, spesso non traducibili, evocano un passato in cui la coltivazione della vite era un’attività diffusa e profondamente radicata nella cultura locale. Sono oggetti semplici, ma sapientemente realizzati da mani esperte a svolgere, nella vigna o in cantina, la funzione loro assegnata.

Il Museo è ubicato nelle cantine dell’asilo ‘‘Anna Caterina Selve’‘, fatto erigere in onore della madre dal commendatore Federico Selve a beneficio della popolazione di Donnas. L’elegante fabbricato è a struttura geometrica lineare, formato da un unico corpo con altezze diverse e presenta all’esterno sagomature orizzontali che suggeriscono l’idea del bugnato.

Le cantine sono caratterizzate da un bellissimo soffitto voltato in mattoni. Destinate inizialmente a deposito, i locali hanno ospitato dal 1971 al 1976 la sede delle Caves Coopératives de Donnas e le botti del primo vino a Denominazione di Origine Controllata della Valle d’Aosta: ristrutturate nel 2003 dal Comune di Donnas, oggi ospitano il museo.

Oltre ad attrezzi e oggetti legati alla raccolta dell’uva e alla sua trasformazione ci sono, lungo il percorso di visita, alcuni touch screen che illustrano le tecniche di lavorazione ed i pregiati vini locali.

    (+39) 340.3455869
    (+39) 338.8685598

Il ponte di Guillemore

Architettura  -  Fontainemore

Era anticamente il luogo in cui si congiungevano le due strade che risalivano la Valle del Lys, sulla destra e sulla sinistra orografica del torrente omonimo. Guillemore con la sua gola determinava il confine tra il “Mandement de Vallaise” e il “Mandement di Issime e Gressoney”. La denominazione di Guillemore è riportata con diverse varianti: Guymour - Guimor - Guymor - Gueymor.

Trattandosi appunto di un luogo strategico e fortemente caratterizzato dal punto di vista morfologico, si ritiene che una parte del toponimo sia quanto mai antico.

    0125.832121

Il ponte storico di Fontainemore

Architettura  -  Fontainemore

Il ponte di Fontainemore, costruito in epoca medievale intorno al 1200, si trova accanto alla Chiesa parrocchiale e attraversa il torrente Lys con un’unica arcata della lunghezza di 22 metri.

    0125/832121

Il villaggio di Farettaz a Fontainemore

Architettura  -  Fontainemore

Fontainemore può compiacersi d’essere uno dei più importanti focolai di emigrazione attiva (stagionale) legata all’edilizia. Da San Giuseppe a Santa Barbara, talvolta anche a Natale, gli uomini di questa comunità partivano per svolgere il proprio mestiere di mastri costruttori in Savoia, nel territorio del Ducato di Aosta e in grandi città, come Torino, Marsiglia, Lione, Grenoble e persino Parigi.

L’architettura delle abitazioni del loro comune d’origine incute rispetto. Tracce d’amore per il taglio preciso della pietra e quelle alte murature portanti di 4 o 5 piani sono sparse per più di cento casali sui versanti ripidi, coperti da castagni.

Farettaz è uno dei villaggi meglio conservati che si compone di diversi gruppi di case uniti da sentieri ben sistemati. Il più interessante è, senza alcun dubbio, quello da cui si erge il campanile della cappella dedicata a San Lorenzo. L’ingresso del sito è decorato da una bella fontana ricoperta da una volta in pietra; la vasca è alimentata da un lungo canale scavato nella roccia.

Strette le une alle altre, le case disegnano formazioni complesse, separate da passaggi coperti, terrazze, giardini e vicoli, che permettono di scoprire un’antica architettura di qualità, nel cui grembo si compenetrano spazi interni ed esterni in dimensione umana, pregna del “saper vivere” la montagna.
Il forno comunitario del villaggio è stato restaurato e viene ancora utilizzato in occasione di alcuni eventi durante i quali si impasta e si cuoce il pane nero di farina di segale.

Una nota interessante: nel territorio di Fontainemore, nel villaggio Pra dou Sas, è stato allestito un museo etnografico della media montagna.
Grazie alla collaborazione degli abitanti, questo piccolo museo comunale presenta al pubblico gli oggetti della vita quotidiana inseriti negli scenari di un’abitazione tradizionale.

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Cappelle

Chiese e santuari  -  Fontainemore

Nel territorio di Fontainemore si possono contare ben undici cappelle, costruite dai “macons” (muratori) di ogni villaggio come simbolo dell’autonomia delle singole frazioni.
Le cappelle affrescate sono la cappella della Madonna della Neve in frazione Niana, la cappella di San Francesco di Sales in frazione Pillaz, la cappella di San Defendente in frazione Chuchal, la cappella dedicata a San Lorenzo a Farettaz e l’oratorio della Balma sul colle omonimo.
Le due cappelle più ricche e ben conservate sono quelle di Planaz e Kiry.

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Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio Abate

Chiese e santuari  -  Fontainemore

Fu edificata nel 1494 al posto di una vecchia cappella e ricostruita nel 1679, dopo che l’edificio era stato distrutto da una frana.
Un’iscrizione latina, scolpita a caratteri gotici sulla pietra di una finestra, un tempo facente parte della Chiesa e ora inserita in un muro davanti alla curia, attribuisce la costruzione dell’edificio al capomastro Antonio Goyet di Issime.
Nel 1756, in seguito a un’alluvione, si dovette ricostruire un’altra volta la chiesa: è di quest’epoca l’altar maggiore ligneo.

Elementi interessanti:
- il secentesco portale di legno intagliato, costituito da quattro pannelli rappresentanti le figure di San Grato, San Giocondo, Sant’Antonio e Sant’Orso e da sei pannelli con foglie e fiori;
- il presbiterio con abside rotonda risalente al XV secolo;
- la volta a vela con nervature di pietra ricoperta da calce ed un rosone al centro, recante lo stemma dei Vallaise.
- il ponte medievale con un’arcata di 22 metri che conduce alla chiesa.

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Ecomuseo della media montagna

Musei  -  Fontainemore

L’ecomuseo della media montagna si trova a Pra dou Sas, alle porte della Riserva naturale del Mont Mars.
Si tratta di un bellissimo villaggio di media montagna, i cui edifici sono stati in parte adibiti a museo di sé stessi.

Una casa in muratura su due piani presenta, al livello inferiore la stalla e a quello superiore il locale col camino per la lavorazione del latte e quello per l’abitazione della famiglia.

Il vicino rascard in legno racchiude l’area in passato destinata alla battitura della segale e quella per la conservazione delle derrate. Nella cantina sottostante si trova il locale per la stagionatura dei formaggi.
Una parte del rascard ospita una collezione di attrezzi da falegname e di altre professioni tradizionali.

Particolare importanza assumono gli attrezzi del muratore, mestiere caratteristico di questo paese, per il quale gli abitanti erano famosi anche all’estero, dove venivano chiamati a prestare la loro opera nella bella stagione.

Come arrivare
Dall’abitato di Fontainemore si sale per alcuni chilometri lungo la strada regionale per Gressoney sino ad imboccare sulla destra il ponte che conduce alla Riserva del Mont Mars. Superato il Lys, continuare lungo la strada che conduce a Pillaz-Pian Coumarial: proseguire lungo la strada principale, lasciare a sinistra il bivio per la frazione Pillaz e raggiungere la località Pra dou Sas, dove troverete le indicazioni per raggiungere l’ecomuseo.

    (+39) 0125.832700
    (+39) 3472507512
    info@montmars.it

Antico torchio di Perloz

Architettura  -  Perloz

Il torchio di Perloz è una interessante testimonianza della storia della viticoltura e delle tradizioni rurali della zona.
La torchiatura consentiva l’estrazione, tramite pressatura, della parte liquida dalle vinacce, ciò che restava al termine della fermentazione alcolica dopo che il vino era stato spillato dai tini.
L’albero è costituito da un’enorme trave di castagno della lunghezza di 7,3 metri che si muoveva grazie alla vite posta all’estremità del braccio più lungo.
L’antico torchio, oggi restaurato, si trova in un locale lungo e stretto, ad accesso libero.

LA STORIA DEL TORCHIO
La parte più antica dell’edificio è riconducibile al XVI secolo.
Nel XVII secolo il terreno su cui è stato costruito il torchio apparteneva al feudo dei Vallaise. Ricerche di archivio ne attestano la proprietà alla famiglia Gavy che, avendo contratto vari debiti, nel 1781 per ordine del giudice dovette cedere tutti i suoi beni ai creditori.
L’edificio passò così ai fratelli Glésaz, famiglia che manterrà la proprietà del torchio sino al XIX secolo.
Tra il 1790 e il 1812 l’edificio ha subito una ricostruzione globale, ben riconoscibile nel muro est.
Il torchio funzionò regolarmente sino agli anni ‘20 del XX secolo, terminando la sua attività per la drastica riduzione della viticoltura.
Anche se inattivo, il torchio rimase in buone condizioni fino al termine della seconda guerra mondiale quando un devastante incendio appiccato dai nazifascisti il 30 giugno 1944, nel corso di una rappresaglia contro i partigiani, ne compromise definitivamente la struttura.

Chemp, Varfey e altri villaggi a Perloz

Architettura  -  Perloz

All’arrivo a Crétaz di Miochaz, dove si parcheggia l’automobile, si diramano due percorsi; entrambi conducono agli ultimi villagi di Perloz che venivano definiti inaccessibili perché bisognava salirvi o discenderne a piedi.
Sono, in apparenza, dei “nidi d’aquila”, ma agevoli sentieri li raggiungono, salendo, in meno di un’ora di escursione.
I villaggi di Chemp e Varfey sono oggi raggiungibili anche in auto (Varfey da Lillianes e Chemp da Perloz).
Tra le case del villaggio di Chemp si può visitare un museo a cielo aperto con pregevoli opere di vari artisti che rendono questa meta ancora più interessante.

VARFEY
Sul tratto a monte di Crétaz, sopra una vasta terrazza che domina la valle centrale e la piana del Canavese si trova Varfey, dove alcuni granai richiamano la funzione cerealicola delle terrazze abbandonate d’attorno. Questo piccolo villaggio ha la peculiarità di trovarsi a cavallo della linea di confine tra i comuni di Perloz e Lillianes e le lettere P / L sono impresse sul sentiero e sui muri.

CHEMP
A un livello inferiore, Chemp è insediato, invece, su un’altura di rocce smussate dai ghiacciai al limitare dei frutteti di castagni. Fiere sagome di grandi abitazioni in pietra della fine del XIX secolo si stagliano sul paesaggio, al fianco di quelle di una minuscola cappella immacolata e di costruzioni rurali più semplici o più antiche.
A Chemp un bel granaio del XVII secolo fiancheggia una dimora abbellita, nella facciata, da una loggia ad arcate, nota come “la casa del notaio”.
Lontano dal frenetico contesto odierno delle città, questi villaggi sono oasi di pace, tuttora abitate in alcuni periodi dell’anno. Vi si lavora ancora nella stalla o nel laboratorio di scultura.
Visitare Chemp significa scoprire non solo edifici dalla pregevole architettura rurale, di cui solo una piccola parte restaurate, ma anche ammirare le opere d’arte, collocate tra le case, che animano questo antico villaggio.

Curiosità:
Il territorio di Perloz riserva anche altre sorprese: in primavera, cresce un fiore straordinario al Col Fenêtre di Perloz (1670 m): la peonia. La zona, per le sue peculiarità botaniche, fa parte della rete ecologica “Natura 2000”.
Il sentiero che in 20 minuti conduce al colle costeggia due villaggi che affascineranno gli appassionati d’architettura tradizionale: Pesse, insediato su una terrazza in dolce pendenza sovrastante il vallone di Nantey, è abitato soprattutto nella bella stagione, mentre il villaggio di Fenêtre, abbarbicato al versante dedicato un tempo all’agropastoralismo, è in abbandono.

Il mulino di Glacières

Architettura  -  Perloz

Azionato dalle acque del “ru” (canale irriguo) di Marine il mulino di Glacières (o Giassère) è molto antico, come dimostrano le date incise in alcuni punti della costruzione. La prima citazione documentale risale al 1501 e si trova nell’atto di infeudazione dei gestori del mulino da parte dei signori di Vallaise.

Il mulino passò poi dalla gestione privata a quella comunitaria del villaggio di Marine che agli inizi del ‘600 installò una nuova macina.
La comunità affittava il mulino ai conduttori che dovevano garantire la manutenzione del mulino e anche del ruscello. I pagamenti per i servizi di molatura avvenivano in cereali e farina.
Il mulino fu rimesso in funzione durante la seconda guerra mondiale dai partigiani della Brigata Lys e l’uso è continuato fino al primo dopoguerra.

Oggi l’impianto non è più attivo ma è comunque funzionante. All’interno sono conservate le due macine con le tramogge in legno per l’inserimento dei cereali e le madie per la raccolta della farina.

    (+39) 3204248315

Castello dei Vallaise

Castelli e torri  -  Perloz

Situato al centro del capoluogo, è il castello più antico del comune di Perloz, che risale sicuramente al XII secolo, dato che un documento del 1195 parla di una “sala domini” in Perloz.
Ancora ai nostri tempi viene chiamato l’ “Ohtal” (dal latino “hospitalis” e dal francese antico “ostel”), cioè dimora comoda con tutti i servizi.

La costruzione è imponente, con cinque piani fuori terra, e queste dimensioni dovevano avere anche un significato politico: l’imponenza della casa-forte doveva infatti colpire lo sguardo di quanti risalivano la Valle del Lys, dando prova della potenza della Famiglia Vallaise.
Interessanti sono una serie di finestre a bifora, trilobate, a tutto sesto e a crociera, bordate di pietra grigia. All’interno il palazzo era dotato di un pozzo a cui attingere acqua fresca. Due camini monumentali sono ancora visibili: su uno di essi lo stemma dei Vallaise, scolpito nella pietra grigia.

Il castello fu incendiato durante il rastrellamento nazi-fascista del 30 giugno 1944: il tetto è stato rifatto, ma non è stato possibile ripristinare i due piani di pavimento in legno.

Castello Vallaise "Charles"

Castelli e torri  -  Perloz

Il Castello Charles è un insieme di caseforti. Fu abitato da Jean Charles, notaio e castellano di Perloz e giudice reale di Bard, che nel 1709, avendo contribuito a liberare il forte dai francesi, fu premiato dal Duca Vittorio Amedeo II con la nobilitazione.

La casa è situata sul lato sinistro della strada carrozzabile arrivando da Pont-Saint-Martin.
Si tratta di un complesso di tre fabbricati affiancati, costituiti da quattro piani fuori terra, costeggianti una scarpata impervia con un ruscello al fondo.

La torre laterale, munita di caditoia, possiede all’interno un bel “viret” (scala a chiocciola) del 1616, ornato da una balaustra in pietra.
I due piani superiori della casa-forte presentano ancora i soffitti originali in legno; una stanza è munita di controsoffitto con vano-nascondiglio. Nella cucina è presente un enorme camino con cappa in legno.
Le cantine e le cosiddette prigioni poggiano sulla viva roccia, mentre a picco sul torrentello vi è un’apertura che facilitava la fuga dall’abitazione in caso di pericolo. Poco distante dalla torretta-ingresso è presente un’altra scala che permetteva l’accesso al corpo inferiore del castello, dove si trova una porta con lo stemma dei Vallaise-Challant, in memoria del matrimonio tra Pierre di Vallaise-Challant (ramo De la Côte) e Antoinette de Challant (1400 circa).

Questi edifici furono nel tempo rielaborati e modificati, ma la loro costruzione potrebbe risalire al XIV o XV secolo, con aggiunte del XVI e XVII secolo.

    (+39) 0125807974

Torre di Héréraz

Castelli e torri  -  Perloz

Il castello di Héréraz (o castello Hérères) apparteneva al ramo dei Vallaise-Hérères, estintosi nel 1390.
L’originario corpo abitativo è stato trasformato in casa parrocchiale e l’antica cinta muraria è servita come materiale di costruzione della chiesa. Il mastio, o “donjon” del castello, con mura di oltre sei metri di lato e spesse circa due metri, è stato adattato a torre campanaria: a sette metri da terra è ancora possibile vedere l’antica porta di accesso, con architrave sormontato da arco cieco, databile intorno all’ XI secolo.

Il castello fu ceduto da Alessandro di Roero Guarene, figlio di Rosalia di Vallaise, per la costruzione della chiesa di San Giuseppe, benedetta nel 1878.

Cappella della Santissima Trinità

Chiese e santuari  -  Perloz

Nel villaggio di Plan-De-Brun, al lato della antica mulattiera che sale al borgo di Perloz e lungo l’itinerario escursionistico Cammino Balteo, si affaccia la cappella dedicata alla Santissima Trinità che pare esistesse già nel XVIII secolo come risulta da una visita pastorale svoltasi nel 1786.

L’edificio venne ricostruito nel 1835 a spese di un abitante del villaggio.
Sul lato destro sorgono la sacrestia ed il campanile che ancora oggi reca evidenti segni di colpi di mitragliatrice essendo stato teatro di scontri tra partigiani e nazifascisti nel 1944 durante la lotta di liberazione.

La facciata richiama in parte l’architettura del santuario di Notre-Dame-De-la-Garde con un portico a tre archi davanti all’ingresso.

L’altare maggiore è in muratura, sovrastato da una cornice in legno intagliato e dipinto che racchiude una tela raffigurante l’incoronazione della Vergine ed i santi Pantaleone, Giovanni Battista, Giovanni evangelista, Vittore, Bartolomeo, Caterina e Anna.
Gli altari laterali sono in legno intagliato dipinto e dorato dedicati al Sacro Cuore di Gesù e al Sacro Cuore di Maria.

Cappella di San Rocco

Chiese e santuari  -  Perloz

Nel borgo principale di Perloz, questa cappella del XVII secolo è dedicata a San Rocco che, nell’iconografia artistica, presenta solitamente come elementi distintivi la conchiglia e il bastone di pellegrino e così è rappresentato nell’affresco centrale della facciata.
All’interno, il dipinto sull’altare rappresenta il Santo col cane, nell’atto di sollevare la veste per mostrare i segni della peste.

Chiesa di San Giuseppe

Chiese e santuari  -  Perloz

Guardando la chiesa dedicata a San Giuseppe, nel villaggio di Tour d’Héréraz, spicca la torre medievale che oggi è il suo campanile. A quel tempo molti viaggiatori passavano le acque del torrente Lys transitando sul vicino Ponte Moretta, situato a valle della chiesa, e questa torre serviva per controllare i viandanti ed il passaggio delle merci. Faceva parte di un complesso fortificato donato alla comunità di Tour d’Héréraz da un discendente della famiglia Vallaise nella seconda metà dell’800.

Nel 1878, anno di consacrazione della chiesa, la torre venne trasformata nel campanile modificando la sua parte terminale per far posto alla cella campanaria. A sette metri di altezza si può ancora vedere l’antica porta di accesso con architrave sormontato da un arco cieco.

La chiesa è generalmente chiusa.

Chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore

Chiese e santuari  -  Perloz

In passato la chiesa del Salvatore ha rivestito un ruolo molto importante perché la parrocchia di Perloz comprendeva tutta la valle del Lys. In seguito a partire dalla fine del 1100 si sono formate delle parrocchie autonome nei territori limitrofi.

Tra le più antiche della Valle d’Aosta, non si conosce con certezza la data in cui è stata costruita, secondo alcuni risalirebbe al 772, ma probabilmente è stata eretta intorno all’anno Mille. Di questo primo insediamento è rimasto solo il campanile (la cui base è del IX o X secolo ma le sopraelevazioni sono più recenti) perché nei primi anni del 1600 è stato interamente demolito per far spazio alla nuova chiesa.
La chiesa, costruita tra il 1616 e il 1620 nel medesimo luogo della precedente, ma con un diverso orientamento, è rimasta pressoché integra fino ai nostri giorni. La sua pianta è rettangolare ed è costituita da un’unica navata a tre volte a vela.

La facciata principale è affrescata con un dipinto raffigurante il giudizio universale risalente al 1676 ad opera di Bernardino Fererio della Val d’Ossola (Piemonte) prendendo come modello i dipinti della parrocchiale di Issime. Nella nicchia che sovrasta la porta compaiono i santi patroni della parrocchia, Il SS. Salvatore, Orso e Pietro.

Internamente si possono osservare l’altare maggiore in marmo nero a tarsie multicolori del 1786, la balaustra ed il pulpito che sono in noce intagliato.
Belli i pannelli con le statue di sant’Orso, san Grato, san Giovanni Battista, san Giovanni Evangelista e ovviamente il Santissimo Salvatore che è posizionato al centro.
Il reliquiario contiene una spina che dovrebbe essere della corona di Gesù, portata nella chiesa all’epoca delle crociate.

    0125/804177

Santuario della Madonna della Guardia

Chiese e santuari  -  Perloz

Il santuario di Notre-Dame de la Garde è posto in posizione panoramica nel territorio del comune di Perloz, all’imbocco della valle del Lys.

La prima costruzione del santuario sembra risalire al secolo XII, dovuta al ritrovamento casuale, come racconta la tradizione, di una statuetta della Madonna, probabilmente nascosta durante l’epoca delle invasioni barbariche. Tra il 1715 ed il 1718 venne realizzato un ampliamento.

La facciata è molto elegante, con un portico sostenuto da quattro colonne.
L’interno, affrescato nell’Ottocento dai fratelli Avondo, è sovrastato da volte a vela e tappezzato di quadretti votivi, manifestazioni della fede popolare e della gratitudine per la “grazia ricevuta”.

Degni di nota, i tre altari in legno del ’700 e la statua della Vergine miracolosa, assisa con il bambino, del XIV secolo.
Sul davanzale interno della facciata, a sinistra, una pietra ovale che serve da “élémosinaire”, con incisi la sigla IHS e lo scudo dei Vallaise.

Nella piazzetta davanti alla chiesa si trovano una bella fontana con colonna, con un mascherone datato 1642, ed una vasca scavata in un unico blocco di pietra.
Sul retro della chiesa si trovano il campanile e la casa dei pellegrini, con un elegante porticato da cui la vista spazia verso la pianura.

    (+39) 0125.804177
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Mostra "L'école d'autrefois"

Musei  -  Perloz

Il museo riproduce fedelmente un’aula di scuola dell’inizio del ‘900. Vi sono raccolti alcuni arredi ed oggetti scolastici provenienti dalla vecchia scuola di Marine, ora ristrutturata ed adibita a museo, oltre che a sala manifestazioni della Proloco.
Vi trovano spazio la cattedra, i banchi in legno con piano inclinato ed il posto per il calamaio, la stufa, quaderni, penne, pennini abbecedari e sussidiari. Sul muro sono collocate le carte geografiche con i confini dell’epoca e vari cartelloni, inoltre vi è la lavagna in ardesia, con i segni lasciati dalle pallottole di moschetto dei fascisti durante la rappresaglia del 1° luglio 1944.

La mostra apre su richiesta oppure in occasione di manifestazioni che si svolgono nella frazione.
Per informazioni e prenotazioni chiamare i numeri inseriti nella sezione “Contatti”.

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    3477189744
    solangesoudaz54@gmail.com

Museo della Resistenza Brigata Lys

Musei  -  Perloz

Il Museo, inaugurato nella nuova sede il 25 aprile 2008, è ospitato in Località Capoluogo all’interno dello storico edificio che fu dimora, subito dopo la guerra, della prima banda partigiana attiva nella bassa Valle d’Aosta, la Brigata Lys protagonista nel 1943 della prima azione di resistenza nella Bassa Valle, nel quadro più generale della guerra e della lotta per la Liberazione in Valle d’Aosta.
Cimeli, divise, elmetti, capi d’abbigliamento, bandiere, carte topografiche, armi, oggetti di vario genere sono opportunamente accostati a prezioso materiale documentario, fotografico e iconografico, valorizzato grazie alle tecnologie multimediali e a modalità comunicative nuove e coinvolgenti. Il Centro di Documentazione allestito nel Museo stesso è provvisto di pubblicazioni, video, CD, musicassette, manoscritti e documenti d’archivio. Il museo si è arricchito di video sulla Resistenza in Valle d'Aosta e a Perloz e di audioguide multilingue, che sotto forma di racconto, conducono il visitatore lungo tutto il percorso della mostra permanente

Visite su prenotazione contattando il Municipio ai numeri riportati nella sezione “Contatti”.

Les Chemins de la Liberté
Assieme al museo è possibile scoprire i luoghi della lotta partigiana lungo l’itinerario che si snoda dalla località Plan de Brun fino alla frazione di Marine, percorribile in circa un’ora di cammino.

 

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    solangesoudaz54@gmail.com