Patrimonio culturale: Courmayeur

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Ville a Courmayeur

Architettura  -  Courmayeur

Nella nota località turistica di Courmayeur l’espansione più qualificata è avvenuta tra le due guerre mondiali.
La tipologia di insediamento più tipica del periodo è rappresentata da ville circondate da ampi giardini.

La Villa Tondani, Via Donzelli 2, è un complesso caratteristico di fabbricati richiamanti temi e motivi medioevali che si possono cogliere dalla strada (casa privata, non è consentito l’ingresso). La villa è costituita da un edificio principale (1930), da una cappella con campanile in pietra ed intonaco, da un porticato ad L con pilastri in pietra ed archi, da un padiglione in pietra con finestre a trifora e portico sul fronte maggiore. Molto interessante è il giardino che affianca elementi naturali (ruscello, laghetto, ecc.) ad altri appositamente costruiti (muri, strada, balaustre, ecc.).
Prossima alla villa Tondani sorge La Freidolina (1916), villa che presenta un impianto asimmetrico, con parti in pietra a vista ed altre imitanti la tipologia costruttiva a traliccio. Sul lato nord della facciata, la villa presenta varie decorazioni e l’anno di costruzione. Ad oggi, la villa è stata ristrutturata e divisa in appartamenti.

Sempre con tipologia a traliccio con tetti molto pendenti si presenta la Villa Marone, Strada Le Volpi 1, articolato fabbricato realizzato nel 1925 che era inserito in un ampio parco oggi inesistente. La dimora è nota per aver ospitato Umberto II e Maria José del Belgio, ultimi sovrani d’Italia, durante il loro viaggio di nozze.

La Villa Bagnara, Via XVI Luglio, (1935) è una costruzione in pietra a tre piani con stipiti ed architravi in pietra. Il portale scolpito posto al termine di una breve scalinata privilegia l’accesso dal Viale Monte Bianco. Costruita dall’imprenditore genovese omonimo,  è nota per aver ospitato, durante la seconda guerra mondiale,  un quartier generale con piccola infermeria per la cura e la degenza di ufficiali tedeschi mentre nel 1965 i due presidenti della Repubblica italiana e francese, Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle,  in occasione dell’inaugurazione del Traforo del Monte Bianco. Nel 1975 la Villa viene trasformata in condominio pur conservando le sue principali caratteristiche architettoniche.

L'Artisanà - negozio di artigianato - Courmayeur

Artigianato  -  Courmayeur

Storicamente gli artigiani valdostani usavano il termine “l’Artisanà” per identificare il negozio in centro ad Aosta in cui, conclusa la Fiera di Sant’Orso e, durante il resto dell’anno, veniva conferita la loro produzione per la vendita. L’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition ha così deciso di farne il proprio marchio di comunicazione che unisce il settore culturale e commerciale della propria attività.
L’Artisanà boutique comprende oggi 4 negozi di artigianato valdostano distribuiti sul territorio regionale, vetrine originali di un artigianato vivo e in evoluzione che affonda le proprie radici nella tradizione.
Le boutiques de L’Artisanà offrono a turisti e appassionati la possibilità di portarsi a casa un pezzo autentico di Valle d’Aosta: oggetti in legno, pietra ollare, ferro forgiato, prodotti tessili e di ceramica sono il frutto della tradizione millenaria della nostra regione.

La boutique di Courmayeur
La perla delle Alpi, questo è l’appellativo che Courmayeur si è meritata per la straordinaria bellezza del paesaggio che la circonda e per il maestoso scenario della catena del Monte Bianco. Si tratta della più ampia boutique de L’Artisanà: la struttura presenta un’architettura interna interessante, con vani e soppalchi per un totale di circa 200 mq, e offre una ricca varietà di manufatti della migliore tradizione artigianale.
La Boutique ospita al proprio interno una piccola galleria che offre ai clienti la possibilità di ammirare produzioni del passato e del presente.

Gli orari sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli prima della visita (cfr. sezione “Contatti”) oppure cliccando qui

    (+39)01651835140
    courmayeur@lartisana.vda.it

Casaforte Passerin d'Entrèves

Castelli e torri  -  Courmayeur

Situata nel centro del villaggio di Entrèves, questa tipica casaforte di campagna del secolo XIV (datata 1351), assurse a dimora aristocratica più per il rango turistico della località che per le sue caratteristiche originarie.
Nel 1711 l’edificio fu acquistato dai nobili Passerin, i cui discendenti, ancora oggi proprietari, vi hanno apportato trasformazioni esterne e interne che l’hanno salvata dalla rovina.
Le caratteristiche finestre gotiche con motivo a chiglia rovesciata sono un rifacimento. Notevoli la scala a chiocciola per l’accesso ai piani, gli archi ogivali di alcune porte ed una buona collezione di oggetti d’arte.
La casaforte è abitata durante la stagione estiva.

Torre Malluquin

Castelli e torri  -  Courmayeur

Situato in piazza Petigax, a pochi passi dalla chiesa evangelica valdese, questo edificio nel Medioevo appartenne ai signori Malluquin, la cui presenza è attestata a Courmayeur sin dal XIII secolo.
La dimora è citata per la prima volta in un verbale di consegna dei castelli ai Savoia del 1351: in occasione delle Udienze Generali, ovvero dell’incontro del Conte di Savoia con i feudatari e la popolazione, i proprietari locali di dimore fortificate consegnavano le loro abitazioni nelle mani di emissari del Conte, che le prendevano in custodia per tutto il periodo in cui egli si tratteneva in Valle, ponendovi all’interno una piccola guarnigione. A tale rituale, detto “redditio castrorum” (letteralmente “consegna dei castelli”) si sottopose anche “Hugonetus Maluquini de Curia Majori”, cioè Ugoneto Malluquin di Courmayeur.
Nel XV secolo la torre divenne proprietà della famiglia D’Avise, a cui appartenne fino al XVIII secolo.

Attualmente al suo interno vengono organizzate mostre di varia natura.
L’edificio, a pianta quadrata, è composto da sette piani molto bassi divisi da solai in legno; l’accesso al piano terreno è recente, mentre quello originale, sul lato opposto a circa otto metri da terra, è sormontato da un architrave con arco di scarico a tutto sesto.

Chiesa Evangelica Valdese

Chiese e santuari  -  Courmayeur

La presenza della comunità evangelica e valdese a Courmayeur risale al periodo successivo all’editto albertino del 17 febbraio 1848. L’attuale tempio, che si trova in Piazza Petigax, fu acquistato nel 1857 e inaugurato nel 1885.
In questo storico tempio valdese, prosegue l’esperienza interevangelica: un’iniziativa di evangelizzazione che si vuole rivolgere ai residenti e ai turisti che, trovandosi a passare per Courmayeur, volessero cogliere l’occasione di ritrovarsi attorno alla Parola di Dio, come è predicata dalle chiese evangeliche. Ubicata di fianco alla torre Malluquin presenta in facciata una bifora tamponata ed archetti in pietra.

    (+39) 0165231024

Chiesa parrocchiale dei Santi Pantaleone e Valentino

Chiese e santuari  -  Courmayeur

L’attuale chiesa parrocchiale risale alla prima metà del Settecento ed è stata costruita su un edificio più antico e parzialmente demolito. Si presenta a pianta rettangolare a tre navate coperte da volte a crociera e scandite da sei pilastri quadrati. Il coro, poco profondo, presenta un’abside rettilinea. Interessante l’altare maggiore, databile al XVIII secolo, in marmo nero. Da segnalare anche una tela raffigurante il martirio di San Sebastiano, opera del XVIII secolo, una singolare tela ex voto, datata 1704, che si ispira all’invasione da parte delle truppe francesi della Valle d’Aosta, invasione che risparmiò il villaggio di Courmayeur. Un’iscrizione, nella cappella situata alla sinistra del coro, ricorda il soggiorno a Courmayeur, in occasione della luna di miele, del principe Umberto di Savoia e della principessa Maria José nel 1930. All’esterno, sulla piazza, la chiesa presenta una scala a doppia rampa con un pulpito. In una nicchia realizzata con delle piccozze è posta la statua del sacerdote, alpinista e storico, abate Joseph-Marie Henry.

Il campanile
Il campanile, di cui non si conosce esattamente il periodo di costruzione, presenta però tutte le caratteristiche dei “clochers-porches” edificati tra l’XI e la fine del XII secolo. La cuspide, modificata in un secondo tempo, è a forma di tiara a ricordo, pare, del soggiorno dei papi ad Avignone. In tutta la Valle d’Aosta non c’è che il campanile di Valgrisenche, costruito nel 1392, che abbia la stessa foggia di quello di Courmayeur. La parte superiore è regolarmente scandita dagli archetti a trifora e bifore con mensola a tronco di piramide invertito. Le campane sono sette e variamente datate tra il XVI ed il XX secolo.

    (+39) 0165.842234

Chiese della parrocchia Santa Margherita di Entrèves

Chiese e santuari  -  Courmayeur

Nel 1964 Entrèves, frazione del comune di Courmayeur, creò la propria parrocchia comprendente la parrocchiale e la cappella dell’omonimo villaggio, oltre alle cappelle di San Grato a La Palud, del Meyen, di Planpincieux e di Notre-Dame a Pont.

La cappella di Santa Margherita
L’antica chiesetta della frazione sorge dietro la casaforte Passerin d‘Entrèves. Essa è già menzionata nella visita pastorale di Monsignor Ferragata del 19 luglio 1567. All‘interno rimane solo l‘alzata di un altare ligneo di fattura settecentesca con al centro una tela raffigurante la Vergine e il Bambino, Sant‘Antonio e Santa Margherita, patrona di Entrèves, la cui festa si celebra il 20 di luglio.

La parrocchiale di Santa Margherita (chiesa grande)
Fu costruita tra il 1965 e il 1967, su progetto dell‘architetto Cosmacini. L‘interno ospita un crocifisso del XVIII secolo proveniente dalla parrocchiale di Courmayeur.

    (+39) 016589176

Santuario di Notre-Dame de la Guérison

Chiese e santuari  -  Courmayeur

Sulla strada per la Val Veny, sullo sfondo del maestoso ghiacciaio della Brenva, sorge questo caratteristico santuario, in un luogo che fin dal Seicento è stato teatro di numerose guarigioni miracolose.
Già in epoca antica infatti, nella zona era venerata una statua dedicata alla Vierge du Berrier, dapprima esposta in una semplice nicchia, poi trasferita all’interno di un vicino oratorio, costruito sulla roccia (“berrier”in patois, il dialetto locale); seguì un nuovo spostamento in una cappella intitolata alla Visitazione della Vergine, poco a monte dell’attuale tempio.

Nel 1816 la piccola costruzione fu abbattuta dall‘inesorabile avanzata del ghiacciaio; rimase intatta solo la statua della Madonna. In seguito a tale avvenimento, ritenuto miracoloso, si deliberò di innalzare un nuovo luogo di culto, cosa che fu realizzata nel 1867, quando fu eretto l’attuale edificio, ingrandito nel tempo grazie a pie donazioni.

Consacrata dal vescovo Jans nel 1868, la chiesa presenta una pianta a forma di croce latina. Gli altari, eseguiti dallo scultore Fumasoli di Lugano, conservano dipinti di Giuseppe Stornone, testimonianza della secolare devozione rivolta alla Madonna qui venerata. La fama taumaturgica della Vergine ha fatto di questo santuario un frequentatissimo luogo di culto.
All’interno le pareti sono interamente tappezzate di stampelle, ex voto e doni portati dai fedeli miracolati.

Le Guide Alpine di Courmayeur insieme con i fedeli, celebrano in data 2 luglio, l’inizio della stagione estiva. In quell’occasione si svolge anche la processione a piedi con la partenza dal ponte delle capre.
Inoltre, in data 8 settembre, i fedeli della Valdigne svolgono il loro pellegrinaggio partendo dalle varie località della zona.

    (+39) 0165.869085
    (+39) 0165.842234
    info@parrocchiacourmayeur.it

Banda musicale di Courmayeur-La Salle

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Courmayeur

La Banda Musicale di Courmayeur, attiva sin dalla fine del XIX secolo, ha rappresentato per molti anni il complesso musicale della Società delle Guide Alpine di Courmayeur, prima costituita in Italia e seconda nel Mondo. Le alterne vicende della Storia videro ridimensionarsi il numero dei suoi componenti sino a che, nel 1966 il gruppo si fuse con il vicino gruppo della Banda Musicale di La Salle, creata nel 1936 che ebbe vita indipendente sino alla fine degli anni ’50, quando una lunga crisi negli organici consigliò la fusione con il corrispondente gruppo di Courmayeur.

L’organico attuale della Banda è composto da 35 musicanti la cui attività si concretizza soprattutto nella partecipazione alle feste patronali ed alle ricorrenze dei due Comuni e dei paesi limitrofi.
Tra i momenti più significativi della banda Musicale di Courmayeur-La Salle ricordiamo le ascensioni con concerto eseguiti sulla vetta del Monte Bianco in occasione del bicentenario della sua conquista (1986), il concerto sul Mont Dolent con la partecipazione delle Bande Musicali di Chamonix e di Martigny, l’ascensione con concerto sul Kilimangiaro (1989), tre partecipazione ai concerti per la festa degli emigrati a Parigi, nonché gli scambi culturali con le Bande Musicali di Santa Margherita Ligure, di Sestri Ponente, di Belvedere Marittimo, con gli amici siciliani di Caronia e con la Filarmonica di Verghera nel 2018.

Dalla collaborazione tra la Banda Musicale di Courmayeur-La Salle e l’Orchestre d’Harmonie de Chamonix è nata, ad inizio dell’anno 2003, l’Orchestre d’Harmonie du Mont Blanc che conta circa 50 strumentisti. Ricordiamo alcuni momenti significativi:

  • gemellaggio con i giapponesi di Fuji svoltosi in terra nipponica nel 2003;
  • gemellaggio con la Banda musicale di Davos, in Svizzera, nel 2004;
  • partecipazione al raduno delle bande du Vallais ad Orsières nel 2005;
  • ascensione con concerto sulla vetta del Monte Bianco in occasione del 40° anniversario del gemellaggio tra i comuni di Courmayeur e di Chamonix nel luglio 2006;
  • inaugurazione della nuova funivia Skyway avvenuta il 23/06/2015 alla presenza del presidente del consiglio italiano;
  • concerto a punta Helbronner il 14/8/2015 in occasione della festa delle guide.

La nascita del nuovo gruppo musicale transfrontaliero, il primo, e forse ancora unico, nel suo genere in Europa, è un ulteriore segno della collaborazione culturale tra i due paesi posti ai piedi del Monte Bianco ed una conferma che la musica non conosce frontiere e parla la stessa lingua in tutte le parti del mondo.

Oltre all’attuale corpo bandistico, gli allievi della Banda di Courmayeur-La Salle e quelli della Banda di Sarre formano la Banda Giovanile “Les Gamins de la Haute Vallée”: il loro nome vuole rappresentare l’unione delle due Bande musicali attive sul territorio compreso tra la città di Aosta ed il Monte Bianco. Nata non solo per propedeutica alla musica d’insieme, ma anche come punto di valenza sociale ed educativa per i più giovani.

Nel 2018 la Banda musicale di Courmayeur-La Salle organizza il 46° Raduno delle Bande musicali Valdostane: info

    (+39) 348.3080610

Gruppo Folcloristico "Les Badochys"

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Courmayeur

Il gruppo folkloristico “Les Badochys” di Courmayeur è composto da circa 50 elementi, compreso un numeroso vivaio di giovani ballerini. Si è costituito ufficialmente nel 1956, come naturale ufficializzazione di una compagnia di amici a cui interessava mantenere vive le tradizioni e le vecchie danze di Courmayeur. Alla testa del gruppo sfila infatti sempre “La Badoche”, composta dall’emblema di Courmayeur e da nastri multicolori che le componenti del gruppo portano legati in vita sino al giorno del matrimonio e che, in quell’occasione, donano simbolicamente al gruppo. Se la ragazza vorrà poi continuare l’attività ,dovrà acquistare un nuovo nastro.
Le origini del costume sono antiche: l’elegante abito maschile riprende la divisa delle truppe napoleoniche di passaggio in Valle d’Aosta durante la Campagna d’Italia, mentre quello femminile è l’abito che le donne portavano nelle feste: pesante lana tessuta in casa, pizzi al tombolo, sete variopinte per i grembiuli, un bolero, aperto sul davanti, e gioielli (un collier di perline e una collana di velluto nero con un cuore ed una croce in oro). Un cenno particolare merita il copricapo, una cuffietta nera annodata sotto il mento da un nastro: si dice in proposito che ogni ragazza metta all’interno della cuffia, per farla rimanere diritta, la prima lettera del fidanzato: basta osservare attentamente quindi, le cuffie un po’ ripiegate per scoprire quali ragazze sono ancora libere…
Le danze sono ancora quelle che una volta rallegravano i matrimoni e le feste dei villaggi.

    (+39) 3208613667

I diavoli della Val Veny

Leggende  -  Courmayeur

Cacciati da San Bernardo dai valichi alpini di accesso alla Valle d’Aosta, i diavoli che vi si erano insediati si ritirarono sul Mont Maudit, ma, di tanto in tanto, lasciavano la “montagna maledetta” per compiere in Val Veny sarabande sfrenate, cui non mancavano di invitare le streghe ed ogni sorta di geni del male.

Mettevano a soqquadro tutta la vallata, calpestavano i seminati, devastavano i raccolti. Canonici ed alti prelati, rispondendo all’appello della popolazione, si erano prodigati in inutili esorcismi: dopo ogni scongiuro, anzi, le forze infernali sembravano ulteriormente imbaldanzite, né si riusciva a capirne il motivo.

Ma, un giorno, un diavolaccio che si ritirava soltanto all’alba, perché s’era azzoppato nel corso della “seun-goga”(1), chiacchierando con un contadino si lasciò sfuggire che i religiosi chiamati a cacciare i demoni avevano fallito, perché il loro cuore non si poteva certo dire senza macchia.

La comunità, riunitasi per esaminare la situazione alla luce di quella rivelazione, stabilì di cercare un religioso più degno, non più però ai vertici, ma alla base della scala ecclesiastica. La scelta cadde su un umile fraticello cercatore del convento di San Francesco di Aosta. I montanari tanto dissero e tanto fecero che il padre priore - che pure avrebbe volentieri anteposto al prescelto ben più illustri e meritevoli religiosi - finì col cedere alle pressanti richieste ed impose al questuante, che si dichiarava indegno della missione, di seguire la delegazione venuta a cercarlo.

Dalla montagna maledetta i diavoli videro appressarsi tremebondi il servo del Signore, invano cercando cavilli per sfuggire al suo invito a lasciare la vallata. Lo accusarono dapprima di aver rubato, un giorno, una manciata d’erba fresca per i suoi calzari: ma il frate aveva deposto nel prato quella secca che aveva nei sandali; gli rinfacciarono poi di aver colto un’altra volta, abusivamente, in una vigna un grappolo d’uva: ma il francescano l’aveva pagato con una moneta lasciata sul muretto di cinta, e non per sé l’aveva preso, ma per un confratello ammalato…

Sconfitti dal candore di quel puro di cuore, i demoni furono costretti a far ritorno, mogi mogi all’inferno. Né mai più, da quel giorno, la Val Veny fu disturbata dalle turbe maligne.

(1) - termine dialettale valdostano che indica il “sabba”, cioè la riunione di diavoli e streghe. Evidente la derivazione dalla parola “sinagoga”.

Tratto da: “Il fiore del leggendario valdostano” di Tersilla Gatto Chanu Edizioni Emme/Torino

Il Dente del Gigante

Leggende  -  Courmayeur

Il gigante, naturalmente, è Gargantua, che, dando disposizioni sulla distribuzione delle varie parti del suo corpo dopo la morte, lasciò un dente alla Valle d’Aosta: da infiggere, appunto, tra i ghiacci del Monte Bianco.

L’ardita punta si staglia nel cielo e la sua caratteristica sagoma ne fa una delle vette più note. Meno noto, forse, il fatto che in quella possente fortezza si trovino rinchiusi innumerevoli spiriti maligni: tutti quelli che, nei tempi più antichi, imperversavano nella Valle d’Aosta.

A ripulirla dai geni cattivi provvide un mago, giunto da lontano, forse d’Oriente. Commosso dal disagio della popolazione per i continui tiri di folletti d’ogni specie, risalì tutta quanta la vallata, pronunciando misteriose parole.

Attratti dall’irresistibile richiamo, gli spiriti dei monti scesero a frotte dalle valli laterali, uscendo come nuvole di corvi dalle radure e dai boschi, dagli anfratti rocciosi e dalle gore dei torrenti, per unirsi ai folletti della piana in un tumultuoso volo che, gonfiandosi, man mano finì con l’oscurare il cielo. Il mago salì verso l’alta valle.
Docile, con fragore più forte del tuono, la turba malvagia lo seguì passo passo fino alla gigantesca prigione che l’attendeva, nel deserto di ghiacci del Bianco. Ad uno ad uno gli spiriti vi entrarono, spinti da un’invincibile forza: e dietro l’ultimo di essi si richiuse, per sempre, la porta di roccia.

Da allora l’ardita torre del Dente del Gigante regge all’urto dei geni cattivi, che disperatamente, ma invano, tentano di spezzare l’incantesimo del mago per poter uscire.

Tratto da: “Il fiore del leggendario valdostano” di Tersilla Gatto Chanu Edizioni Emme/Torino

Il ''Match in Valdigne''

Leggende  -  Courmayeur

Nel primo Ottocento, durante la costruzione del tronco di strada nazionale compreso tra Morgex e Pré-Saint-Didier, gli uomini di La Thuile e quelli di Courmayeur, lavoravano fianco a fianco impegnati in corvées (ognuno per quattro giornate, che salivano ad otto, per chi possedeva un mulo), ma un ancestrale antagonismo li spingeva al continuo confronto delle rispettive capacità.

Decisero infine di far scendere in campo due campioni, per stabilire, in base al risultato dello scontro, quale fosse il paese più forte.

Viveva a La Thuile, in quegli anni, una donna dotata di straordinaria gagliardia, che aveva il soprannome di Trifolla: all’unanimità i compaesani la prescelsero per affrontare la prova.

A questo punto, quelli di Courmayeur convennero che il raffronto tra un loro campione maschio ed una rappresentante, sia pure eccezionale, del gentil sesso, qualunque fosse l’esito, li avrebbe esposti al ridicolo; e decisero di far scendere in campo anche loro una donna, allenandola adeguatamente, perché potesse far fronte a Trifolla, pur non essendole pari per corporatura e per forza. La giovane prescelta, nota col nomignolo di Mezola, fu quindi mandata a lezione di scherma e pugilato, per apprendere qualche espediente che le permettesse di battere l’avversario.

Lo scontro ebbe luogo a Pré-Saint-Didier. Nella piazza della chiesa affollata di gente, le due donne si piazzarono a cinque metri l’una dall’altra: sarebbe stata dichiarata vincitrice quella che per prima fosse riuscita a buttare a terra l’avversaria, e cinquanta del suo paese avrebbero mangiato un buon pranzo a spese dei perdenti.

Al via, la Trifolla si gettò sulla rivale, pronta ad afferrarla in una stretta vigorosa. Ma quella, agilmente le infilò il gomito sotto il mento e, facendole sgambetto, la mise al tappeto.

Non credendo ai loro occhi, i tifosi di La Thuile reclamarono un nuovo match: avevano perso un pranzo, volevano scommettere una cena; Mezola accettò.

Ancora l’avversaria si gettò su di lei con tutto il peso del suo gigantesco corpo, riuscendo questa volta a stringerla tra le sue braccia. Ma, memore degli insegnamenti ricevuti, la rappresentante di Courmayeur manovrò così abilmente che, rotolando a terra insieme alla rivale, riuscì a piazzarlesi sopra.

A questo punto lo spettacolo si concluse con una bella mangiata, che soddisfece entrambe le parti. A tavola si assegnarono i primati: a La Thuile della forza, a Courmayeur della destrezza.

Tratto da: “Il fiore del leggendario valdostano” di Tersilla Gatto Chanu Edizioni Emme/Torino

Il Miage

Leggende  -  Courmayeur

Dove oggi si stende il ghiacciaio del Miage, nei tempi dei tempi graziose fate pascolavano greggi di camosci sulle sponde fiorite del lago.
I diavoli, annidati tra le creste più impervie del Bianco, messi loro gli occhi addosso, si fecero avanti con profferte d’amore.
Le ritrose pastorelle si diedero inorridite alla fuga, mentre gli spiriti maligni, indispettiti, sfogavano la loro ira scrollando le montagne circostanti, per riempire la conca di rocce.
Poi, non contenti, spinsero avanti il ghiacciaio, coprendo i verdi pascoli di una gelida coltre.

Tratto da: “Il fiore del leggendario valdostano” di Tersilla Gatto Chanu Edizioni Emme/Torino

Il Monte Bianco

Leggende  -  Courmayeur

Attorno al Monte Bianco s’intreccia un vero groviglio di leggende.
La tradizione vuole che il ghiacciaio, tutto o in parte, sia prigione eterna di spiriti maligni. Gli esorcismi del curato di Cogne vi confinarono i “manteillon”, costringendoli ad intrecciarvi funi con la sabbia; la potenza di un mago venuto d’ Oriente imprigionò tutti i geni nefasti della Valle d’Aosta nella gigantesca torre del Dente del Gigante; il candore di un fraticello senza macchia relegò tra i ghiacci i diavoli che infestavano la Val Veny… ed un misterioso viandante vi seppellì gli spiriti malvagi di cui pullulava l’antico Mont Maudit.

Generosamente accolto ed ospitato dagli abitanti del borgo che sorgeva ai piedi del monte, il mendicante promise di intercedere presso il Cielo, perché li liberasse dai geni del male che infestavano la zona. Ed ecco che la neve incominciò a cadere sulla montagna maledetta, ricoprendola in breve di una candida coltre, che per sempre rinserrò gli spiriti immondi. Da allora il massiccio cambiò il suo esecrato nome in quello augurale e sereno di Monte Bianco.

Tratto da “Il fiore del leggendario valdostano” di Tersilla Gatto Chanu Edizioni Emme/Torino

La tseallii

Leggende  -  Courmayeur

La “tseallii” era il rito con cui un tempo si usava accompagnare le seconde nozze di un vedovo o una vedova: i giovani del paese e dei villaggi vicini si radunavano presso la casa dell’interessato e con pentole, latte, corni e sonagli attaccavano un’indiavolata serenata, che durava per diverso tempo, anche per giorni… finché il malcapitato, per far tacere la musica, non si decideva a pagare da bere a tutti.

Un vedovo di Courmayeur, però, trovò un sistema più economico per liberarsi dei suonatori. Avendo militato sotto re Carlo Alberto come tamburo maggiore, aveva conservato il suo vecchio strumento appeso al muro. Lo prese, se lo sistemò a tracolla e, ritrovando il vigore dei vent’anni, uscì sulla soglia, battendo la carica: ben presto, il rullo cadenzato coprì ogni altro fragore. Ad uno ad uno i suonatori smisero di suonare, per disperdersi alla chetichella.

Tratto da: “Il fiore del leggendario valdostano” di Tersilla Gatto Chanu Edizioni Emme/Torino

Museo Alpino Duca degli Abruzzi

Musei  -  Courmayeur

Materiali, divise storiche, abbigliamento da montagna e curiosi oggetti raccontano più di 150 anni di storia del mestiere di guida alpina.

Il museo fu voluto ed iniziato da Luigi Amedeo di Savoia e venne inaugurato nel 1929.

L’ allestimento si sviluppa oggi su due piani lungo un percorso espositivo caratterizzato da numerose sezioni tematiche che ricostruisce e ripercorre le varie tappe della storia del mestiere di guida alpina.

Il piano terra è dedicato ai pionieri, le “guides à mulets” che con l’aiuto del muli accompagnavano viaggiatori anche illustri, come alcuni membri della Famiglia Reale, alla scoperta dei territori d’alta quota ancora inesplorati.

Testimonianze, fotografie ed oggetti raccontano l’evolversi dell’alpinismo e dell’attività delle guide alpine:

  • immagini delle spedizioni del secolo scorso in Alaska, India, Africa, K2 e Polo Nord 86^ latitudine, con Amedeo Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi e le Guide Alpine di Courmayeur;
  • materiale utilizzato nella missione in cui si arrivò alla massima latitudine mai raggiunta al Polo Nord (la slitta, le calzature imbottite e realizzate appositamente a mano, gli strumenti della nave Stella Polaris, vari capi d’abbigliamento e la giacca indossata dal Duca degli Abruzzi);
  • oggetti a ricordo dell’Africa appartenenti alle popolazioni del luogo;
  • la storia dei bivacchi ed il loro utilizzo, con l’esposizione del bivacco del Freboudze, installato nel 1925;
  • la raccolta dei libretti delle Guide Alpine di Courmayeur con le testimonianze dei clienti ed i libri di vetta;
  • testimonianze della nascita della disciplina dello sci alpinismo ed esposizione di materiale di Toni Gobbi, che ne fu l’iniziatore;
  • l’imbragatura inventata dalla guida Arturo Ottoz;
  • l’angolo del Soccorso Alpino con l’equipaggiamento dalle origini ai giorni nostri;
  • la parete con piccozze, scarponi e ramponi con il loro percorso storico.
    (+39) 0165.842064
    info@guidecourmayeur.com

Costume tipico di Courmayeur

Tradizioni  -  Courmayeur

Il rosso e il nero, tipicamente valdostani, contraddistinguono il costume di Courmayeur.

Il costume femminile è arricchito al collo e ai polsi da un alto merletto fittamente pieghettato, inamidato e rialzato sulla nuca.  Si ispira all‘abito che le donne portavano nelle feste: pesante lana tessuta in casa, sete variopinte per i grembiuli, un bolero aperto sul davanti e i gioielli tradizionali, un collier di perline e una collana di velluto nero con un cuore ed una croce in oro.

Il costume maschile, rigoroso ed elegante, prende spunto dalle divise Napoleoniche di passaggio in Valle nel 1800.

Lé Beuffon

Tradizioni  -  Courmayeur

“Lo Beuffon” è la maschera tipica e il simbolo del carnevale di Courmayeur.
Il costume, apparso all’inizio del Novecento a Dolonne, frazione di Courmayeur, riproduce un’interpretazione ironica di una divisa militare: giacca nera arricchita da tante medaglie, alamari dorati, perline colorate; pantaloni rossi con pompon, calzettoni bianchi e ghette rosse; una bassa tuba completamente rivestita di fiori e coccarde variopinte, arricchita da un pennacchio e da lunghi nastri multicolore. Proprio questi ultimi vennero aggiunti in onore di Umberto e Maria José di Savoia, che trascorsero a Courmayeur negli anni ’30 la loro luna di miele.
Alla vita il Beuffon porta un cinturone di pelle con dei campanelli; in mano un bastone che serve per aprire le sfilate dei carri allegorici. I beuffon, con il suono ritmato dei loro campanelli, hanno il compito di annunciare nelle frazioni e nel capoluogo di Courmayeur l’arrivo del Carnevale, mentre il pomeriggio del martedì grasso aprono la sfilata dei carri insieme alla banda musicale. Partecipano inoltre, su invito, a diverse manifestazioni a Courmayeur e in Valle d’Aosta portando con i loro colori e con il suono vivace delle loro campane, allegria e aria di festa.

    (+39) 3401983196
    info@beuffon.com