Patrimonio culturale: Chambave, Châtillon, Fénis, Verrayes, ** Valle d'Aosta **

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Il ''patois''

Tradizioni  - 

Su tutto il territorio della Valle d’Aosta gli abitanti parlano abitualmente il “patois”, un dialetto francoprovenzale. Esso presenta terminologie e cadenze che variano da Comune a Comune in conseguenza delle influenze francesi, vallesane, walser e piemontesi subite nel corso dei secoli. Il vocalismo della parlata è di tipo provenzale ed il consonantismo è di tipo francese. Le affinità maggiori sono riscontrabili nei dialetti
parlati nelle regioni francesi della Savoia e della Provenza, e nella Svizzera Romanda. Verrès è l’unico dei Comuni in cui non si parla il patois, ma per i suoi contatti con il vicino Canavese, gli abitanti parlano tra di loro il dialetto piemontese. Da alcuni decenni si cerca di mantenere vivo e valorizzare il patois.

Palazzo Roncas

Castelli e torri  -  Chambave

L’edificio, situato all’ingresso occidentale del borgo di Chambave, fu costruito nel XVII secolo dal barone di Cly, Pietro Filiberto Roncas, con materiale proveniente dal Castello di Cly. Il barone vi si trasferì, spostando quindi anche la sede giurisdizionale della castellania di Cly.

Chiesa parrocchiale di San Lorenzo

Chiese e santuari  -  Chambave

Agli inizi del XII secolo la parrocchia figura come dipendente dal monastero di Fruttuaria, che la cedette nel 1182 con tut­ti gli altri beni posseduti dall’abbazia in Valle d’Aosta alla prevostura di Saint-Gilles di Verrès. Questa duplice dipendenza conventuale è all’origine del termine di “priore” con cui ancora ai nostri giorni è qualificato il parroco di Chambave.
Dal 1781 la prevostura di Chambave passò sotto la giurisdizione del vescovo.

La prima menzione storica della chiesa di Chambave, forse all’epoca in fase di costruzione, risale al 1100. Nulla è rimasto del primitivo edificio romanico, se si eccettua la parte inferiore del campanile risalente alla metà del XII secolo.
Nel 1744 i parrocchiani di Chambave decisero di ricostruire dalle fondamenta la loro chiesa. I lavori vennero affidati all’architetto Giovanni Ferro di Alagna e terminarono nel 1748.

Il merito della definitiva sistemazione della chiesa è dovuto al priore Favre che, nel 1889, prolungò la navata abbattendo il portico anti­stante e costruendo due nuove cappelle laterali. La chiesa assunse al­lora la forma e le dimensioni odierne.

Tra gli antichi oggetti di uso liturgico raccolti nel museo parrocchiale si segnalano: il reli­quiario in rame argentato a forma di cofanetto, offerto nel XVI sec. dal priore commendatario J.-L. Vuillet, dei signori di Saint-Pierre; quattro croci in lamina d’argento (XV-XVI secc.); le riproduzioni fo­tografiche delle pagine miniate di due preziosi libri liturgici, un an­tifonario del XV sec. e un graduale dei XVI sec., ad uso del celebre priore della Collegiata di S. Orso Giorgio di Challant. Oggi questi pre­ziosi codici sono conservati con gli altri libri liturgici valdostani pres­so la Bi­blioteca del Seminario Ve­scovile di Aosta.

Quasi a corona­mento dell’in­sieme, è posto un prezioso quadro ad olio dell’An­gelo Custode (fine XVII sec.). Nella sacrestia è invece conserva­to un busto reliquiario di san Lorenzo (XIX sec.), opera dello scultore Molino.

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Ponte romano

Architettura romana  -  Châtillon

Il ponte romano gettato sul torrente Marmore poggiava sulle sponde rocciose del torrente ed aveva un unico arco a tutto sesto di circa 15 metri di luce.

Costruito in blocchi squadrati di pietra locale, sulla superficie dei quali sono ancora chiaramente visibili i piccoli incavi per fissare le tenaglie con le quali gli elementi lapidei venivano sollevati.

La sua distruzione, secondo lo storico valdostano De Tillier, avvenne in occasione del ritiro delle truppe francesi nel 1691, ma lo troviamo rappresentato integro in una stampa, forse idealizzata, del 1797.

Castello Des Rives

Castelli e torri  -  Châtillon

Sulla collina morenica di Saint-Clair, a sud della stazione ferroviaria di Châtillon, si osservano una cappella del XVII° secolo ed alcuni resti di un antico muro perimetrale: è l’ultima vestigia del castello Des Rives, che aveva ai suoi piedi l’omonima borgata, già abbandonata nel 1242 perché troppo esposta alle alluvioni. Non esiste documentazione del maniero successiva a tale data.

Da documenti si apprende che alla cappella di Saint-Clair si recava processionalmente la comunità di Saint-Vincent fin verso la seconda metà del XVIII° secolo. L’ultimo tratto di strada era compiuto insieme ai parrocchiani di Châtillon. Dopo una breve funzione in quel luogo le due comunità, sempre in processione, si recavano nella chiesa di quel paese dove era celebrata una solenne santa messa. Nel pianoro sottostante la cappella di Saint-Clair era un tempo presente un agglomerato di case denominato Bourg des Rives che fu totalmente distrutto da una grande inondazione della Dora in epoca medievale.

    (+39) 0166560611

Castello di Ussel

Castelli e torri  -  Châtillon

Il castello di Ussel, posto su un evidente e scosceso promontorio, incombe da sud sull’abitato di Châtillon.
Costruito da Ebalo di Challant verso la metà del XIV secolo (dato confermato dall’analisi dendrocronologica), il Castello di Ussel rappresenta una svolta nell’architettura militare valdostana. Siamo infatti in presenza del primo esempio in Valle d’Aosta di castello monoblocco, ultima fase evolutiva del castello medievale, che segna il passaggio tra il contemporaneo castello di Fénis e le rigide forme di quello di Verrès.

Dopo essere passato più volte dagli Challant ai Savoia e viceversa, il castello venne utilizzato come prigione, fino al completo abbandono. Nel 1983 il barone Marcel Bich, dopo aver acquistato il castello dalla famiglia Passerin d’Entrèves, erede degli Challant, lo donò alla Regione, che ha provveduto al restauro e lo ha adibito a sede espositiva.

A pianta rettangolare di notevoli dimensioni, il castello presenta all’esterno una buona muratura con una fascia sommitale di archetti ciechi, assenti sul lato nord, e bellissime bifore, tutte diverse tra loro, con decorazioni floreali e geometriche. Agli angoli del lato sud (verso la montagna) si trovano due torrette cilindriche aggettanti, in origine collegate tra loro da un camminamento di ronda protetto da una merlatura. Sempre a sud, si trovava anche l’ingresso, sormontato da una caditoia. Il lato nord, che guarda verso Châtillon, presenta due torri quadrangolari leggermente sporgenti, tra le quali, al centro, si eleva il mastio, elemento simbolico della potenza del feudatario. All’interno rimangono i monumentali camini con grandi mensole, posizionati su una medesima linea ascendente in modo da sfruttare un’unica canna fumaria, nonché tracce delle scale e delle divisioni in piani.

Prima del restauro il maniero era pressoché ridotto allo stato di rudere, ma una puntuale indagine archeologica ha permesso di individuare e riproporre la reintegrazione delle lacune. Affiancato alle merlature, è stato attrezzato un percorso pedonale molto suggestivo, dal quale il visitatore può ammirare la piana di Châtillon ed i suoi edifici storici.

    (+39) 3669531109
    castellodiussel@gmail.com

Castello Gamba

Castelli e torri  -  Châtillon

Il castello sarà chiuso dal 18 marzo al 13 giugno 2025.

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Il castello
Fu edificato nei primi anni del ’900 su progetto dell’Ingegner Carlo Saroldi, per volere di Charles Maurice Gamba, marito di Angélique d’Entrèves, figlia del conte Christin d’Entrèves. Dal 1982 è proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.

La collezione di arte moderna e contemporanea
Dopo un importante intervento di restauro, oggi il castello ospita un percorso espositivo che si snoda attraverso 13 sale, in cui sono esposte oltre 150 opere tra dipinti, sculture, installazioni, raccolte grafiche e fotografiche, appartenenti ad una collezione regionale che va dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni.
A fianco delle opere dei maestri del ‘900 tra le quali sculture di Martini, Mastroianni, Manzù, Arnaldo e Giò Pomodoro e dipinti di Casorati, De Pisis, Carrà, Guttuso, la collezione documenta la produzione figurativa italiana della seconda metà del secolo sino ad esponenti della ricerca contemporanea come Schifano, Baruchello, Rama, Mainolfi.
Un’ampia scelta di opere testimonia inoltre con varietà i movimenti che hanno animato la scena artistica italiana negli ultimi 25 anni: sono rappresentati ad esempio l’Informale, l’Astrattismo geometrico, la Transavanguardia e la Pop Art. Particolare rilievo è dato al territorio valdostano attraverso l’attività degli artisti locali, o attivi nella Valle su committenza regionale.

Da visitare sia per l’apprendimento sia per lo svago, l’esposizione offre una serie di servizi pensati per avvicinare diverse fasce di visitatori (famiglie, adulti, scuole, bambini, giovani) all’arte moderna e contemporanea attraverso attività di laboratorio, visite guidate ed eventi.

Guarda il video con una selezione delle opere esposte.

Il parco
Il castello è circondato da un parco all’inglese che si estende su una superficie totale di 50.400 metri quadrati, dove vivono circa centocinquanta alberi di specie diverse. Al suo interno si trovano tre alberi monumentali: la Sequoia gigante della California, il Cipresso calvo e lo Spino di Giuda.

    0166.563252
    info.castellogamba@regione.vda.it

Castello Passerin d'Entrèves

Castelli e torri  -  Châtillon

Il Castello di Châtillon si trova alle spalle della chiesa parrocchiale, immerso in un bel parco.

Pare che risalga all’epoca romana, poiché il nome stesso di Châtillon trae origine da “castrum” (=“castello”), e indica quindi una località in cui doveva esserci una fortezza romana.

Dopo essere passato tra le mani di diverse famiglie nobiliari, alla fine del XIV secolo il castello divenne proprietà dei Visconti di Aosta, in seguito divenuti Signori di Challant. Nel 1400 Jean de Challant lo fece ingrandire. Di quest’epoca rimangono ancora la sala dell’archivio con il soffitto in legno e gli affreschi delle pareti, simili a quelli del castello di Fénis.

Nel 1435, François di Challant, che non aveva avuto figli maschi, contravvenendo alla legge salica si fece autorizzare dai Savoia a fare testamento a favore delle figlie. Catherine ne divenne dunque l’erede, ma gli altri membri della famiglia richiesero nuovamente l’intervento del Duca di Savoia che, allora, nominò nuovo erede Jacques de Challant, nipote di Jean, e dichiarò ribelli Catherine e il suo sposo Pierre d’Introd. I due, decisi a resistere, fortificarono il castello di Châtillon, ma poco dopo dovettero arrendersi all’esercito di Jacques, che demolì le mura di cinta e danneggiò seriamente il maniero.

Da Jacques il castello passò a Louis che lo restaurò completamente. Nel 1502 il suo successore Philibert, in occasione del battesimo del figlio René, fece decorare l’interno della cappella di levante con i dipinti tuttora esistenti.
Nel 1678 Georges de Challant fece decorare l’arcata di vetro della cappella con l’effigie della Sacra Sindone, in ricordo del fatto che la preziosa reliquia, durante il suo trasferimento da Chambéry a Torino, venne qui depositata.

Nel 1717 Paolina Solaro di Govone, moglie di Georges-François, intraprese la terza ricostruzione del castello. Modificato e ampliato, non solo cambiò il suo aspetto esterno ma divenne anche molto più confortevole. A Paolina si deve anche la realizzazione del viale dei tigli e del giardino alla francese.

Nel 1755 ci fu un terremoto che danneggiò gravemente il castello e solo nel 1769 Charles-François-Octave poté cominciare la ricostruzione del tetto e della mura. Nel 1770 la Contea passò a François-Maurice che morì un anno dopo la nascita del suo unico figlio Jules-Hyacinthe. Quest’ultimo ne divenne quindi l’erede universale sotto la tutela della madre Gabriella Canalis di Cumiana; ma il 2 maggio 1802, all’età di sette anni, anche l’ultimo dei discendenti dei Challant morì.

Nel 1814, dopo 18 anni di vedovanza, Gabriella sposò Aimé Passerin d’Entrèves il quale nel 1841, dopo la morte della moglie, ereditò tutto il patrimonio degli Challant.

I suoi discendenti fecero demolire la torre esagonale situata all’ingresso ed il ponte levatoio sostituendoli con l’edificio del custode, la serra e le stalle e fecero costruire una torretta finestrata per illuminare la grande scalinata che conduce al piano superiore e delimitarono il parco con una recinzione.

Il castello è privato ed aperto al pubblico soltanto in occasioni particolari, mentre è possibile visitare il parco.

    (+39) 3475195958
    (+39) 0165776218

Cappella di San Francesco d'Assisi presso il convento dei Cappuccini

Chiese e santuari  -  Châtillon

La cappella dei Cappuccini racchiude secoli di storia; nel 1626 il Barone Paul Emmanuel di Challant, con atto del 22 marzo, cedette all’ordine una casa affinché vi fondasse un convento. Nel 1633, dopo lavori di sistemazione e di adeguamento, vi si insediarono i primi frati cappuccini.
Annessa alla casa trasformata poi in convento sorgeva una cappella dedicata a San Grato, il potente taumaturgo cui si ricorreva per sanare malattie, guerre e carestie. Giudicata troppo piccola, la cappella fu completamente riedificata fra il 1635 e il 1642 e dedicata a San Francesco d’Assisi, raffigurato su un bell’altare ligneo che si può ammirare ancor’oggi al suo interno, insieme agli stemmi delle famiglie Challant e Passerin d’Entrèves.

La Rivoluzione Francese portò alla soppressione di molte istituzioni monastiche e nel 1802, dopo i conventi di Aosta e Morgex, fu la volta anche di quello di Châtillon: i frati furono cacciati e l’edificio utilizzato come magazzino per le truppe.

Dopo varie traversie ed utilizzi, nel 1895 il Vescovo di Aosta, Mons JosephAuguste Duc, acquistò l’edificio dal Comune ed il convento ospita attualmente l’unica Comunità di Cappuccini in Valle d’Aosta.

    (+39) 0166.61471
    chatillon@cappuccinipiemonte.com

Chiesa parrocchiale di San Pietro

Chiese e santuari  -  Châtillon

Anche se la tradizione vuole che la sua fondazione sia molto antica, addirittura risalente al passaggio di San Pietro nel corso della sua missione di evangelizzazione delle Gallie, Il primo documento attestante l’esistenza della Parrocchia di Châtillon risale al XII° secolo e ben poco rimane della primitiva architettura.

L’attuale chiesa è stata inaugurata nel 1905. Le pitture della volta nella navata centrale rappresentano Maria Assunta in cielo e S. Pietro eseguiti tra il 1904 ed il 1905 dai fratelli Alessandro e Augusto Artari di Verrès.

All’interno si può visitare un piccolo museo d’arte sacra, sito al lato sinistro del presbiterio, con alcuni preziosi oggetti liturgici (tra i quali un prezioso ostensorio a tempietto gotico del XVI° secolo e un reliquiario in rame argentato del XV° secolo), statue lignee di santi del XV° secolo e paramenti sacri del XVI-XVIII secolo.

    0166.563040
    parrocchiachatillon@gmail.com

Santuario della Madonna delle Grazie

Chiese e santuari  -  Châtillon

Collocato all’estremità occidentale del ponte romano sul torrente Marmore, è stato interamente ristrutturato nel XIX secolo.

All’interno si trovano alcuni ex-voto.
Ogni anno, in occasione della festa del santuario l’8 settembre, si svolge la tradizionale benedizione dei bambini: la Madonna delle Grazie è infatti invocata a protezione dei più piccoli.

    (+39) 0166.563040
    parrocchiachatillon@gmail.com

Museo del miele

Musei  -  Châtillon

Situato all’interno dell’ex hotel Londres, nei pressi del municipio, il museo ospita un’esposizione di vecchi attrezzi dell’apicoltura valdostana.

    (+39) 0166560627

Casaforte di Chénoz

Castelli e torri  -  Fénis

Nella frazione di Chénoz nel comune di Fénis, sorge l’omonima casaforte: una torre a base quadrata con una scala a chiocciola interna, risalente al XIV° secolo ed appartenente alla nobile famiglia De Tillier.

Castello di Fénis

Castelli e torri  -  Fénis

Il castello più famoso della Valle d'Aosta: un articolato complesso di torri e strutture merlate e cicli pittorici in stile gotico.

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La storia

Diversamente dagli altri castelli, costruiti per scopi bellici e di protezione, il castello di Fénis non è situato sulla sommità di un promontorio, bensì su un lieve poggio privo di difese naturali.
Unendo ai caratteri della fortificazione quelli della residenza signorile, il castello di Fénis fu infatti la prestigiosa sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant, che lo dotarono dell’imponente apparato difensivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio.
L’architettura del castello di Fénis è il risultato di campagne costruttive succedutesi negli anni: torri e mura merlate furono aggiunte verso la metà del secolo XIV da Aimone di Challant al torrione preesistente, già dimora abituale — un secolo prima — del visconte Gotofredo II.
Il castello di Fénis appartenne ai signori di Challant del ramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Le vicende che segnarono la storia di quella famiglia condussero il maniero a un lento degrado, preludio dell’abbandono che lo vide trasformato in abitazione rurale: le sale del pianterreno furono adibite a stalle, mentre il primo piano fu usato come fienile.
Il recupero del monumento si deve ad Alfredo d’Andrade, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne restaurato le parti più rovinate, lo donò allo Stato. Oggi l’edificio è di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.

La visita

Il castello di Fénis ha pianta pentagonale; gli angoli hanno torrette circolari, tranne lo spigolo sud-ovest, che presenta una massiccia torre, e quello sud, dove la torre ha pianta quadrata. Il mastio è racchiuso in una doppia cinta di mura con torrette di guardia collegate da un camminamento di ronda.
Si accede al maniero passando attraverso una torre quadrata che aveva una saracinesca per sbarrare l’androne in caso di pericolo. La visita al pianterreno si sviluppa attraverso la sala d’armi, il refettorio per soldati e servitori, la dispensa e la cucina dotata di un grosso camino.
Si prosegue salendo al primo piano, dove si osservano la cappella con l’annessa sala di rappresentanza, la camera domini, la cucina nobile, la sala da pranzo dei signori e la sala di giustizia.
Il percorso si conclude nel cortile interno, con lo scalone semicircolare sovrastato dal pregevole affresco raffigurante San Giorgio che uccide il drago; alzando lo sguardo al piano superiore si possono ammirare le balconate in legno decorate da un gruppo di saggi e di profeti recanti dei cartigli sui quali si leggono proverbi e sentenze morali in antico francese. La parete orientale infine è ornata dai dipinti dell’Annunciazione e di San Cristoforo, attribuiti ad un pittore vicino alla scuola di Jaquerio e databili intorno al 1425-30.

Guarda il video Alfredo d'Andrade e i castelli di Fénis e di Verrès

    (+39) 0165764263

MAV - Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione

Musei  -  Fénis

Il MAV è un museo dedicato all’artigianato valdostano di tradizione.

L’artigianato tradizionale della Valle d’Aosta porta in sé una ricchezza di simboli, saperi, valori identitari e processi creativi straordinari di cui gli oggetti creati sono depositari.

Inaugurato a Fénis nel 2009, e rinnovato nel 2022, il MAV ospita oltre mille oggetti tra manufatti d’uso (XVII-XX secolo) e sculture (XIII-XXI secolo) di collezioni pubbliche e private.

La prima sezione presenta l’esposizione dell’intera Collezione Brocherel i cui gli oggetti si raccontano come produttori di memoria.
La seconda sala, dedicata alla materia, indaga invece lo stretto rapporto tra il territorio e l’artigianato, tra l’artigiano e la materia che plasma.
Il percorso prosegue poi con la forma, colei che plasma gli oggetti nell’incontro tra artigiano e materia, e il gesto, ossia la manualità pura di cui gli artigiani sono portatori, un patrimonio immateriale di conoscenze unico, senza il quale non vi sarebbe alcun oggetto.
Il nuovo allestimento si conclude con uno sguardo all’avanguardia, alla capacità della creazione di andare oltre il proprio tempo, e alla bellezza, come giudizio estetico individuale, oggettivo o sociale di un insieme di oggetti.

Convenzione tra il castello di Fenis e il MAV:
il biglietto del Museo può essere acquistato al prezzo di € 2,00 in abbinamento al biglietto del castello presso la biglietteria del castello, gli uffici del turismo o alla biglietteria MIDA ed è valido nella sola giornata di emissione.

  • Per essere sempre aggiornati riguardo a tutte le iniziative ed attività realizzate dal MAV, visitate il sito indicato nella sezione “Contatti”.
  • Per conoscere meglio l’artigianato della Valle d’Aosta leggi qui
    (+39) 01651835120
    museo@lartisana.vda.it

Cappella di San Michele

Chiese e santuari  -  Verrayes

La cappella sorge su un promontorio panoramico ad ovest del villaggio di Marseiller.
Costruita durante la prima metà del XV secolo e consacrata il 4 maggio 1441, la cappella è tra le più antiche del comune di Verrayes. Era stata commissionata dalla famiglia Saluard, proveniente dalla Tarentaise, a servizio dei Signori di Cly.

Gli affreschi che decorano le sue pareti intere furono realizzati dal pittore Giacomino d’Ivrea, già presente con suoi lavori in altre chiese della regione. Nel 1845, in occasione di un ampliamento, vennero quasi totalmente ricoperti.

Un successivo restauro ha permesso di ripristinare gran parte delle pitture originali raffiguranti temi classici della tradizione religiosa cristiana come il Giudizio Universale, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli Innocenti, la fuga in Egitto e San Michele che pesa le anime.
Accanto all’ingresso sono raffigurati il notaio Saluard e la moglie e, nel vano della porta, si vede un contadino con gli attrezzi in mano.

Visita la cappella prenotando con l’app “Chiese a porte aperte”.  L’app gestisce molteplici operazioni dalla prenotazione della visita all'apertura automatizzata della porta. Giunti sul posto nell’orario selezionato, basta inquadrare un QR code con la app per aprire la porta della cappella e far partire la “voce narrante” abbinata a un sistema di illuminazione dei dettagli artistici. Al termine della visita, la porta si chiude automaticamente.

 

Guarda qui l'immagine 360° dell interno 

Chiesa parrocchiale di Diémoz

Chiese e santuari  -  Verrayes

Nella Bolla di Innocenzo III del 12 maggio 1207 viene menzionata la Parrocchia di Diémoz come dipendente dalla Prevostura di Verrès. Ma dal 1665, Diémoz fu sempre affidata a sacerdoti secolari ed era alla diretta dipendenza del Vescovo.
La chiesa parrocchiale di Diémoz fu rifatta interamente nel 1804, ma poi un secolo dopo, nel 1904, essendo diventata insufficiente a contenere tutta la popolazione, fu allungata e fu ricostruito interamente il campanile.

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Chiesa parrocchiale di San Martino e Santa Barbara

Chiese e santuari  -  Verrayes

Il primo documento storico che fa menzione della parrocchia di Verrayes è una Bolla del Papa Lucio III del 7 maggio 1187, dove si elencano le parrocchie dipendenti dalla collegiata di Sant’Orso in Aosta.
La chiesa attuale di Verrayes fu costruita alla fine del sec. XIX. Sulle mura del campanile si vedono le tracce dell’antica chiesa. Era un edificio molto basso a tre navate divise da grandi pilastri in muratura. La navata principale era coperta di volte a crociera divise da nervature sporgenti. Questa Chiesa fu demolita nel 1873 e fu sostituita dalla chiesa attuale, il cui progetto è dell’architetto Lancia. Nel 1877 l’edificio era terminato e venne consacrato da Mons. Duc l’11 novembre 1887.

    0166/43120