La prima attestazione storica dell’esistenza della parrocchia di Issime è contenuta in una bolla di papa Lucio III del 7 maggio 1184.
Ottenuta nel XII secolo l’autonomia dalla parrocchia di Perloz, che comprendeva in origine l’intera comunità Vallaise, per oltre cinque secoli Issime estese la sua giurisdizione anche su Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Gaby, che divennero parrocchie autonome rispettivamente nel 1660, 1686 e 1786.
L’edificio attuale è la ricostruzione di una chiesa preesistente, citata già dal XIV secolo.
Nel corso dei restauri del 1984 è stato lasciato in evidenza nella navata sinistra un arco ogivale che costituiva la base del campanile; proviene dalla chiesa primitiva anche la vasca battesimale romanica, che per secoli ha rappresentato il luogo della rinascita cristiana per tutti gli abitanti dell’alta valle del Lys.
L’unica immagine della chiesa nel suo aspetto antico ci è tramandata da un affresco presente in una sala del castello Vallaise di Arnad.
La completa ricostruzione dell’edificio iniziò l’8 giugno 1683, come testimonia il contratto con cui il curato Jean Pierre Biolley e i parrocchiani di Issime affidarono l’appalto al maestro locale Giovanni Christille e ai valsesiani Giovanni ed Enrico Ferro.
La facciata
Affrescata tra il 1698 e il 1700 da Francesco Biondi da Ginevra, ritrae scene del Giudizio Universale: in alto Dio padre con la Vergine, San Giovanni Battista e angeli; ai lati il Paradiso con santi, tra i quali San Giacomo e personaggi dell’antico testamento; in basso a sinistra il Purgatorio e a destra l’Inferno, la parte più suggestiva e movimentata con i dannati che escono dai sepolcri e sono trascinati su una barca verso una prigione di fuoco da alcuni demoni. Le tre porte sono arricchite da incorniciature in pietra lavorata, mentre sopra il portone centrale in legno intagliato del XVII secolo, una nicchia ospita la statua di San Giacomo, patrono del paese insieme a San Sebastiano.
La porta
La porta principale, in legno intagliato, è della fine del ’600, ed è quindi coeva alla ricostruzione della chiesa. Sui quattro pannelli maggiori sono rappresentati la Madonna, San Sebastiano, San Giacomo e un altro Santo, mentre nei sei pannelli minori troviamo teste di angioletti e decorazioni floreali.
Il sagrato
Quindici nicchie edificate nel 1755 e affrescate dal pittore Antonio Facio di Valprato rappresentano i misteri del Rosario e, ai lati, gli Apostoli e altri Santi.
L’altare maggiore
L’arredo di maggior pregio della chiesa è il magnifico altare maggiore. In contrasto con la sobrietà di stile che caratterizza l’interno dell’edificio, l’altare realizzato fra il 1698 e il 1700 dai fratelli valsesiani Gilardi irrompe con lo sfarzoso barocco, impreziosito da 182 statue in legno dorato e laccato. Considerato fra i più pregevoli nel suo genere in Valle d’Aosta, sembra riprodurre la facciata di una cattedrale gotica, con una perfezione di forme e una ricchezza di ornato che nulla hanno da invidiare alle migliori opere del barocco tedesco.
Altari laterali
Nella navata sinistra, sono degni di nota l’altare del Rosario (Madonna con Bambino del XV sec.) e quello della Santa Famiglia (insolita iconografia della pala con Gesù nell’ostensorio). Nella navata destra si segnalano invece l’altare di S.Antonio abate (pala barocca e bassorilievo con anime del Purgatorio) e quello della Madonna del Carmine, pregevole esempio di arte barocca.
Merita attenzione anche il maestoso complesso del pulpito, realizzato nel 1710. È un’opera di eccellente fattura formata da pannelli intagliati raffiguranti gli Evangelisti, San Pietro, la barca di S. Pietro e la Natività, divisi da cherubini e decorazioni floreali.
Il museo di arte sacra
Allestito in fondo alla chiesa nel 1986, contiene numerose opere di influenza svizzero-tedesca. Fra gli oggetti più antichi, risalenti al ’400, vi è la statua lignea di San Giacomo con mani giganti, esempio della migliore arte popolare valdostana.
I contatti che la valle ebbe attraverso gli anni con le regioni limitrofe ed i paesi del Nord Europa hanno permesso di arricchire ulteriormente il museo con pregevoli esemplari: la statua di San Giacomo (XV sec.), proveniente dalla Germania del Sud o dal Sud Tirolo, la statua di Santa Lucia e la Madonna dell’altare del Rosario (XVI sec.), di origine tirolese, la statua di Santa Barbara (XVI sec.), che presenta notevoli analogie con opere coeve della Svevia.
Fra le opere provenienti dalle cappelle del paese, citiamo la Madonna della cappella di Mühnes (vallone di San Grato), con un magnifico drappeggio in stile barocco.
Il museo comprende infine una sezione di argenterie, con un interessante reliquiario del 1675, lavorato a sbalzo, cesello e bulino.