Patrimonio culturale: Châtillon

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Ponte romano

Architettura romana  -  Châtillon

Il ponte romano gettato sul torrente Marmore poggiava sulle sponde rocciose del torrente ed aveva un unico arco a tutto sesto di circa 15 metri di luce.

Costruito in blocchi squadrati di pietra locale, sulla superficie dei quali sono ancora chiaramente visibili i piccoli incavi per fissare le tenaglie con le quali gli elementi lapidei venivano sollevati.

La sua distruzione, secondo lo storico valdostano De Tillier, avvenne in occasione del ritiro delle truppe francesi nel 1691, ma lo troviamo rappresentato integro in una stampa, forse idealizzata, del 1797.

Castello Des Rives

Castelli e torri  -  Châtillon

Sulla collina morenica di Saint-Clair, a sud della stazione ferroviaria di Châtillon, si osservano una cappella del XVII° secolo ed alcuni resti di un antico muro perimetrale: è l’ultima vestigia del castello Des Rives, che aveva ai suoi piedi l’omonima borgata, già abbandonata nel 1242 perché troppo esposta alle alluvioni. Non esiste documentazione del maniero successiva a tale data.

Da documenti si apprende che alla cappella di Saint-Clair si recava processionalmente la comunità di Saint-Vincent fin verso la seconda metà del XVIII° secolo. L’ultimo tratto di strada era compiuto insieme ai parrocchiani di Châtillon. Dopo una breve funzione in quel luogo le due comunità, sempre in processione, si recavano nella chiesa di quel paese dove era celebrata una solenne santa messa. Nel pianoro sottostante la cappella di Saint-Clair era un tempo presente un agglomerato di case denominato Bourg des Rives che fu totalmente distrutto da una grande inondazione della Dora in epoca medievale.

    (+39) 0166560611

Castello di Ussel

Castelli e torri  -  Châtillon

Il castello di Ussel, posto su un evidente e scosceso promontorio, incombe da sud sull’abitato di Châtillon.
Costruito da Ebalo di Challant verso la metà del XIV secolo (dato confermato dall’analisi dendrocronologica), il Castello di Ussel rappresenta una svolta nell’architettura militare valdostana. Siamo infatti in presenza del primo esempio in Valle d’Aosta di castello monoblocco, ultima fase evolutiva del castello medievale, che segna il passaggio tra il contemporaneo castello di Fénis e le rigide forme di quello di Verrès.

Dopo essere passato più volte dagli Challant ai Savoia e viceversa, il castello venne utilizzato come prigione, fino al completo abbandono. Nel 1983 il barone Marcel Bich, dopo aver acquistato il castello dalla famiglia Passerin d’Entrèves, erede degli Challant, lo donò alla Regione, che ha provveduto al restauro e lo ha adibito a sede espositiva.

A pianta rettangolare di notevoli dimensioni, il castello presenta all’esterno una buona muratura con una fascia sommitale di archetti ciechi, assenti sul lato nord, e bellissime bifore, tutte diverse tra loro, con decorazioni floreali e geometriche. Agli angoli del lato sud (verso la montagna) si trovano due torrette cilindriche aggettanti, in origine collegate tra loro da un camminamento di ronda protetto da una merlatura. Sempre a sud, si trovava anche l’ingresso, sormontato da una caditoia. Il lato nord, che guarda verso Châtillon, presenta due torri quadrangolari leggermente sporgenti, tra le quali, al centro, si eleva il mastio, elemento simbolico della potenza del feudatario. All’interno rimangono i monumentali camini con grandi mensole, posizionati su una medesima linea ascendente in modo da sfruttare un’unica canna fumaria, nonché tracce delle scale e delle divisioni in piani.

Prima del restauro il maniero era pressoché ridotto allo stato di rudere, ma una puntuale indagine archeologica ha permesso di individuare e riproporre la reintegrazione delle lacune. Affiancato alle merlature, è stato attrezzato un percorso pedonale molto suggestivo, dal quale il visitatore può ammirare la piana di Châtillon ed i suoi edifici storici.

    (+39) 3669531109
    castellodiussel@gmail.com

Castello Gamba

Castelli e torri  -  Châtillon

Il castello è chiuso dal 9 al 12 dicembre 2024

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Il castello
Fu edificato nei primi anni del ’900 su progetto dell’Ingegner Carlo Saroldi, per volere di Charles Maurice Gamba, marito di Angélique d’Entrèves, figlia del conte Christin d’Entrèves. Dal 1982 è proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.

La collezione di arte moderna e contemporanea
Dopo un importante intervento di restauro, oggi il castello ospita un percorso espositivo che si snoda attraverso 13 sale, in cui sono esposte oltre 150 opere tra dipinti, sculture, installazioni, raccolte grafiche e fotografiche, appartenenti ad una collezione regionale che va dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni.
A fianco delle opere dei maestri del ‘900 tra le quali sculture di Martini, Mastroianni, Manzù, Arnaldo e Giò Pomodoro e dipinti di Casorati, De Pisis, Carrà, Guttuso, la collezione documenta la produzione figurativa italiana della seconda metà del secolo sino ad esponenti della ricerca contemporanea come Schifano, Baruchello, Rama, Mainolfi.
Un’ampia scelta di opere testimonia inoltre con varietà i movimenti che hanno animato la scena artistica italiana negli ultimi 25 anni: sono rappresentati ad esempio l’Informale, l’Astrattismo geometrico, la Transavanguardia e la Pop Art. Particolare rilievo è dato al territorio valdostano attraverso l’attività degli artisti locali, o attivi nella Valle su committenza regionale.

Da visitare sia per l’apprendimento sia per lo svago, l’esposizione offre una serie di servizi pensati per avvicinare diverse fasce di visitatori (famiglie, adulti, scuole, bambini, giovani) all’arte moderna e contemporanea attraverso attività di laboratorio, visite guidate ed eventi.

Guarda il video con una selezione delle opere esposte.

Il parco
Il castello è circondato da un parco all’inglese che si estende su una superficie totale di 50.400 metri quadrati, dove vivono circa centocinquanta alberi di specie diverse. Al suo interno si trovano tre alberi monumentali: la Sequoia gigante della California, il Cipresso calvo e lo Spino di Giuda.

    0166.563252
    info.castellogamba@regione.vda.it

Castello Passerin d'Entrèves

Castelli e torri  -  Châtillon

Il Castello di Châtillon si trova alle spalle della chiesa parrocchiale, immerso in un bel parco.

Pare che risalga all’epoca romana, poiché il nome stesso di Châtillon trae origine da “castrum” (=“castello”), e indica quindi una località in cui doveva esserci una fortezza romana.

Dopo essere passato tra le mani di diverse famiglie nobiliari, alla fine del XIV secolo il castello divenne proprietà dei Visconti di Aosta, in seguito divenuti Signori di Challant. Nel 1400 Jean de Challant lo fece ingrandire. Di quest’epoca rimangono ancora la sala dell’archivio con il soffitto in legno e gli affreschi delle pareti, simili a quelli del castello di Fénis.

Nel 1435, François di Challant, che non aveva avuto figli maschi, contravvenendo alla legge salica si fece autorizzare dai Savoia a fare testamento a favore delle figlie. Catherine ne divenne dunque l’erede, ma gli altri membri della famiglia richiesero nuovamente l’intervento del Duca di Savoia che, allora, nominò nuovo erede Jacques de Challant, nipote di Jean, e dichiarò ribelli Catherine e il suo sposo Pierre d’Introd. I due, decisi a resistere, fortificarono il castello di Châtillon, ma poco dopo dovettero arrendersi all’esercito di Jacques, che demolì le mura di cinta e danneggiò seriamente il maniero.

Da Jacques il castello passò a Louis che lo restaurò completamente. Nel 1502 il suo successore Philibert, in occasione del battesimo del figlio René, fece decorare l’interno della cappella di levante con i dipinti tuttora esistenti.
Nel 1678 Georges de Challant fece decorare l’arcata di vetro della cappella con l’effigie della Sacra Sindone, in ricordo del fatto che la preziosa reliquia, durante il suo trasferimento da Chambéry a Torino, venne qui depositata.

Nel 1717 Paolina Solaro di Govone, moglie di Georges-François, intraprese la terza ricostruzione del castello. Modificato e ampliato, non solo cambiò il suo aspetto esterno ma divenne anche molto più confortevole. A Paolina si deve anche la realizzazione del viale dei tigli e del giardino alla francese.

Nel 1755 ci fu un terremoto che danneggiò gravemente il castello e solo nel 1769 Charles-François-Octave poté cominciare la ricostruzione del tetto e della mura. Nel 1770 la Contea passò a François-Maurice che morì un anno dopo la nascita del suo unico figlio Jules-Hyacinthe. Quest’ultimo ne divenne quindi l’erede universale sotto la tutela della madre Gabriella Canalis di Cumiana; ma il 2 maggio 1802, all’età di sette anni, anche l’ultimo dei discendenti dei Challant morì.

Nel 1814, dopo 18 anni di vedovanza, Gabriella sposò Aimé Passerin d’Entrèves il quale nel 1841, dopo la morte della moglie, ereditò tutto il patrimonio degli Challant.

I suoi discendenti fecero demolire la torre esagonale situata all’ingresso ed il ponte levatoio sostituendoli con l’edificio del custode, la serra e le stalle e fecero costruire una torretta finestrata per illuminare la grande scalinata che conduce al piano superiore e delimitarono il parco con una recinzione.

Il castello è privato ed aperto al pubblico soltanto in occasioni particolari, mentre è possibile visitare il parco.

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Cappella di San Francesco d'Assisi presso il convento dei Cappuccini

Chiese e santuari  -  Châtillon

La cappella dei Cappuccini racchiude secoli di storia; nel 1626 il Barone Paul Emmanuel di Challant, con atto del 22 marzo, cedette all’ordine una casa affinché vi fondasse un convento. Nel 1633, dopo lavori di sistemazione e di adeguamento, vi si insediarono i primi frati cappuccini.
Annessa alla casa trasformata poi in convento sorgeva una cappella dedicata a San Grato, il potente taumaturgo cui si ricorreva per sanare malattie, guerre e carestie. Giudicata troppo piccola, la cappella fu completamente riedificata fra il 1635 e il 1642 e dedicata a San Francesco d’Assisi, raffigurato su un bell’altare ligneo che si può ammirare ancor’oggi al suo interno, insieme agli stemmi delle famiglie Challant e Passerin d’Entrèves.

La Rivoluzione Francese portò alla soppressione di molte istituzioni monastiche e nel 1802, dopo i conventi di Aosta e Morgex, fu la volta anche di quello di Châtillon: i frati furono cacciati e l’edificio utilizzato come magazzino per le truppe.

Dopo varie traversie ed utilizzi, nel 1895 il Vescovo di Aosta, Mons JosephAuguste Duc, acquistò l’edificio dal Comune ed il convento ospita attualmente l’unica Comunità di Cappuccini in Valle d’Aosta.

    (+39) 0166.61471
    chatillon@cappuccinipiemonte.com

Chiesa parrocchiale di San Pietro

Chiese e santuari  -  Châtillon

Anche se la tradizione vuole che la sua fondazione sia molto antica, addirittura risalente al passaggio di San Pietro nel corso della sua missione di evangelizzazione delle Gallie, Il primo documento attestante l’esistenza della Parrocchia di Châtillon risale al XII° secolo e ben poco rimane della primitiva architettura.

L’attuale chiesa è stata inaugurata nel 1905. Le pitture della volta nella navata centrale rappresentano Maria Assunta in cielo e S. Pietro eseguiti tra il 1904 ed il 1905 dai fratelli Alessandro e Augusto Artari di Verrès.

All’interno si può visitare un piccolo museo d’arte sacra, sito al lato sinistro del presbiterio, con alcuni preziosi oggetti liturgici (tra i quali un prezioso ostensorio a tempietto gotico del XVI° secolo e un reliquiario in rame argentato del XV° secolo), statue lignee di santi del XV° secolo e paramenti sacri del XVI-XVIII secolo.

    0166.563040
    parrocchiachatillon@gmail.com

Santuario della Madonna delle Grazie

Chiese e santuari  -  Châtillon

Collocato all’estremità occidentale del ponte romano sul torrente Marmore, è stato interamente ristrutturato nel XIX secolo.

All’interno si trovano alcuni ex-voto.
Ogni anno, in occasione della festa del santuario l’8 settembre, si svolge la tradizionale benedizione dei bambini: la Madonna delle Grazie è infatti invocata a protezione dei più piccoli.

    (+39) 0166.563040
    parrocchiachatillon@gmail.com

Museo del miele

Musei  -  Châtillon

Situato all’interno dell’ex hotel Londres, nei pressi del municipio, il museo ospita un’esposizione di vecchi attrezzi dell’apicoltura valdostana.

    (+39) 0166560627