Patrimonio culturale: Aymavilles, Villeneuve, ** Valle d'Aosta **

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Il ''patois''

Tradizioni  - 

Su tutto il territorio della Valle d’Aosta gli abitanti parlano abitualmente il “patois”, un dialetto francoprovenzale. Esso presenta terminologie e cadenze che variano da Comune a Comune in conseguenza delle influenze francesi, vallesane, walser e piemontesi subite nel corso dei secoli. Il vocalismo della parlata è di tipo provenzale ed il consonantismo è di tipo francese. Le affinità maggiori sono riscontrabili nei dialetti
parlati nelle regioni francesi della Savoia e della Provenza, e nella Svizzera Romanda. Verrès è l’unico dei Comuni in cui non si parla il patois, ma per i suoi contatti con il vicino Canavese, gli abitanti parlano tra di loro il dialetto piemontese. Da alcuni decenni si cerca di mantenere vivo e valorizzare il patois.

La tornalla di Ozein

Architettura  -  Aymavilles

Nella località Pos del villaggio di Ozein sorge un’antica costruzione con una torre tonda, la Tornalla. Si tratta di una casaforte del XV dotata di una scala a chiocciola che viene anche comunemente chiamala “casa del Vescovo” ma non è chiaro da dove derivi questa definizione.
La costruzione, di proprietà privata, è ormai ridotta a rudere e si raggiunge percorrendo la stradina che si trova sulla sinistra rispetto alla Chiesa di Ozein.

Il ponte-acquedotto romano di Pont d'Ael

Architettura romana  -  Aymavilles

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In prossimità del villaggio di Pont d’Ael, situato sulla destra della strada che da Aymavilles conduce a Cogne, sorge un ponte-acquedotto di epoca romana sul torrente Grand-Eyvia. Si tratta di una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 metri e lunga più di 50.

Il monumento aveva una funzione di ponte-acquedotto. Si presenta, infatti, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato in grosse lastre litiche squadrate (lo specus) e originariamente impermeabilizzato da apposita malta idraulica, che consentiva il passaggio dell’acqua, e un camminamento inferiore, largo circa un metro e opportunamente aerato ed illuminato, che consentiva il transito di uomini e animali.

Un’iscrizione sul fronte nord consente la datazione all’anno 3 a.C. e ne ricorda il promotore e proprietario, Caius Avillius Caimus originario di Patavium (Padova). Esponente di una facoltosa gens di imprenditori (gli Avilli) che, ormai ben insediatasi anche nel nord-ovest della Cisalpina, possedeva tutti i requisiti sociali ed economici per ambire alla gestione delle locali cave di marmo e per investire in un’attività estrattiva che sicuramente gli avrebbe dato visibilità e guadagno nell’ambito della giovane colonia di Augusta Praetoria.

Molto rari gli esempi noti di acquedotti privati che non siano collegati ad una villa o ad un possedimento terriero; il ponte-acquedotto di Pont d’Ael, infatti, si evidenzia proprio in quanto attinente ad un utilizzo dell’acqua per scopi “industriali”, adducendo l’acqua necessaria all’estrazione e alla lavorazione del marmo bardiglio le cui cave sono state individuate più a valle, in località Pesse del comune di Aymavilles. Questo tipo di marmo presenta un colore che va dal grigio-azzurro al grigio-perla venato e non è difficile riconoscerlo in gran parte dei monumenti pubblici e privati di Aosta romana.

I recenti lavori di ricerca, restauro e valorizzazione nel sito del Pont d’Ael a Aymavilles sono consistiti, oltre che in una serie di campagne di scavo archeologico effettuate sia sul camminamento superiore, sia lungo la sponda in sinistra orografica, anche nel completo restauro conservativo del ponte-acquedotto, nella realizzazione di un percorso di visita e nel recupero di un fabbricato adiacente destinato a diventare il Centro di interpretazione del sito.

Il progetto di valorizzazione ha permesso la ricostituzione dell’originario percorso ad anello consentendo così ai visitatori, dopo aver transitato nel condotto superiore, di entrare nel livello pedonale attraverso l’accesso in sponda sinistra e uscire guadagnando la sponda destra dove sarà riprodotta, grazie ad una passerella in acciaio, l’antica strada romana di servizio ricavata nella roccia naturale e che oggi in parte non esiste più a causa della natura scistosa e friabile della roccia locale.

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Castello di Aymavilles

Castelli e torri  -  Aymavilles

Un castello unico nel suo genere che concentra nel suo aspetto esteriore fasi medievali e barocche, frutto delle iniziative architettoniche dei diversi membri della famiglia Challant che nel corso dei secoli hanno adattato l’edificio alle esigenze e al gusto dell’epoca.

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Il castello di Aymavilles è situato nell’omonimo comune in Valle d’Aosta, su una collina circondata da vigneti lungo la strada per Cogne.
Il castello è stato oggetto di un lungo e articolato intervento di recupero iniziato nel 2000, che ha coinvolto molteplici professionalità per la progettazione, gli studi e le ricerche storiche, le indagini archeologiche e i restauri.
Il restauro ha interessato sia la struttura architettonica che gli apparati decorativi interni, riuscendo a valorizzare le particolarità delle diverse campagne edilizie e dei numerosi rimaneggiamenti avvenuti nei secoli.
Numerosi aneddoti, sorprese e curiosità sono emersi dal passato durante le ricerche d’archivio e nel corso dei lavori, oggi tutti visibili durante il percorso di visita.

La storia

La prima citazione del castello risale al maggio 1207. Il castello inizia a subire notevoli trasformazioni a partire dal XIV secolo, con il passaggio agli Challant, importante famiglia nobile della Valle d’Aosta.
Nel corso del XV secolo il castello è arricchito dalle quattro torri angolari, da una doppia cinta muraria e dalla costruzione dell’ultimo piano.
Una grande campagna costruttiva risale all’epoca di Joseph-Félix de Challant quando, tra il 1713 e il 1728, gli spazi compresi tra le quattro torri angolari sono impreziositi dalle logge, decorate con eleganti elementi a stucco, mentre gli interni della dimora vengono trasformati notevolmente e resi più confortevoli.
La creazione del parco a terrazzamenti contribuisce a dare al castello l’aspetto di una moderna residenza signorile immersa nel verde, perdendo completamente quello della fortezza difensiva medievale.
Nel corso dei secoli XIX e XX, in seguito ai diversi passaggi di proprietà, il castello subisce numerosi rimaneggiamenti interni, legati al suo utilizzo dapprima come casa museo per volontà dell’ultimo discendente di casa Challant, Vittorio Cacherano della Rocca e in seguito per le villeggiature estive da parte di famiglie piemontesi e liguri. Nel 1970 il castello entra a far parte dei beni della Regione autonoma Valle d’Aosta.
Lo spazio verde del castello si estende su terrazzamenti degradanti verso il paese e fiancheggia, con la sua forma a promontorio circolare, le collinette circostanti adibite alla coltura dei vigneti. In primavera e in estate ospita eventi e concerti.
Appartengono alle pertinenze del castello le grandze, un tempo utilizzate per scopi agricoli, e le scuderie, quest’ultime oggi adibite a biglietteria.

La visita

Il percorso museale
La visita guidata e le installazioni multimediali permettono di scoprire la storia del castello attraverso le fasi salienti della sua trasformazione, legate alle diverse famiglie che lo hanno abitato.
Il percorso museale si snoda su quattro livelli:

  • Livello Ila storia delle famiglie che si sono avvicendate nel castello: al piano terreno le sale illustrano le vicende della casata Challant e dei Bombrini, ultimi proprietari del castello prima dell’acquisto da parte della Regione autonoma Valle d’Aosta
  • Livello IIil collezionismo ottocentesco, da Vittorio Cacherano della Rocca Challant alla collezione della Accademia di Sant’Anselmo: al primo piano il grande salone rappresenta il punto di snodo tra la storia del castello e la nascita della raccolta della associazione culturale valdostana nel XIX secolo a cui sono dedicate tutte le stanze di questa sezione
  • Livello IIIle stanze di Madama Giovane e la collezione della Accademia di Sant’Anselmo: l’esposizione convive con le testimonianze di vita quotidiana al castello nell’Ottocento
  • Livello IVle fasi evolutive del castello e il soffitto ligneo del Quattrocento: il sottotetto, integrandosi con le testimonianze architettoniche ancora visibili, illustra le trasformazioni dell’edificio nel corso dei secoli con il supporto di tecnologie multimediali.
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Cappella di San Grato a Vieyes

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di San Grato, già menzionata nel 1693, fu sostituita nel 1855 dall’edificio attuale. Nel 1845 mons. Jourdain vi istituì una rettoria

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Cappella di Santa Barbara e San Teodulo a Ozein

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di Santa Barbara e San Teodulo, a Ozein, è già menzionata nel 1454.

La cappella attuale risale al XVIII secolo, mentre il campanile pare del XVI. Ogni anno, nel mese di agosto, la statua di San Teodulo viene portata in processione addobbata di grappoli d’uva, per invocare un raccolto abbondante.

    0165.902229

Cappella di Sant'Andrea a Pont d'Ael

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di Sant’Andrea, nel raccolto villaggio di Pont D’Ael, conosciuto per il suo spettacolare ponte acquedotto romano, è già menzionata nel 1693, ma è certamente più antica.

Il villaggio si trova lungo il percorso escursionistico Cammino Balteo.

    0165.902229

Cappella di Sant'Anna a Cérignan

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La Cappella di Sant’Anna, a Cerignan, risale al 1749. La sua costruzione fu finanziata dagli abitanti del villaggio, che ai tempi distava quasi due ore dalla chiesa madre di Aymavilles, per poter invocare la protezione della santa e ricevere i sacramenti in caso di malattia.

Nel 1819 la cappella era ancora in buono stato secondo in resoconto del curato Creux che parla delle due campane che ne decoravano il tetto. Ma un secolo più tardi l’edificio versava in pessime condizioni e il curato Touscoz non fu in grado di intraprendere i lavori di recupero.
La cappella fu restaurata nel 1931 ancora una volta grazie ad offerte private.

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Chiesa di Saint-Léger

Chiese e santuari  -  Aymavilles

Appena a monte dell’abitato di Aymavilles, lungo la strada che conduce a Cogne, e lungo il percorso escursionistico del Cammino Balteo, si trova la chiesa di Saint-Léger, che risale, nelle sue forme attuali, al 1762.

Viene menzionata in una bolla del papa Eugenio III del 1145, tra le dipendenze della prevostura di Saint Gilles di Verrès. Nel 1424 fu da questa alienata al vescovo di Aosta.

La caratteristica facciata a trompe l’oeil fu dipinta nel 1856-1857 dal pittore Grange: al centro il martirio di san Leodegario, o Léger, ed ai lati i santi Giuseppe, Germano, Grato e Leonardo.

L’altare maggiore fu realizzato nel 1856 dallo scultore Freydoz, di Brusson.. L’organo fu costruito nel 1848 da G. N. Cesa.

Dell’epoca medievale si conserva il campanile, una bella torre quadrata qualche metro dalla chiesa, con guglia a forma di piramide ottagonale. Nella cella campanaria è collocata la più antica campana datata della Valle d’Aosta: fusa nel 1372 e dedicata alla Vergine Maria, reca l’iscrizione Ave Maria gratia plena, Dominus tecum. A.D. MCCCLXXII.

La cripta
Una delle più antiche della Valle d’Aosta, risale nella sua parte originaria all’ultimo quarto del X secolo. Successivamente ingrandita, doveva presentare tre navate (una sarebbe andata distrutta o inglobata nel muro settentrionale della chiesa attuale).

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Chiesa Parrocchiale di Saint-Martin

Chiese e santuari  -  Aymavilles

La chiesa di San Martino, oggi parrocchiale di Cristo Re, si trova nel cuore del capoluogo di Aymavilles. In passato era una delle due parrocchie di Aymavilles, insieme a quella di Saint-Léger (san Leodegario), fino alla loro unificazione attuata nel 1926 sotto il titolo di “Cristo Re”.

Menzionata per la prima volta in una bolla del papa Alessandro III del 20 aprile 1176 tra le dipendenze del vescovo di Aosta, la chiesa medioevale fu ricostruita nel 1724 utilizzando materiale proveniente dalla demolizione del castello di Allian.

Sulla facciata, un affresco del 1968 (Nino Pirlato), raffigura il Cristo tra san Leodegario e san Martino.
La torre campanaria nasconderebbe, sotto lo strato di intonaco ottocentesco e la cuspide a calotta semisferica, forme romaniche.

L’altare maggiore fu realizzato dai fratelli Giuseppe e Giacomo Ferrario, scultori di Arzo (Lugano), negli anni 1764-1766; l’organo (1881) è dei fratelli Collino. Interessanti le vetrate che raffigurano alcuni santi.

    0165902229

I "Trouveur Valdotèn"

Gruppi folcloristici / bande / corali  -  Aymavilles

Il gruppo si è formato circa 20 anni fa intorno ad alcune persone particolarmente interessate alla ricerca di canti e melodie tradizionali del territorio valdostano e delle regioni limitrofe francofone appartenenti alla stessa area culturale (Savoia, Vallese, valli del Piemonte occidentale). Gli strumenti usati appartengono anch’essi alla tradizione locale: organetto, violino, ghironda, flautini e percussioni varie (soprattutto in legno, osso e pelle).
Il repertorio proposto comprende canti in francese (lingua storica e, insieme all’italiano, lingua ufficiale della Regione) e in “patois” (lingua francoprovenzale tuttora parlata in Valle d’Aosta) nonché brani da ballo, tra cui monferrine, scottish e gighe.
I “Trouveur Valdotèn”, molto attivi sia a livello locale che internazionale, avendo partecipato a numerosissime iniziative musicali un po’ ovunque, hanno pubblicato finora tre raccolte.

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Centrale idroelettrica di Champagne

Architettura  -  Villeneuve

La centrale idroelettrica di Champagne 1 è un monumento industriale della Belle Époque. Realizzata nel 1921, è una delle centrali più interessanti dal punto di vista architettonico: austera e solida all’esterno, impreziosita di decorazioni e motivi architettonici all’interno. La centrale è caratterizzata dalla presenza di una struttura costituita da un corpo principale in pietra grigia con ampie finestre e due torri laterali quadrangolari. La struttura è in perfetta sintonia coi castelli situati nei dintorni: Saint-Pierre, Aymavilles, Introd, Avise ed Arvier. Ma la visita ha il suo maggior punto di interesse nell’esplorazione dell’interno della centrale. Una volta oltrepassato il portale d’ingresso si entra in un ampio salone, interamente decorato sul soffitto e sulle pareti. Di fianco a questa struttura si trova, più semplice nelle forme, l’altra centrale chiamata Champagne 2 (non visitabile).

Le decorazioni del 1929 sono state restaurate. Da questo salone, dove sono posizionate le turbine ed i generatori di energia, una maestosa scala conduce alla sala dove un tempo si controllava il funzionamento e la produzione della centrale.

La visita della centrale è interessante per comprendere il funzionamento delle centrali idroelettriche e per vedere come può essere prodotta l’energia partendo da un prezioso elemento naturale: l’acqua. Vicino alla centrale si può inoltre ammirare l’enorme ruota di una turbina idraulica.

La centrale è visitabile liberamente all’esterno durante tutto l’anno.
È possibile partecipare a visite guidate durante i giorni lavorativi, con orario 9.00-12.00 e 14.00-16.00. La visita guidata, all’esterno ed all’interno della struttura, dura circa mezz’ora. E’ necessaria la prenotazione.

    (+39) 0166.823111
    info@cvaspa.it

Châtel Argent

Castelli e torri  -  Villeneuve

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Studi recenti hanno dimostrato che il castello fu costruito nell’aspetto attuale verso il 1275, anche se il toponimo Castrum Argenteum figura già dal 1176.
Il costruttore fu probabilmente Master James of Saint Georges, architetto del conte Pietro II di Savoia, già attivo nel Galles.
Il promontorio su cui sorge il castello e che sovrasta l’abitato di Villeneuve, era già abitato in epoca protostorica, così come ai tempi dei Romani.
La sua posizione strategica ha fatto sì che il castello restasse sempre nelle mani del conte di Savoia.

Il castello consta di un vasto recinto con fortificazioni ed una torre di vedetta anche all’esterno.
Sul lato est si trova la cappella, la parte più antica del complesso (sec. XI-XII). La parte ovest del recinto è delimitata da un muro difensivo nel quale è praticato l’ingresso. Questa seconda recinzione conteneva il corpo d’abitazione ormai distrutto, addossato alla cinta, la cisterna voltata ed il mastio a pianta circolare.
L’architettura evidenzia lo scopo difensivo della struttura originale: la porta d’ingresso era posizionata a diversi metri d’altezza e le uniche luci sono le feritoie, quasi invisibili esternamente.
Il castello è accessibile a piedi, in un quarto d’ora, dalla stradina che parte dal ponte sulla Dora Baltea nel centro abitato di Villeneuve.

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Antica chiesa di Santa Maria

Chiese e santuari  -  Villeneuve

Si accede alla chiesa a piedi, in cinque minuti, dalla strada che parte dal ponte sulla Dora Baltea.

L’antica chiesa di Villeneuve, menzionata per la prima volta in una bolla papale del 1184, figura, sotto il titolo di “Santa Maria”, tra i possedimenti della collegiata di Sant’Orso ad Aosta. Nel 1667 il Capitolo di Sant’Orso rinunciò ad ogni prerogativa sulla chiesa in favore del Vescovo di Aosta.

La chiesa, in stile romanico, posta ai piedi del castello medievale di Chatel Argent, fu sede della parrocchia sino alla fine del XVIII secolo. Il campanile è una tipica torre quadrata.

All’interno della chiesa, si possono ancora ammirare importanti affreschi dal XIII al XVI secolo ed arredi liturgici.
Un affresco sul lato nord rappresenta la Madonna con il Bambino, Giovanni Battista e Maria Maddalena raffigurati con l’aureola e, in basso, la famiglia dei committenti che fecero realizzare l’opera, probabilmente il figlio di Jean Sarriod de La Tour, Antoine, a sinistra, con il figlio Pierre e, a destra, la moglie Antoinette de Challant. ’affresco è situabile tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500.

Sugli archi di volta si legge la data del 1546, che segna il ciclo pittorico dei Profeti Daniele, Malachia, Osea, sull’arco sinistro e Amos, Giona, Gioele sul lato destro. Le citazioni dei profeti e degli apostoli, nei filatteri, preannunciano l’infanzia, la predicazione, la passione e la morte di Gesù.

Durante gli scavi effettuati nell’edificio sono stati rinvenuti i resti dell’antica chiesa paleocristiana e del relativo fonte battesimale.
La cripta di forma semicircolare, vicino al coro, risale all’XI secolo.

La chiesa si trova lungo l’itinerario escursionistico Cammino Balteo.

 

 

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Chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta

Chiese e santuari  -  Villeneuve

L’attuale chiesa parrocchiale nel centro del borgo di Villeneuve, consacrata a Santa Maria Assunta, fu costruita nel 1792 sulla cappella dell’antico ospedale.

La decorazione della facciata con colonne a “trompe l’oeil” risale al 1863 ad opera di Giuseppe Stornone e raffigura al centro l’ascensione della Vergine, ai lati San Grato e San Biagio e nel timpano la trinità con Gesù, Dio padre e la colomba simbolo dello Spirito Santo.

La decorazione pittorica interna si concentra sulle volte e sui soffitti.
L’altare maggiore in marmo policromo fu donato dalla famiglia Gerbore alla fine del 1700.
La pala d’altare è del 1914 mentre l’altare rivolto al popolo risale al 1975.

L’altare di sinistra in legno dipinto e dorato è dedicato alla Madonna del Rosario: la tela raffigura la Vergine in trono col bambino con santi, circondata dai 15 misteri del Rosario.
L’altare di destra, in legno intagliato, in parte dorato e dipinto, è dedicato a San Biagio, patrono di Villeneuve, e a Sant’Antonio.

L’organo a canne fu realizzato da Giovanni Franzetti e dal figlio nel 1861.

Curiosità:
Di fronte alla chiesa in piazza, è affrescata una meridiana con la data del 1875 ed i simboli della conoscenza: sestante, mappamondo, clessidra, penna e calamaio. Con la tavola d’equazione è possibile calcolare la differenza di tempo nei vari momenti dell’anno, che varia da + 15 a – 16 minuti.

La chiesa si trova lungo il percorso escursionistico Cammino Balteo.

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