In Valle d'Aosta sono molti i musei che possono interessare i più piccoli, a seconda delle loro attitudini. Scoprili tutti!
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Museo del Carnevale della Coumba Frèide
Musei - AlleinNei comuni della valle del Gran San Bernardo, il carnevale è una tradizione radicata da secoli, e viva ancora oggi.
Il Museo del Carnevale della Coumba Frèide propone un viaggio attraverso uno dei più antichi carnevali della Valle d’Aosta, e mette a confronto passato e presente.
Il museo si trova in una casaforte del XV secolo, esempio classico di architettura rurale tardogotica,
La mostra della Meison di Carnaval de la Coumba Freida è stata allestita con:
- fotografie tratte dalla mostra “Quand l’ours se réveille… - Le Carnaval en Vallée d’Aoste de 1900 à 1970”, di proprietà del BREL
- materiale di proprietà degli archivi AVAS (associazione valdostana archivi sonori)
- lavori eseguiti nell’ambito del “Project Carnaval”, dalle scuole facenti parte dell’Istituzione Scolastica Grand Combin
- materiale prestato o donato da privati.
Museo etnografico "Un tempo, la veillà nella stalla"
Musei - Antey-Saint-AndréIn questo piccolo museo della bassa valle del Cervino, si riscopre la vita di un tempo in montagna e le serate trascorse in famiglia.
“Veillà” in franco-provenzale significa “veglia”, pratica che consisteva nel trascorrere le lunghe serate invernali nella stalla, con familiari ed amici. Si conversava, si raccontavano leggende e storie, si intagliava il legno, si riparavano gli attrezzi agricoli mentre le donne filavano o lavoravano a maglia.
In questi locali è stato ricostruito lo stile di vita di un tempo, quando il sfruttava il calore degli animali per riscaldare l’ambiente. Si passa dalla cucina, dove una mamma e la sua bambina svolgono le attività domestiche, alla stalla, dove padre e figlio accudiscono gli animali: il vitellino, la pecora, l’agnello, la capra, la gallina e il coniglio. Sono inoltre esposti gli attrezzi agricoli utilizzati in passato, via via sostituiti da oggetti tecnologicamente più avanzati.
Museo Manzetti
Musei - AostaInnocenzo Manzetti (Aosta, 1826 – 1877) è stato uno scienziato ed inventore. Mente creativa ma pragmatica, era noto nella comunità scientifica per le sue invenzioni: un automa che suona il flauto, un’automobile a vapore, una pompa idraulica, uno speciale cemento idraulico, una macchina per scolpire dall’eccezionale precisione e altro ancora. Secondo alcune fonti fu un precursore dell’invenzione del telefono, che studiò e perfezionò tra 1844 e il 1864, pur non brevettandolo.
La mostra permanente Innocenzo Manzetti: l’inventore e il suo Automa è allestita al Centro Saint-Bénin di Aosta in una sala dedicata, ricavata nell’antica sacrestia della chiesa.
Una moderna teca contiene l’Automa e l’armonium originali ideati, costruiti e adattati dallo stesso Manzetti.
Sulle pareti, sei schermi interattivi permettono di accedere a tutte le informazioni disponibili su Manzetti e sulle sue invenzioni.
Gli approfondimenti proposti riguardano in particolare temi quali i cenni biografici sull’inventore, l’illustrazione del contesto storico in cui visse, gli interessi scientifici e la descrizione puntuale di tutte le sue creazioni. Un’animazione virtuale in 3D simula invece il funzionamento dei meccanismi dell’Automa in rapporto al movimento dei tasti dell’armonium.
Due piccoli schermi, infine, contengono informazioni semplificate appositamente pensate per i bambini.
Il Ferdinando. Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere
Musei - BardCollocato nell’Opera Ferdinando, situata al primo livello della rocca fortificata, il museo propone un coinvolgente viaggio attraverso l’evoluzione delle tecniche difensive, dei sistemi di assedio e del concetto di frontiera.
Partendo dalla necessità di fornire maggiori chiavi di lettura storiche del sito e del Forte, si è reso necessario allargare – nel tempo e nello spazio – questo itinerario di conoscenza, inquadrando la configurazione della fortezza ottocentesca nella storia di lunga durata dei sistemi di fortificazione, nel quadro di una lettura delle Alpi in quanto limite, ostacolo, barriera naturale, frontiera mobile, territorio e linea di confine politico abitato e vissuto, attraversato e percorso, difeso e fortificato.
Il museo si sviluppa in tre parti:
- ”Museo del Forte e delle Fortificazioni”
- ”Le Alpi Fortificate (1871-1946)”
- ”Le Alpi, una frontiera?”
Il Museo del Forte e delle Fortificazioni
La visita a questa prima sezione, allestita nell’Opera Ferdinando Superiore, permette allo spettatore di calarsi in una serie di ambientazioni storiche corredate da plastici, filmati e armi autentiche, con un iter narrativo che mette in luce l’evoluzione delle fortezze delle Alpi Occidentali attraverso il progredire delle armi e delle strategie militari, dei materiali e delle tecniche costruttive, a partire dall’epoca romana per giungere sino alle nuove soluzioni architettoniche e balistiche del Novecento.
Grazie alla riproposizione cinematografica di celebri spezzoni di film contenenti scene di guerra (Le Crociate - Kingdom of Heaven, Ridley Scott, 2005; Masada, Boris Sagal, 1981; Il mestiere delle armi, Ermanno Olmi, 2001; Alatriste, il destino di un guerriero, Augustin Diaz Yanks, 2006; The last valley, James Clavell, 1971; Revolution, Hugh Hudson, 1985; L’ultimo dei Mohicani, Michael Mann, 1992; Glory. Uomini di gloria, Edward Zwick, 1989, Cold Mountain, Anthony Minghella, 2003) ed all’apparato esplicativo arricchito dalla cartografia d’epoca, il visitatore è proiettato nell’epoca di pertinenza di ogni singola sala.
Le Alpi Fortificate (1871-1946)
La seconda parte del museo si sviluppa nelle sale dell’Opera Ferdinando Inferiore ed è dedicata alle trasformazioni intervenute tra la fine del XIX e il XX secolo; inserisce il Forte di Bard all’interno del sistema delle fortezze ottocentesche, riproponendo ricostruzioni scenografiche e modelli in scala, volti a evidenziare non solo i caratteri considerati maggiormente rappresentativi delle fortificazioni nell’arco alpino, ma cercando anche di rendere protagoniste le Alpi stesse, teatro di un’evoluzione tecnologica che le ha portate a divenire “la frontiera d’Italia”. Un racconto nell’evoluzione delle fortezze attraverso il progredire delle armi, e viceversa.
Il mutare dei materiali e delle tecniche costruttive, il graduale ispessimento dei muri, la collocazione dei forti in luoghi sempre più dominanti, l’evolversi delle metodologie strategiche e delle soluzioni architettoniche, tutto questo è costantemente riportato alle capacità offensive del nemico, dunque alle possibilità sfondamento da parte degli eserciti assedianti.
Il tema della montagna militarizzata è toccato nelle sezioni dedicate alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale e alla Resistenza, sempre puntando sull’impatto evocativo affidato ad un approccio multimediale.
Le Alpi, una frontiera?
La terza e ultima sezione pone un interrogativo con l’obiettivo di mettere il visitatore nella condizione di riflettere sul percorso compiuto e sul significato da dare al termine “frontiera”: confine o barriera? Ostacolo o tratto d’unione?
Si delinea così un percorso espositivo che trasmette una visione complessa e strutturata non solo del Forte di Bard, ma anche del contesto storico, sociale, culturale e geopolitico all’interno del quale esso è inserito nelle diverse epoche storiche: un viaggio nel passato che si conclude con una riflessione estremamente attuale sul presente.
Il visitatore è così protagonista di un dialogo con il luogo in cui si trova, alla ricerca di un’identità, quella delle Alpi, in continua evoluzione, che diviene crocevia delle grandi vicende del passato e di quella storia degli uomini fatta di semplici memorie e azioni.
Le Alpi dei Ragazzi
Musei - BardCompletamente riallestito nel 2023, questo spazio di avvicinamento alla montagna, dedicato a ragazzi e famiglie, propone, all’interno dell’Opera Vittorio, una serie di laboratori scientifici sul tema del cambiamento climatico e sull’impatto che sta avendo sui ghiacciai di tutto il mondo.
Ogni sala permette al visitatore di conoscere le quattro vette più importanti della Valle d’Aosta – Monte Rosa, Monte Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco – e le condizioni delle rispettive aree glaciali attraverso una serie di confronti fotografici. Ognuna presenta inoltre una tematica geologica e scientifica che può essere approfondita attraverso attività ludiche e laboratori.
Lo spazio accoglie anche l’installazione Ice Memory con varie postazioni che utilizzano la realtà aumentata per raccontare lo stato di salute dei ghiacciai e per coinvolgere i giovani nella comprensione delle dinamiche legate al riscaldamento climatico e per promuovere l’adozione di comportamenti sostenibili.
Lo spazio è fruibile liberamente acquistando il biglietto di ingresso al Forte di Bard.
I laboratori rivolti a scuole e gruppi si possono effettuare a pagamento su prenotazione.
Le Prigioni - spazio museale permanente sulla storia del Forte di Bard
Musei - BardCollocate all’interno dell’Opera Carlo Alberto, le anguste celle del Forte di Bard dove venivano rinchiusi i prigionieri ospitano oggi un itinerario storico che guida il visitatore alla scoperta della storia del sito militare, per secoli strategico luogo di transito.
Attraverso filmati, documenti e ricostruzioni 3D di grande impatto i visitatori possono seguire l’evoluzione architettonica della fortezza e conoscere i personaggi che ne hanno segnato i principali avvenimenti storici dall’anno Mille alla sua ricostruzione nel 1830, sino ad arrivare ai giorni nostri.
Percorso di visita
Le Prigioni ospitano 24 celle, tutte di dimensioni molto ridotte (circa 1,3 × 2 metri) disposte lungo quattro sezioni precedute da una galleria d’ingresso che è stata dedicata alla rappresentazione iconografica del Forte.
L’atrio ospita un filmato relativo alla complessa opera di restauro e ricostruzione del Forte avvenuta tra il 1996 e il 2006.
Si accede poi a quattro delle sale della prima sezione in cui, attraverso postazioni caratterizzate da modelli tridimensionali, vengono mostrate le trasformazioni del Forte nelle varie epoche: romana, medioevale, ‘500 e ‘600 e ‘700. Negli spazi successivi, un filmato dà voce ai personaggi che hanno contrassegnato l’episodio storico più significativo della storia del Forte: l’assedio da parte delle truppe napoleoniche.
Nella seconda sezione, Napoleone Bonaparte, il generale francese Berthier ed il capitano austriaco Bernkopf svelano strategie offensive e difensive dell’aspra battaglia combattuta nella primavera del 1800. Il percorso è impreziosito dalle proiezioni dei disegni del topografo e pittore Pietro Bagetti e dagli scritti di Stendhal, testimoni privilegiati della storia di Bard.
La terza parte del percorso presenta la testimonianza del capitano del Genio militare Francesco Antonio Olivero cui Carlo Felice di Savoia affidò la ricostruzione del Forte dopo il passaggio di Napoleone. All’interno di una cella vengono proiettati documenti ed immagini. Un rilievo del Forte del 1829 e un progetto del 1830 mostrano come Olivero seppe sfruttare le peculiarità strategiche del luogo ideando la concezione di più corpi di fabbrica sovrapposti per moltiplicare le linee di fuoco; i lavori furono realizzati in soli otto anni.
La quarta sezione vede come protagonista Camillo Benso conte di Cavour, ”prigioniero” di lusso durante la ricostruzione. A lui fu affidata nel 1831 la supervisione dei lavori; per quanti entusiasmi l’impresa potesse suscitare in chiunque, Cavour visse l’esperienza come una punizione, una “prigione morale” che lui stesso in seguito definì un “esilio”. Nella sezione sono presenti anche alcuni oggetti in uso nella vita quotidiana della fortezza. Una scenografia ricrea l’atmosfera tipica di una cella, mentre su una parete è allestita una pannellatura dedicata alle guarnigioni che si sono succedute al Forte e le riproduzioni di alcune tavole dell’illustratore Quinto Cenni. Su due monitor, un filmato elaborato in collaborazione con l’Archivio militare del Genio di Roma, consente di scoprire i risultati di una ricerca sui militari di stanza nel Forte durante gli anni.
Nell’ultima sala, si ripercorre la decadenza e la rinascita del Forte nel corso del ‘900 attraverso un’intervista a Ferdinando Jacquemet, testimone vivente in grado di raccontare l’ultimo capitolo della storia di Bard.
Il percorso culmina con la proiezione di un’animazione che ripropone l’evoluzione degli insediamenti militari sulla rocca di Bard dall’anno mille ad oggi.
Al percorso è abbinata un’offerta di quattro laboratori didattici elaborati a seconda delle diverse fasce d’età degli studenti, dalla scuola dell’infanzia sino alla scuola secondaria di primo grado.
Museo delle Alpi
Musei - BardCollocato al primo piano dell’Opera Carlo Alberto dello spettacolare complesso del Forte di Bard, il Museo delle Alpi è uno spazio interattivo attraverso cui il visitatore può viaggiare alla scoperta del mondo alpino, esplorando con i cinque sensi una montagna vissuta e trasformata dalla mano dell’uomo.
Le 29 sale del percorso espositivo sono suddivise in quattro sezioni, che affrontano la montagna dal punto di vista naturalistico, geografico, antropologico e meteorologico, coinvolgendo gli ospiti di tutte le età, grazie alla fusione fra tradizione e nuove tecnologie.
Il viaggio inizia con l’ascesa alla vetta, tra proiezioni di panorami e scenari d’alta quota. La coinvolgente ‘‘sinfonia delle montagne’‘, colonna sonora del museo, è il tappeto di note che accompagna la visita.
Toccare l’altitudine : il corridoio introduttivo è un’avvolgente videoinstallazione dell’artista Armin Linke che crea una realtà di suggestioni visive e sonore tra alpeggi, tunnel, salti e sciatori hi-tech. ‘‘Saliamo in montagna!’‘ è l’invito declamato nella ‘‘galleria delle voci’‘: un caleidoscopio di lingue alpine, che danno il benvenuto al Museo.
Ascoltare il trascorrere delle stagioni : viene voglia di accarezzare il pelo del mitico Dahu, l’animale leggendario con due zampe più corte per adattarsi ai pendii montani, che accoglie nell’affascinante biodiversità dell’ambiente alpino. Tra teche, diorami, filmati e schermi touch screen si osservano il clima, le brevi stagioni in quota, le piante e i tenaci abitanti delle terre alte.
Volare come un’aquila tra le vette : un video in 3D mette le ali al visitatore, un ‘‘volo d’aquila’‘ mozzafiato dalla cima del Monte Bianco, attraverso i paesaggi più suggestivi della Valle d’Aosta, tra ghiacciai, cascate e antichi castelli, fino a planare sul forte di Bard.
Camminare sul mare di Tetide : nella sala della geografia, una spettacolare mappa interattiva si fa tappeto di una libera passeggiata sulle Alpi. La rappresentazione delle inconfondibili vette più celebri e spettacolari, abbraccia la sala sull’orogenesi. Un viaggio a ritroso nel tempo, tra le esplosioni laviche delle Alpi generate dal fuoco e le risacche marine che hanno dato vita alle Dolomiti.
Danzare in un carnevale di voci e colori : la ricostruzione della stalla, la “stube”, la scuola e alcuni filmati interattivi, raccontano la civiltà alpina e la cultura materiale legata al lavoro, dal mulino alla miniera. Per poi essere coinvolti danzando in gioiose celebrazioni di fine inverno, feste e coloratissimi carnevali alpini, cortei di ‘‘lanzette’‘ - tipiche maschere valdostane - o nelle danze dell’‘‘uomo selvatico’‘.
Conquistare la vetta come alpinisti : infine, un viaggio nell’esperienza romantica degli artisti-alpinisti ottocenteschi, alla conquista di inespugnabili vette e poi in treno con i turisti dello sci che affollano le piste. Una montagna multiforme, da scoprire e vivere sempre con passione.
Un racconto multimediale : la voce di un ‘‘testimone’‘, il naturalista, il geografo, l’antropologo, il meteorologo, racconta da un monitor, in ogni sala, il tema delle 6 sezioni del Museo.
Una sinfonia di suoni e colori : proiezioni e suoni danno forma a scenografie, ricostruzioni, giochi multimediali e interattivi per educare, divertire e immergersi nella cultura alpina. Sono i video a guidare il visitatore in quest’avvincente esplorazione.
Ecomuseo della canapa
Musei - ChamporcherIl museo è situato all’interno di un antico fabbricato nel centro del villaggio di Chardonney, dove ha sede anche la Cooperativa “Lou Dzeut” che ancora oggi tramanda la tradizione della lavorazione della canapa.
Nel museo si può ammirare un’antica stalla, memoria storica ed unico esempio presente oggi a Champorcher. La stalla, per molti abitanti dei villaggi di alta montagna, era un ambiente in cui l’uomo conviveva con gli animali, spazio di lavoro ma anche di socializzazione in particolare durante i mesi invernali.
Gli interventi conservativi dei locali, tra cui una cantina (crotta), una cucina rustica (meison) e una stalla (boi), sono stati di varia natura, ma sempre legati alla struttura, agli arredi fissi e mobili, tenendo conto della loro storia ed impiego.
Lana e canapa venivano lavorate per realizzare i capi di abbigliamento, corredi e teli da lavoro.
Tra gli arredi spicca un vecchio telaio manuale in legno e un orditoio. Il telaio è stato restaurato, riequilibrato per essere perfettamente funzionante ed utilizzabile a scopo dimostrativo; costituisce un unicum in tutto l’arco alpino, grazie anche alla sua tecnologia arcaica di lancio manuale della navetta (attrezzo in legno contenente il filo della trama da intrecciare all’ordito sistemato sul telaio), altrove semi-automatizzato.
L’illuminazione a fibre ottiche ricrea l’atmosfera di semioscurità in cui uomini e animali convivevano in inverno. Un impianto sonoro in sottofondo diffonde il rumore delle mucche nella stalla e voci di donne che pregano e del telaio al lavoro richiamando l’atmosfera di un tempo e coinvolgendo emotivamente il visitatore.
Museo del miele
Musei - ChâtillonSituato all’interno dell’ex hotel Londres, nei pressi del municipio, il museo ospita un’esposizione di vecchi attrezzi dell’apicoltura valdostana.
Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso - "Laboratorio Parco"
Aree protette - CogneIl centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Cogne TutelAttiva Laboratorio Parco presenta l’evoluzione complessa e dinamica dell’area protetta come in un laboratorio di sperimentazione: modelli esplicativi, sistemi multimediali, giochi interattivi e un originale “spazio sensoriale” che offre ai visitatori la possibilità di apprezzare i profumi della natura e sentire i suoni caratteristici del bosco.
L’idea guida ruota intorno al concetto di utilizzo e gestione del territorio, possibile solo attraverso un’approfondita conoscenza dei dati ambientali.
I temi sviluppati nel Centro visitatori di Cogne sono:
- l’acqua: modelli mostrano gli effetti dell’acqua sul territorio, illustrano alcuni eventi alluvionali e descrivono l’interazione tra gli insediamenti umani e gli aspetti idrogeologici
- il bosco e il pascolo: un’immersione “multimediale” nella vita del boscaiolo e la simulazione di scelte importanti per il mantenimento del bosco
- la fauna e l’uomo: le modalità di interazione tra uomo e animali.
Il centro ospita inoltre due interessanti allestimenti tematici dedicati rispettivamente al lupo e allo stambecco.
Il percorso espositivo non presenta un percorso lineare obbligato: scegli la tua “strada” a seconda dei tuoi interessi e del livello di approfondimento che desideri.