Gran Paradiso
Località: Valsavarenche
Il Gran Paradiso è la cima più alta interamente posta sul territorio italiano e si eleva nel cuore dell’omonimo parco nazionale. Due sono gli itinerari usuali per raggiungerne la vetta, entrambi ubicati in Valsavarenche: uno passa per il Rifugio Chabod e l’altro per il Rifugio Vittorio Emanuele II. Qui viene descritta la seconda soluzione, scelta anche in occasione della prima salita assoluta effettuata nel 1860.
Informazioni tecniche
Come Arrivare
Casello autostradale di Aosta Ovest, quindi proseguire sulla SS n. 26 verso Courmayeur. A Villeneuve, svoltare per la Valsavarenche e risalirla fino al termine della strada (Pont).
Descrizione del percorso
Primo giorno
Da Pont si imbocca la mulattiera pianeggiante che attraversa il torrente su un ponte di legno. Si prosegue in piano per qualche centinaio di metri, quindi si inizia a salire a tornanti inizialmente nel bosco, poi allo scoperto. Dopo un primo tratto ripido, la pendenza si fa più dolce e i tornanti si fanno più ampi, fino al Rifugio Vittorio Emanuele II (2732 m).
Secondo giorno
Dal Rifugio, si imbocca il sentiero che si dirige a sinistra attraverso una pietraia. Ben presto il sentiero si trasforma in traccia che conduce sull’altipiano roccioso racchiuso dalle ultime propaggini della dorsale della Becca di Moncorvé e della bastionata che comprende la Testa di Moncorvé.
Al termine del pianoro ha inizio il ghiacciaio del Gran Paradiso. Calzati i ramponi, si sale a gradoni fino a raggiungere il dosso nevoso della Schiena d’Asino, divisorio tra i ghiacciai di Moncorvé e di Laveciau.
Seguendo il dosso in direzione sud est, si prosegue fino a portarsi sul pianeggiante Colle della Becca di Moncorvé. Di qui si prende a sinistra per salire il regolare pendio ghiacciato che finisce sotto la crepaccia terminale; superato l’ostacolo, si toccano le facili rocce della cresta sud est. Si affronta un ultimo passaggio, facile ma esposto (assicurazione su fix), che da accesso al ripiano su cui si trova la statua della Madonna.
Discesa: lungo l’itinerario di salita.
L’itinerario richiede esperienza di alta montagna, è consigliabile farsi accompagnare da una guida alpina.