Descrizione del percorso

Altitudine: 2835 m
Ubicazione: Ghiacciaio del Fréboudze
Posti letto: 8
Apertura: sempre aperto
Difficoltà: alpinistica PD
Segnavia: 53
Tempo di percorrenza: 4h da Ferrachet
Coordinata UTM-WGS84: EST 345854
Coordinata UTM-WGS84: NORD 5082429

La prima capanna in legno venne realizzata nel 1949 dalla Sottosezione universitaria del CAI di Torino. Venne intitolata a Giusto Gervasutti, alpinista di origini friulane, in ricordo dei profondi legami di amicizia che lo legarono ai giovani della SUCAI Torino. Gervasutti fu uno dei primi veri alpinisti completi, abile e capace tanto nell’arrampicata su roccia, tanto nelle scalate d’alta montagna, su terreno misto e di ghiaccio.
A seguito di alcuni danneggiamenti, il bivacco venne completamente ricostruito nel 1961, in legno e lamiera.
Nel 2011, in occasione dei 60 anni della fondazione della Scuola SUCAI di Scialpinismo, la sottosezione universitaria ed il CAI Torino hanno deciso di realizzare una nuova struttura ultimata il 22 giugno 2012.

Accesso:
L’accesso è alpinistico.
Il percorso di avvicinamento presenta una pendenza graduale. Attorno ai 2080 metri di quota, la salita si fa decisamente più impegnativa: qui, in corrispondenza di un piccolo torrente da attraversare, inizia un tratto di 160 metri di dislivello con una pendenza notevole.
Dopo aver superato un altro corso d'acqua, si arriva all'inizio dei canaponi: una lunga sezione attrezzata con cavi ricoperti da corda azzurra. Questo tratto, che richiede attenzione e un po' di forza fisica, conduce a quota 2320 metri, nel punto in cui sorgeva l'ex Bivacco Fréboudze.
Conclusa la parte dei canaponi, dopo circa altri cento metri di dislivello, l'ambiente cambia radicalmente: uno scenario glaciale spettacolare, ma che richiede maggiore concentrazione.
È fondamentale prestare attenzione agli ometti e ai segnavia per evitare di finire sul ghiacciaio. Serve esperienza e prudenza, specialmente nel valutare eventuali nevai da attraversare, che possono variare in difficoltà a seconda del momento della giornata.
La salita porta alla base del secondo tratto di canaponi, questa volta caratterizzato da un'inclinazione quasi verticale. Superati questi ultimi metri impegnativi, ci si trova di fronte alla scaletta che conduce  al Bivacco.

Dotazione: coperte, acqua di fusione.