Description du parcours

L’ampia varietà di ambienti con caratteristiche climatiche, fisionomiche e vegetazionali profondamente differenziate della Valdigne consente di osservare su un territorio relativamente poco esteso una notevole varietà di specie animali aventi disparate esigenze ecologiche ed origini geografiche.
L’azione millenaria delle attività antropiche, se da un lato ha alterato la maggior parte dei biotopi di medio-bassa altitudine, dall’altro ha ancor più accentuato tale varietà ambientale, interrompendo la monotona copertura forestale originaria con un mosaico di aree a copertura vegetale erbacea destinate a pascolo e seminativo. Proprio grazie ad ambienti creati artificialmente dall’uomo dobbiamo la presenza di alcune specie animali caratteristiche delle piane coltivate ed assai localizzate a livello regionale. Fra di esse merita ricordare la Quaglia (Coturnix coturnix), l’Usignolo (Luscinia megarhynchos) e lo Zigolo nero (Emberiza cirlus), uccelli poco diffusi nelle vallate intralpine che raggiungono nella piana di La Salle e Morgex la loro estrema penetrazione all’interno della Valle d’Aosta come nidificanti; inoltre alcuni insetti xerotermofili, come il Tenebrionide (Dendarus Tristis), sono stati favoriti dal parziale disboscamento dei versanti esposti a sud e popolano l’adret della bassa Valdigne. Anche i villaggi di fondovalle ospitano un buon numero di animali antropofili e fra essi la Tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto), una specie di origine asiatica in forte espansione nota per la Valdigne soltanto a partire dagli anni ’80 (Morgex, Courmayeur).
Decisamente compromessa dalle attività umane è al contrario la fauna delle zone umide, ormai di limitata estensione e soggetta a varie forme di disturbo. La riserva naturale di Marais rappresenta ancora oggi l’estremo limite dell’areale riproduttivo regionale di alcune specie caratteristiche degli ambienti palustri quali il Germano reale (Anas platyrhynchos) e la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), mentre in autunno e primavera ospita numerose specie di uccelli migratori acquatici; a La Salle nel 1908 è stato rinvenuto l’unico esemplare segnalato per la Valle d’Aosta di Sula (Sula bassana), uccello pelagico solo occasionalmente avvistabile nell’entroterra. Da ricordare inoltre la presenza in alcune zone umide subalpine e alpine della Valdigne di anfibi quali la Rana rossa (Rana temporaria) e il Tritone alpestre (Triturus alpestris), nonché di numerosi interessanti insetti acquatici.
Le ampie foreste che ammantano i versanti vallivi ospitano note specie di vertebrati diffusi sulle Alpi.
A tal proposito occorre menzionare il Cervo (Cervus elaphus) e il Capriolo (Capreolus capreolus), attualmente presenti in discreto numero soprattutto sui monti di La Salle, Morgex e Pré Saint Didier e sul versante sinistro della Val Ferret, lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), la Martora (Martes martes) e numerosi uccelli esclusivi dei boschi di conifere; alcuni di essi popolano formazioni assai diverse per composizione e giacitura (cince, Parus montanus, P. ater e P. cristatus; crociere, Loxia curvirostra), mentre altre risultano infeudate ad una specifica essenza arborea: noto è ad esempio lo stretto rapporto esistente tra il pino cembro e la Nocciolaia (Nucifraga caryocatectes), corvide che utilizza a scopo alimentare i coni di questa aghifoglia e ne favorisce la disseminazione nascondendo nel suolo provviste di semi, solo in parte riutilizzate durante la stagione invernale. Fra le innumerevoli specie di invertebrati forestali osservabili in Valdigne, merita un cenno la presenza della Lymantria monacha, farfalla notturna che negli anni ’80 ha provocato estese morie di conifere con totale distruzione di vari ettari di foresta nei dintorni di Pré Saint Didier. La fascia di arbusti contorti con rada alberatura presente al limite superiore delle foreste, ambiente notevolmente esteso in molte località della Valdigne ed in particolare in Val Ferret e nella valle del Piccolo San Bernardo, ospita alcuni fra i più interessanti animali alpini. Fra di essi occorre menzionare il Fagiano di monte (Tetrao Tetrix), galliforme che compie spettacolari parate nuziali collettive nei mesi primaverili, e la Lepre variabile (Lepus timidus), con livrea bruno grigiastra in estate e candida in inverno, osservabile anche ad elevate altitudini da giugno a ottobre. Salendo sino alle praterie d’alta quota interrotte da vasti macereti ed affioramenti rocciosi, nelle vallate della Valdigne si possono incontrare numerose specie animali perfettamente adattate all’ostile ambiente alpino. Lo Stambecco (Capra ibex) è presente in diverse località; la colonia più numerosa popola le pendici del massiccio del Monte Bianco, sia in Val Ferret sia in Val Veny. Il Camoscio (Rupicapra rupicapra), frequente anche nei boschi interrotti da balze rocciose, è particolarmente abbondante sul versante destro della Val Ferret e sul versante sinistro della Val Veny, ove può essere agevolmente avvistato anche dal fondovalle. La Marmotta (Marmota marmota) è localmente più o meno frequente; per l’alta Valdigne è nota da tempo la presenza di un piccolo nucleo di individui dal pelame pressocché candido, insolito caso di albinismo totale. Normalmente bianchi in livrea invernale sono al contrario l’Ermellino (Mustela erminea) e la Pernice bianca (Lagopus mutus), per i quali sono noti dati di densità piuttosto elevati per alcune località della Valdigne. Il Gracchio (Pyrrhocorax graculus, corvide gregario e assai confidente, il Fringuello alpino (Montifringilla nivalis) e il Sordone (Prunella collaris) sono alcuni fra gli uccelli più facilmente avvistabili nei dintorni dei rifugi alpini presenti in zona; assai più raro ma regolarmente presente nella valle del Piccolo San Bernardo, nel vallone di Planaval e, in minor numero, nelle valli del Monte Bianco è il Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax), specie che raggiunge in Valle d’Aosta il suo limite distributivo orientale sulle Alpi.
Le innumerevoli pareti rocciose presenti nell’area considerata ospitano i nidi di numerose specie di uccelli; fra di esse, oltre ai gracchi già menzionati, occorre ricordare il variopinto Picchio muraiolo (Tichodroma muraria) e l’Aquila reale (Aquila chrysaetos). Quest’ultima è presente in Valdigne con almeno cinque coppie di riproduttori; una di esse possiede anche nidi costruiti su grandi alberi, fatto assai inconsueto per le Alpi.
Un altro grande rapace, il Gipeto (Gypaetus barbatus), è stato recentemente reintrodotto nella confinante Haute Savoie dopo oltre settant’anni dalla totale estinzione della popolazione alpina; alcuni degli individui liberati sorvolano abitualmente la Valle d’Aosta e possono quindi essere osservati anche in Valdigne. La relativa abbondanza di cadaveri di grossi animali, le cui ossa costituiscono la principale fonte alimentare per questa specie, nonché il mutato atteggiamento dell’uomo nei confronti dei rapaci un tempo accanitamente perseguitati, fanno ben sperare per l’esito del progetto di reintroduzione: non appena un discreto numero di soggetti rilasciati avrà raggiunto la maturità sessuale, si potrà sperare di avere le prime riproduzioni in natura, agevolate dall’abbondanza di potenziali siti di nidificazione presenti nelle vallate alpine.
Alcuni altri vertebrati estinti a livello regionale negli ultimi due secoli, quali l’Orso bruno (Ursus arctos), il Lupo (Canis lupus), la Lince (Lynx lynx) e il Gallo cedrone (Tetrao urogallus) sono putroppo ancor oggi assenti dalla Valdigne. La Lince è comunque presente sia in Savoia, sia in Vallese e potrebbe quindi fare la sua comparsa nelle Valli del Monte Bianco.
Per ciò che concerne il Gallo cedrone, estintosi in Valle d’Aosta nel corso dei primi tre decenni di questo secolo, occorre menzionare un tentativo fallito di reintroduzione avvenuto in Val Ferret nel 1971.
Merita infine un cenno l’influenza esercitata sulla fauna della Valdigne dalla presenza di alcuni colli che interrompono gli elevati crinali che separano il versante italiano da quello francese e svizzero delle Alpi. Tali colli, ed in particolare il Piccolo San Bernardo, consentono infatti sia il passaggio di apprezzabili correnti migratorie di uccelli e probabilmente anche di particolari animali, sia la penetrazione di specie a diffusione pressoché esclusivamente transalpina; a questo proposito, la Valdigne è uno dei pochissimi settori geografici in cui insetti quali i vistosi coleotteri Carabus auronitens e Carabus monolis popolano il versante italiano delle Alpi.

tratto da:
“Valdigne - I Paesi del Monte Bianco” Musumeci Editore