Uno dei centri di accoglienza e divulgazione del parco più antico d’Italia si trova a Dégioz, vicino alla splendida chiesa parrocchiale.
Punto d’incontro per i turisti, il piccolo centro informazioni accoglie al suo interno degli spazi dedicati alla presenza sul territorio dei predatori che abitano il Parco Nazionale del Gran Paradiso.

I predatori sono animali territoriali, furtivi e curiosi ed incontrarli è piuttosto difficile. Nel Parco del Gran Paradiso erano presenti soltanto cinque carnivori predatori: dal più piccolo al più grande, la donnola, l´ermellino, la faina, la martora e la volpe. Predatori di grossa taglia, come il lupo e la lince, accusati spesso ingiustamente di recare danni all´uomo o agli animali domestici, sono stati in passato sterminati ed ora sono progressivamente tornati, spontaneamente, ad abitare questi territori.

Museo della Lince
Alcuni diorami aiutano a scoprire gli ambienti della Valsavarenche in cui vivono la lince e gli altri predatori.
L’esposizione presenta immagini del Parco a cura dell’Associazione Professionale Guide Parco Nazionale Gran Paradiso in collaborazione con la Fondation Grand Paradis.

Spazio Lupo
Ospitato dall’agosto 2011 nel Centro Visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Valsavarenche, lo Spazio Lupo è un centro di documentazione creato per raccogliere e fornire testimonianze e documenti sulla presenza del lupo nel Parco.
Qui è possibile conoscere più da vicino questo predatore, che da alcuni anni è tornato a popolare l’Italia nord occidentale e le valli del Parco Nazionale Gran Paradiso: si possono ammirare due esemplari di lupo tassidermizzati, guardare video interattivi e consultare una selezione di testi e siti internet sui quali documentarsi e soddisfare ogni curiosità sul lupo.

Postazione Gufo
Una postazione emozionale racconta le abitudini e la storia di questo rapace notturno. A lungo cacciato dall’uomo, il Gufo Reale è oggi tutelato da normative nazionali ed internazionali, strettamente osservate sul territorio del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il visitatore si trova immerso nell’habitat del predatore più silenzioso grazie ad un allestimento multimediale in cui le immagini interagiscono con l’esemplare tassidermizzato, del quale viene inoltre raccontato il ritrovamento.